(Abetone, 30 giugno 1920 – San Marcello Pistoiese, 12 /05/1993) è stato uno sciatore alpino italiano.
Fu uno degli sciatori italiani più forti di tutti i tempi,
primatista mondiale del chilometro lanciato e campione mondiale e olimpico negli anni 1950.
A
causa della Seconda guerra mondiale Colò visse una breve carriera
agonistica internazionale: dopo aver iniziato a gareggiare a quattordici
anni ed essere entrato nella nazionale a quindici, fu coinvolto nel
conflitto mondiale, subendo anche la prigionia; riprese a gareggiare nel
1947, a 27 anni. Quell'anno sul Piccolo Cervino a Breuil-Cervinia
stabilì il nuovo record del mondo sul chilometro lanciato con circa 160
km orari, battendo il precedente primato di 136 km/h di Leo Gasperl. Il
record di Colò sarebbe stato duraturo, rimanendo imbattuto per
diciassette anni. Con la sua "posizione a uovo alto" fu il precursore
della posizione a uovo, ma, a differenza dei suoi successori, Colò usava
sci di legno e non indossava il casco. L'anno
dopo partecipò alle Olimpiadi di Sankt Moritz 1948, classificandosi 14°
nello slalom speciale e senza piazzamento in discesa libera a causa una
caduta, vinse la discesa del Lauberhorn; nel 1949 vinse la discesa e la
combinata dell'Arlberg-Kandahar e lo slalom del Lauberhorn, risultato
quest'ultimo bissato nel 1950. Sempre
nel 1950 fu il protagonista dei Mondiali di Aspen, negli Stati Uniti:
fu primo nella discesa libera e nello slalom gigante, e sfiorò
l'en-plein nello slalom speciale, finendo secondo a tre decimi dallo
svizzero Georges Schneider. Entrambe le sue vittorie possono essere
considerate storiche: Colò fu il primo, e finora unico, italiano a
vincere la discesa libera ai Mondiali, e anche il primo campione
mondiale della storia nello slalom gigante, disciplina che venne
introdotta proprio in quell'edizione. Dopo i Mondiali Colò, ormai
soprannominato "Star of Aspen" ("stella di Aspen"), prolungò la sua
trasferta in Nord America vincendo i Campionati nordamericani. Due
anni dopo partecipò per la seconda volta ai Giochi olimpici. A Oslo
1952 non riuscì a difendere il titolo mondiale nello slalom gigante,
dove fu quarto. Il giorno dopo si confermò invece nella discesa libera:
il 16 febbraio fu il più veloce degli ottantuno concorrenti sui 2600 m
della pista di Norefjell. La stampa italiana lo ribattezzò "Il Falco di
Oslo". Fu la prima medaglia d'oro per l'Italia nello sci alpino ai
Giochi olimpici invernali, tuttora l'unica di uno sciatore italiano
nella discesa libera. Qualche giorno dopo concluse le sue prove
olimpiche con lo slalom speciale, dove fu quarto. Dopo
le Olimpiadi di Oslo Zeno Colò legò il suo nome a un modello di
scarponi da sci e a una giacca da sci. In base ai regolamenti dell'epoca
venne quindi ritenuto professionista: nel 1954 fu squalificato dalla
Federazione Italiana Sport Invernali (FISI) e non poté partecipare alle
gare successive. La squalifica suscitò proteste da parte dello sciatore
dell'Abetone, che tentò invano di essere riabilitato. Fu la fine della
sua carriera agonistica internazionale: ai Mondiali del 1954 a Åre fu
presente solo come apripista nella discesa libera, fu comunque
cronometrata la sua prestazione risultando la seconda assoluta, e alle
Olimpiadi di Cortina d'Ampezzo 1956 come semplice tedoforo. Ai
Campionati italiani conquistò ventotto medaglie: nove in discesa
libera, quattro in slalom gigante, dieci in slalom speciale e cinque in
combinata. Lasciate
le gare, diventò maestro di sci presso l'Abetone. Si impegnò per la
promozione e lo sviluppo della stazione sciistica pistoiese. Fu tra i
promotori della Società Funivie Abetone e della costruzione della prima
ovovia. Nel 1973 disegnò tre piste da sci che scendono da Monte Gomito,
che da lui prendono il nome di Zeno 1 , Zeno 2 e Zeno 3. Nel
1989 la FISI revocò la squalifica inflittagli nel 1954. Nel 1991
ricevette il premio "Una vita per lo sci" dello Sci Club Abetone e una
medaglia d'oro FISI. Morì nel 1993, ormai gravemente malato a causa di un tumore ai polmoni.
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giovedì 30 giugno 2016
Zeno Colò un grande dello sci Italiano
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