
Avvocato Italiano
Milano 17 ottobre 1933,
Assassinato: 11 luglio 1979, Milano
Il cuore di Giorgio Ambrosoli smette di
battere l’11 luglio 1979. L'avvocato italiano viene assassinato sotto
casa da un sicario americano ingaggiato dal banchiere siciliano Michele
Sindona su cui stava indagando. Giorgio Ambrosoli nasce in una famiglia
borghese di Milano. Studia Giurisprudenza e si specializza in
diritto fallimentare. Nel 1974 viene scelto dall'allora governatore
della Banca d’Italia, Guido Carli, come commissario liquidatore della
Banca Privata Italiana portata quasi al fallimento da Michele Sindona. Durante le indagini si rende conto che
c’erano gravi irregolarità nei conti e che i libri contabili erano stati
falsati. Sindona aveva consolidati rapporti con pezzi della politica,
della finanza e della criminalità organizzata siciliana. Ambrosoli comincia a ricevere pressioni,
gli chiedono di impostare il suo rapporto in modo da evitare l’arresto
di Sindona. Le intimidazioni diventano minacce di morte. A quel punto
capisce che la sua vita è a rischio ma decide di andare avanti comunque.Era il 1975 Ambrosoli decide di andare
avanti comunque nelle ricerche. Il 12 luglio 1979 avrebbe dovuto
sottoscrivere una dichiarazione formale nella quale confermava la
necessità di liquidare la banca e l’attribuzione delle responsabilità a
Michele Sindona. Viene ucciso la sera prima. Era a casa sua a Milano con amici a vedere
un incontro di boxe. Squilla il telefono lui risponde ma dall’altra
parte non parla nessuno. A fine serata accompagna in macchina i suoi
amici. Tornando indietro, mentre parcheggiava sotto casa, un uomo si
accosta e gli spara quattro colpi. Era il mafioso italoamericano William
Aricò, ingaggiato proprio da Michele Sindona. Nel 1981, con la scoperta delle carte di
Licio Gelli a Castiglion Fibocchi, si ha la conferma del ruolo della
loggia massonica P2 nelle manovre per salvare Sindona. Il 18 marzo 1986,
a Milano, Michele Sindona viene condannato all'ergastolo per l'omicidio
di Ambrosoli. Due giorni dopo viene trovato morto in cella per
avvelenamento da cianuro di potassio.
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