Vanni, Manfredo
insegnante, scrittore,
(Sorano 1860-Milano 1937)
(Sorano 1860-Milano 1937)
nacque a Sorano, in provincia di Grosseto nel 1860, ma trascorse
gran parte della giovinezza a Piancastagnaio, sulle pendici senesi del
Monte Amiata, fino al 1873 quando fu mandato a Siena a studiare presso
il Ginnasio diretto dai padri Scolopi. Nel 1880 si iscrisse all'Istituto
di studi superiori di Firenze, che frequentò fino al 1884, quando
discusse la tesi di laurea dal titolo "Girolamo Gigli nei suoi scritti
polemici e satirici" ( pubblicata 1888),
con la quale ottenne il titolo di dottore in lettere a pieni voti.
L'ottimo risultato raggiunto gli valse, già nel 1884, l'insegnamento di
lettere italiane nell'Istituto tecnico provinciale di Arezzo e la nomina
a Bibliotecario dell'Accademia "Petrarca" di Arezzo. Nel 1888 vinse il
concorso per la cattedra di lettere italiane presso l'Istituto tecnico
"C. Cattaneo" di Milano, dove si trasferì con la famiglia: qui, l'anno
successivo, vinse il concorso per coprire la stessa cattedra anche nel
Collegio militare, cattedra che tenne fino al 1896. Quando il Collegio
fu trasferito a Roma, Manfredo Vanni decise di restare a Milano,
impegnandosi nella quotidiana attività di insegnante di lettere per
quarant'anni presso il Cattaneo e per un biennio anche presso il
Politecnico (1918-1919), fino al 1925, anno in cui si ritirò in
pensione. La sua passione per l'insegnamento prese forma anche in un
manuale didattico di lettere italiane per le scuole medie inferiori,
edito tra il 1917 e il 1920, diviso in tre
volumi: "Giornata d'oro", "Meriggio d'oro" e "Il Vespro d'oro"; altri
manuali per le scuole nacquero dalla collaborazione con
studiosi a lui contemporanei. Oltre alla pubblicazioni di testi e
antologie scolastiche, Manfredo Vanni si dedicò ad alcune raccolte di
novelle, prevalentemente di ambiente senese e maremmano, come "Il
mattino d'oro" (1917), "Casi da novelle. Note
paesane" (1893) e "Prugnoli maremmani. Casi
da novelle" (1896); la produzione letteraria più
rilevante però fu quella degli epigrammi, dei quali ha lasciato quattro
raccolte: "Gli ultimi epigrammi di M. V.",1897;
"Epigrammi vecchi e nuovi", 1915; "Epigrammi inediti", 1921; "Pesciolini d'Arno. Epigrammi per una pesca di
beneficenza", Varese, Giornale di Poesia, 1923. Manfredo Vanni morì a
Milano nel 1937, dopo una lunga malattia.
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