lunedì 22 febbraio 2016

Vanni, Manfredo

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Vanni, Manfredo
insegnante, scrittore,
(Sorano 1860-Milano 1937)
nacque a Sorano, in provincia di Grosseto nel 1860, ma trascorse gran parte della giovinezza a Piancastagnaio, sulle pendici senesi del Monte Amiata, fino al 1873 quando fu mandato a Siena a studiare presso il Ginnasio diretto dai padri Scolopi. Nel 1880 si iscrisse all'Istituto di studi superiori di Firenze, che frequentò fino al 1884, quando discusse la tesi di laurea dal titolo "Girolamo Gigli nei suoi scritti polemici e satirici" ( pubblicata 1888), con la quale ottenne il titolo di dottore in lettere a pieni voti. L'ottimo risultato raggiunto gli valse, già nel 1884, l'insegnamento di lettere italiane nell'Istituto tecnico provinciale di Arezzo e la nomina a Bibliotecario dell'Accademia "Petrarca" di Arezzo. Nel 1888 vinse il concorso per la cattedra di lettere italiane presso l'Istituto tecnico "C. Cattaneo" di Milano, dove si trasferì con la famiglia: qui, l'anno successivo, vinse il concorso per coprire la stessa cattedra anche nel Collegio militare, cattedra che tenne fino al 1896. Quando il Collegio fu trasferito a Roma, Manfredo Vanni decise di restare a Milano, impegnandosi nella quotidiana attività di insegnante di lettere per quarant'anni presso il Cattaneo e per un biennio anche presso il Politecnico (1918-1919), fino al 1925, anno in cui si ritirò in pensione. La sua passione per l'insegnamento prese forma anche in un manuale didattico di lettere italiane per le scuole medie inferiori, edito tra il 1917 e il 1920, diviso in tre volumi: "Giornata d'oro", "Meriggio d'oro" e "Il Vespro d'oro"; altri manuali per le scuole nacquero dalla collaborazione  con studiosi a lui contemporanei. Oltre alla pubblicazioni di testi e antologie scolastiche, Manfredo Vanni si dedicò ad alcune raccolte di novelle, prevalentemente di ambiente senese e maremmano, come "Il mattino d'oro" (1917), "Casi da novelle. Note paesane" (1893) e "Prugnoli maremmani. Casi da novelle" (1896); la produzione letteraria più rilevante però fu quella degli epigrammi, dei quali ha lasciato quattro raccolte: "Gli ultimi epigrammi di M. V.",1897; "Epigrammi vecchi e nuovi", 1915; "Epigrammi inediti", 1921; "Pesciolini d'Arno. Epigrammi per una pesca di beneficenza", Varese, Giornale di Poesia, 1923. Manfredo Vanni morì a Milano nel 1937, dopo una lunga malattia.

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