Missionario comboniano Lele per gli Amici .
Aveva 32 anni. Martire della carità lo ha definito Papa Giovanni Paolo II,
qualche giorno dopo la sua morte. La sua uccisione è da attribuirsi alla sua
azione in difesa degli Indios Suruì e dei lavoratori della terra nello Stato di
Rondonia (Brasile). Ezechiele Ramin nasce a Padova nel 1953.
Studia al collegio Barbarigo dove prende coscienza della miseria in cui viveva
una gran parte dell’umanità. Per questo organizza, sempre a Padova, il gruppo
locale di “Mani Tese” e porta a termine diversi campi di lavoro per
sostenere dei microprogetti. In questo ruolo lo troviamo a Monselice e a
Montagnana nel ’71 e ’72. Alla fine di quell’anno, decide di entrare tra
i missionari comboniani. Si forma a Firenze-Venegono (Va)-Chicago e fa
delle esperienze pastorali tra gli indios del Sud Dakota e un lungo periodo
nella Bassa California Messicana. Dopo l’ordinazione, deve fermarsi in Italia
alcuni anni prima di raggiungere il Brasile il 20 gennaio 1984, assegnato a
Cacoal in Rondonia. Qui si trova immerso nella problematica indigena della
ripartizione delle terre, che prese totalmente a cuore fino al giorno del
martirio il 24 luglio 1985, per difendere il diritto dei più deboli ad un
fazzoletto di terra. Lele
era consumato dall'ansia per la giustizia, dalla propria impotenza
di fronte all'ingiustizia: "Fa male al cuore vedere tanta ingiustizia e
sapere di poter fare così poco". La giustizia era per lui una ragione
sufficiente e necessaria per vivere e per morire. Perdere la vita per la
giustizia era la più alta testimonianza della propria fede, della
"sequela" di Cristo morto su un patibolo per salvare gli altri, e del
proprio amore per gli oppressi. Nell'ultimo secolo la maggior parte dei martiri
è morta non per testimoniare la fede, ma per difendere e testimoniare i valori
della libertà e della giustizia con loro.
Una
cosa vorrei dirvi.
E’
una cosa speciale per coloro
che
sono sensibili alle cose belle.
Abbiate
un sogno.
Abbiate
un bel sogno.
Seguite
soltanto un sogno.
Il
sogno di tutta la vita.
La
vita che è un sogno è lieta.
Una
vita che segue un sogno
si
rinnova di giorno in giorno.
Sia
il vostro un sogno che miri a rendere liete
non
soltanto tutte le persone,
ma
anche i loro discendenti.
E’
bello sognare di rendere felice tutta l’umanità.
Non
è impossibile…Lele.
Nessun commento:
Posta un commento