Mario Amato
(Palermo, 24 novembre 1937 – Roma, 23 giugno 1980)
Il 23 giugno 1980 viene ucciso a Roma il sostituto procuratore Mario
Amato. Il magistrato, 42 anni, era arrivato alla procura nel 1977 e
aveva ereditato i fascicoli del giudice che prima di lui si occupava di
terrorismo nero: Vittorio Occorsio, (ucciso il 10 luglio 1976 dal
neofascista Pierluigi Concutelli). Amato fu il primo magistrato, dopo
Occorsio, a tentare una lettura globale del terrorismo nero: «attraverso
i parziali successi delle indagini su singoli episodi terroristici '
dice davanti al CSM 10 giorni prima di essere ucciso ' sto arrivando
alla visione di una verità d'assieme, ben più¹ gravi di quelle stesse
degli esecutori materiali degli atti criminosi». Ma Amato è lasciato
solo a svolgere queste indagini, isolato dai suoi superiori. Amato
riesce comunque a ricostruire le connessioni tra destra eversiva e
'Banda della Magliana', intuisce i legami tra sottobosco finanziario,
economico e potere pubblico. Aveva scoperto, tra l'altro, che i NAR
cercavano un'alleanza con gli estremisti di sinistra che si erano
organizzati alla stregua delle BR e stavano diventando pericolosissimi.
Poche settimane prima della Strage di Bologna, Amato viene ucciso a Roma
dai terroristi Gilberto Cavallini e Luigi Ciavardini, mentre i mandanti
di questo omicidio, Mambro e Fioravanti, sono a Treviso, dove fanno di
tutto per farsi notare in modo da costruirsi un alibi, secondo un piano
abilmente architettato. Ricevuta la notizia dell'avvenuto omicidio,
Mambro e Fioravanti festeggiano a ostriche e champagne e stilano il
volantino di rivendicazione: Il sostituto procuratore viene trucidato
alle 8.05, mentre ad una fermata attende l'autobus per recarsi a lavoro.
Dopo l'omicidio i fotografi scattano foto impietose, che del magistrato
ritraggono, in primo piano, le suole delle scarpe bucate.
Con Amato svanisce anche la possibilità di impedire la Strage di Bologna.
Con Amato svanisce anche la possibilità di impedire la Strage di Bologna.
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