Parma 1898/ Castiglione Torinese 1951
Nacque a Parma nel 1898, si diplomò maestro ed insegnò finchè l’avvento del fascismo non lo indusse a lasciare la scuola per trasferirsi a Torino, nel 1926, a dirigere l’ufficio stampa della Società Editrice Internazionale. Pezzani si inserì nella vita culturale torinese con la sua affascinante personalità e la sua intraprendenza operativa. Presso la SEI Pezzani pubblicò opere di poesia e prosa, per ragazzi e per adulti. Compose opere di poesia come Angeli verdi ( che anticipò di svariati lustri l’interesse per l’ecologia e le piante ) e Il sogno di un piccolo re; opere in prosa come Credere, (che vinse il premio Pallanza), La casa del padre e Il viatico nella tempesta. La vocazione di maestro indusse Pezzani a scrivere due serie di cinque volumetti di letture per bambini delle scuole elementari Cose della vita e Focovivo che negli anni 1943/50 diventarono la più diffusa lettura per le scuole elementari. Nel 1943 con Giusto Gervasutti fondò la casa editrice Il Verdone. Pubblicò poche ma valide opere tra le quali Scalate sulle Alpi, autobiografico del Gervasutti e una raccolta antologica di poesie piemontesi intitolata Parnas Piemonteis. Nel 1945 Pezzani fondò una nuova casa editrice Edizioni Palatine che pubblicò alcuni suoi libri di poesie e un libro di saggi critici sulla musica di Ildebrando Pizzetti. Le rendite di Focovivo permisero a Pezzani di arredare riccamente una grande villa in via Santa Giulia organizzandovi fastosi e mecenateschi ricevimenti. Nello stesso periodo comprò un' imponente villa settecentesca a Castiglione Torinese dove si ritirava a scrivere. Nel 1948 però la situazione economica del Pezzani precipitò. Fu costretto a vendere la villa di via Santa Giulia per poi ritirarsi con la madre nella villa di Castiglione. Ben presto la salute peggiorò e minato nel fisico morì il 14 luglio 1951 a Castiglione Torinese. Aveva appena terminato la raccolta di poesie Bellissimi dolori, che rappresenta il suo testamento spirituale. Benché Pezzani avesse sognato talvolta un ritorno a Parma (egli amava la sua città soprattutto nel ricordo e l’aveva vissuta in poesia, con i suoi struggenti versi in dialetto parmigiano) fu Torino che gli diede fama e ricchezza, e Castiglione fu il luogo che egli considerò ideale per «fare poesia». Infatti molti dei suoi versi più belli e significativi nacquero nella villa sul colle di Castiglione,il luogo del suo tormentato esilio di poeta."
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