
La
devozione torinese verso la Consolata,Patrona dell’Arcidiocesi,è
certamente la più sentita oltre ad essere la più antica. Le origini sono
remote, secondo la tradizione il protovescovo S. Massimo fu il
costruttore di un’antica chiesa mariana proprio a ridosso delle mura
cittadine,presso la torre angolare i cui resti sono ancora
visibili.Simbolicamente allineato alle antiche mura, a prova della
protezione, sorge oggi l’altare maggiore in cui è collocata la
veneratissima effige. Originale è il titolo di “Consolata" probabilmente
un’antica storpiatura dialettale, “la Consolà del più consueto
“Consolatrix afflictorum Per noi è bello pregare Maria meditando che
Consolata da Dio è più che mai Consolatrice nostra.Nella storia remota
sull’origine del Santuario troviamo l’anzianoRe Arduino di Ivrea che,
ritiratosi nell’Abbazia di Fruttuaria,ebbe in sogno disposizione dalla
Madonna, insieme a S. Benedetto e S. Maria Maddalena,di costruire tre
chiese a lei dedicate: la Consolata, Belmonte nel Canavese e Crea nel
Monferrato.Nel 1104 la Vergine apparve anche ad un cieco di
Briancon,Giovanni Ravachio, a cui disse di recarsi a Torino dove,
trovando un quadro che la rappresentava, avrebbe acquistato la vista. Il
cieco ottenne ascolto solo dalla donna di servizio. Messosi in viaggio
per un momento gli si aprirono gli occhi presso Pozzo Strada (oggi vi
sorge la parrocchia dedicata alla Natività di Maria)e vide da lontano il
campanile di S. Andrea (antico titolo del Santuario). Giunto finalmente
alla meta, scavando, trovò l’immagine della Vergine e acquistò la
sospirata vista.Probabilmente l’icona era stata nascosta durante
l'imperversare dell’eresia del vescovo iconoclasta Claudio, affinché non
fosse distrutta. Accorse il vescovo Mainardo, allora residente a
Testona di Moncalieri, e la miracolosa immagine venne ricollocata con i
dovuti onori. Quest’effige oggi non esiste più mentre vi è nella parte
bassa del Santuario la cappella sotterranea detta “delle Grazie" Il
complesso abbaziale di S. Andrea era retto dai benedettini che vi
avevano trovato rifugio dopo essere fuggiti dalla Novalesa a causa delle
scorribande saracene. Della loro presenza ci restano il millenario
imponente campanile in stile romanico-lombardo, opera del
monaco-costruttore Bruningo,e le reliquie di S. Valerico Abate,
collocate nell’altare a lui dedicato. Ai benedettini subentrarono poi i
Cistercensi Riformati,detti Fogliensi.Il quadro oggi venerato è invece
dono del Cardinale Della Rovere(il costruttore del Duomo)ed è attribuito
ad Antoniazzo Romano.Opera della fine del XV secolo si ispira alla
Madonna del Popolo di Roma.La devozione della città verso la Vergine fu
sempre accompagnata a quella della Casa Regnante.I Savoia furono attenti
ai vari interventi costruttivi facendo sì che vi lavorassero i migliori
artisti al loro servizio. A Guarino Guarini si deve l’attuale
impostazione dell’edificio, nato dalla trasformazione dell’antica chiesa
di S. Andrea, mentre lo splendido altare maggiore è opera di Filippo
Juvarra. Nel 1904 Carlo Ceppi, su commissione del Rettore Beato Giuseppe
Allamano, aggiunse quattro cappelle laterali dando il definitivo
assetto che si presenta assai originale e adatto al raccoglimento e alla
preghiera.Colpisce inoltre la ricchezza di marmi e stucchi dorati.La
devozione della città verso la Vergine Consolata è rimasta costante nei
secoli, il popolo con i suoi sovrani vi si raccoglieva in preghiera sia
nelle occasioni felici, sia in quelle infauste: centinaia di ex-voto lo
testimoniano. Tra i vari avvenimenti che videro la Consolata
particolarmente invocata, ricordiamo l’assedio alla città da parte dei
francesi nel 1706.Torino resistette eroicamente per mesi agli attacchi
del forte esercito nemico. Autentico padre spirituale della città fu il
già anziano Beato Sebastiano Valfrè,oratoriano, confidente del Duca,
cappellano militare,sostegno morale del popolo e ispiratore del voto
alla Madonna di Vittorio Amedeo II che si concretizzerà nella
costruzione della Basilica di Superga sul colle più alto della città.
Dalla clausura anche la carmelitana Beata Maria degli Angeli indicava
Maria Bambina come liberatrice.Dopo l’eroico gesto di Pietro Micca la
vittoria avvenne il 7 settembre, vigilia della festa della Natività di
Maria. Decine di pilastrini con scolpita l’immagine della Consolata
furono collocati lungo il campo di battaglia (l’attuale Borgo Vittoria).
Una palla di cannone, rimasta conficcata vicino alla cupola, è ancora
oggi visibile. Nel 1835 durante l’epidemia di colera la municipalità
fece un nuovo voto di cui il principale promotore fu il decurione
Tancredi di Barolo,Servo di Dio.In ringraziamento per il limitato numero
di vittime fu eretta all’esterno del Santuario una colonna con la
statua della Vergine. In quegli anni un assiduo devoto fu Silvio
Pellico,un semplice busto all’interno lo ricorda.Nel 1852 lo scoppio
della vicina polveriera di Borgo Dora vide Paolo Sacchi, novello Pietro
Micca, scongiurare la tragedia. Il vicino ospedale del Cottolengo subì
gravissimi danni,tra le macerie restò illesa un’immagine della Consolata
e fortunosamente non si registrò alcuna vittima.Anche durante le due
guerre mondiali i torinesi si rivolsero alla loro Patrona: centinaia di
spalline militari, croci di guerra, un’edicola all’esterno e una lapide
all’interno ce lo ricordano.Il Santuario fu meta di numerosi santi.
L’elenco sarebbe lungo, ricordiamo S. Carlo Borromeo e S. Francesco di
Sales, San Giuseppe Benedetto Cottolengo, Don Bosco che portava qui i
suoi ragazzi dal vicino Valdocco, S. Giuseppe Cafasso (qui sono venerate
le sue spoglie), S. Leonardo Murialdo fuori dal portone faceva la
questua per le sue opere,S.Ignazio da Santhià si raccoglieva lungamente
in preghiera durante il suo giro in città prima di salire al Monte, il
Beato Pier Giorgio Frassati vi sostava per la Messa prima di recarsi
nelle soffitte dai poveri,S. Giuseppe Marello vi fu miracolato da
ragazzo, la Beata Enrichetta Dominici del vicino Istituto S. Anna, il
Venerabile Pio Brunone Lanteri fondatore degli Oblati di Maria Vergine
che nell'800 ressero il Santuario.Diversi istituti religiosi hanno preso
il loro nome dalla Consolata: le Figlie della Consolata, le Suore di
Maria SS. Consolatrice (dette le “Consolatine", i Missionari e le
Missionarie della Consolata. Questi ultimi due Istituti furono fondati
dal Beato Giuseppe Allamano,nipote del Cafasso e Rettore del Santuario
per 46 anni.Oggi questi suoi figli e figlie spirituali sono presenti
negli angoli più remoti del pianeta. Nel 1906 S.Pio X conferì al
Santuario il titolo di Basilica Minore.La festa si celebra, preceduta
dalla solenne novena, il 20 giugno. Al tramonto del sole la statua
argentea viene condotta in processione per le vie del centro cittadino.
Migliaia di fedeli la seguono preceduti da tutti i religiosi e le
religiose della città, da tutte le confraternite e dalle associazioni
cattoliche di volontariato.Cuore pulsante della Diocesi il Santuario è
un’oasi, in pieno centro cittadino, per temprare lo spirito. Le
celebrazioni si susseguono quasi ininterrottamente tutti i giorni e
numerosi sacerdoti sono sempre presenti per riconciliare con Dio
chiunque lo desidera.
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Autore: Daniele Bolognini
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