

Vittorio Occorsio
(Roma, 9 aprile 1929 – Roma, 10 luglio 1976)
è stato un magistrato italiano, che aveva partecipato al processo per
la Strage di Piazza Fontana e ai processi a Ordine Nuovo. Fu vittima del
terrorismo di estrema destra negli anni di piombo.
Dopo
l'esplosione dell'ordigno in Piazza Fontana, il 12 dicembre 1969, in
qualità di sostituto procuratore si occupò del primo interrogatorio di
Pietro Valpreda contestandogli
l'omicidio di quattordici persone e il ferimento di altre ottanta.
Nell'aprile del 1976, fu il primo magistrato a occuparsi della loggia
massonica segreta denominata loggia P2 e a indagare sui rapporti tra
terrorismo neofascista, massoneria e apparati deviati del Sifar. L'ex
ufficiale dei Parà Sandro Saccucci, interrogato in carcere, gli confidò
di appartenere alla massoneria e gli parlò di Licio Gelli e della Loggia
P2. Fu ucciso da Pierluigi Concutelli a Roma la mattina del 10 luglio
1976, colpito da raffiche di mitra mentre si recava in ufficio con la
sua auto, una Fiat 125 special, all'incrocio fra la via Mogadiscio e la
via del Giuba, a poche decine di metri da casa sua. Nella sua auto fu
rinvenuta la rivendicazione dell'agguato firmata dal Movimento Politico
Ordine Nuovo. Nel testo, Occorsio veniva accusato di «avere, per
opportunismo carrieristico, servito la dittatura democratica
perseguitando i militanti di Ordine Nuovo e le idee di cui essi sono
portatori. Vittorio Occorsio ha, infatti, istruito due processi contro
il Mpon» Nella sua auto fu rinvenuta la rivendicazione
dell'agguato firmata dal Movimento Politico Ordine Nuovo. Nel testo,
Occorsio veniva accusato di «avere, per opportunismo carrieristico,
servito la dittatura democratica perseguitando i militanti di Ordine
Nuovo e le idee di cui essi sono portatori. Vittorio Occorsio ha,
infatti, istruito due processi contro il Mpon».Furono condannati per
l'omicidio i neofascisti Pierluigi Concutelli e Gianfranco Ferro, come
esecutori materiali. Assolti invece altri imputati quali mandanti
dell'omicidio; mandanti che non saranno mai individuati.
Onorificenze
Alla memoria del magistrato è stato dedicato il parco di Villa Mercede a
Roma dopo il restauro ed è intitolata un'aula del Palazzo di Giustizia
di Roma. Anche un'aula del liceo Giulio Cesare, dove egli aveva
studiato, porta il suo nome.
Medaglia d'oro al valor civile
«Si
distingueva per l'eccezionale coraggio nella sua attività di Pubblico
Ministero, rappresentando l'espressione vivente del fondamentale
principio secondo il quale il giudice è soggetto soltanto alla Legge,
principio che Egli, come magistrato, applicava con assoluta imparzialità
a garanzia delle istituzioni democratiche.»
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