La Sardegna ha una superficie complessiva di 24.100 km² ed è per estensione la seconda isola del Mediterraneo, dopo la Sicilia, e la terza regione italiana, sempre dopo la Sicilia e il Piemonte.
Gli abitanti sono 1,66 milioni per una densità demografica di 69
abitanti per km². Dista 188 km (Capo Ferro - Monte Argentario) dalle
coste della penisola italiana, dalla quale è separata dal mar Tirreno, mentre il Canale di Sardegna la divide dalle coste tunisine del continente africano che si trovano 178 km più a sud (Capo Spartivento - Cap Serrat). A nord, per 11 km, le Bocche di Bonifacio la separano dalla Corsica e il Mar di Sardegna, a ovest, dalla penisola iberica e dalle isole Baleari. Si situa tra il 41º ed il 39º parallelo, mentre il 40º la divide quasi a metà. Più
dell'80% del territorio è montuoso o collinare. Le montagne sono il 14%
del territorio per un'estensione complessiva di 3.287 km² e sono
formate da rocce molto antiche, livellate dal lento e continuo processo
di erosione. Culminano nel centro dell'isola i monti di Punta La Marmora, a 1.834 m, Bruncu Spina (1829 m), Punta Paulinu (1792 m), Punta Erba Irdes (1676 m) e Monte Spada (1595 m), situati nel Massiccio del Gennargentu. .Situata in posizione centrale nel mar Mediterraneo e ricca di materie prime, la Sardegna è stata sin dagli albori della civiltà un attracco
frequentato da quanti navigavano da una sponda all'altra in cerca di
terre e sbocchi commerciali. Fu così che nella sua storia millenaria ha
saputo trarre vantaggio sia dalla propria insularità - che ha permesso
lo svilupparsi della civiltà nuragica, sia dalla propria posizione
strategica, in quanto luogo imprescindibile nella rete degli antichi
percorsi. Nel suo patrimonio storico e culturale sono abbondanti le
testimonianze delle culture indigene ma anche gli influssi e le presenze
delle maggiori potenze coloniali antiche. Di seguito sono evidenziati tre periodi - fra i tanti della storia della Sardegna - che maggiormente hanno segnato l'Isola:
- quello nuragico;
- quello giudicale;
- quello del regno sardo.
Il loro simbolo più conosciuto, il nuraghe, è stato classificato dall'Unesco come patrimonio mondiale dell'umanità, individuando in Su Nuraxi presso Barumini l'esempio più significativo. Le prime testimonianze scritte in Sardegna risalgono al periodo fenicio-punico con documenti come la Stele di Nora, mentre la successiva provincia romana della Sardegna e Corsica avrà ovviamente come lingua ufficiale il latino. Questo sarà soppiantato nell'uso ufficiale solo dal greco bizantino durante l'Esarcato d'Italia, ma ritornò in auge nella variante medievale come lingua colta, affiancando il sardo usato per vari documenti ufficiali come condaghe e Carta de Logu. L'istituzione del Regno di Sardegna porterà all'utilizzo prima del catalano e poi dello spagnolo, che resterà lingua ufficiale fino a metà settecento, sostituito dalle riforme di Giovanni Battista Lorenzo Bogino con l'italiano tuttora in uso. L'artigianato
tradizionale sardo è un insieme di arti popolari estremamente vario,
sviluppato in campi molto diversi, ricco di gusto e originalità. Alcune
di queste forme artistiche sono di origine antica ed hanno subito
l'influenza delle diverse culture che hanno segnato la storia
dell'isola. Grazie al clima mite, ai paesaggi incontaminati, alla
purezza delle acque marine, la Sardegna attira ogni anno un gran numero
di vacanzieri (nel 2007 le presenze turistiche per la prima volta hanno
superato i 10 milioni di visitatori. Nel corso della storia la Sardegna
ha dato i natali a personalità versate in ogni genere di arte e
disciplina. Durante il Novecento ha espresso figure di rilevanza
internazionale come Antonio Gramsci ed Enrico Berlinguer, la scrittrice
premio Nobel Grazia Deledda e diversi Presidenti della Repubblica, fra
cui Antonio Segni e Francesco Cossiga, oltre a Giuseppe Saragat, nato a
Torino da genitori sardi e molti altri ancora.
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