ventaglio 1960/70
Durante il XVIII ed il XIX secolo le dame della nobiltà e dell’alta
borghesia possedevano molti esemplari da utilizzare nelle svariate occasioni
della giornata indipendentemente dal clima; i ventagli
scandivano la vita delle donne più abbienti:ve ne erano per sancire un
fidanzamento, nella ”corbeille de marriage”(corredo), per la presentazione a
corte, per festeggiare la nascita dei figli, per gli eventi luttuosi. Nel ‘700 ve
ne erano anche da usare in chiesa, oppure per divulgare le danze più alla
moda. Sono giunti a noi anche rari esempi di
ventagli da bambina e da bambola, alcuni in materiali preziosi. Come per le
madri, l’etichetta imponeva l’utilizzo di tale accessorio, spesso di forma
identica, anche alle figlie, e di conseguenza ne erano corredate anche le loro
bambole. All’epoca della Rivoluzione Francese i ventagli furono un tramite per divulgare
alle masse alcuni eventi salienti e la storia dei personaggi importanti. Alcuni
erano controrivoluzionari e quindi vietatissimi, perché inneggiavano a Luigi XVI
ed alla famiglia reale: essi sono assai rari. Insieme
alla moda del costume variarono la dimensione e la foggia dei ventagli. La
pagina era spesso dipinta su pelle lavorata in modo da diventare sottilissima, e
denominata ”pelle di cigno”. A differenza degli europei, i cinesi dipinsero le
pagine solo su carta e seta. Erano eccezionali intagliatori di
avorio, tartaruga, madreperla, eccellenti laccatori e abili nel lavorare e smaltare
la filigrana. Un tipo molto comune era il “Cento facce”:sulla pagina venivano
rappresentate scene di corte o di vita, dove gli abiti dei personaggi erano in
seta ritagliata ed applicata, le testine in avorio dipinto….L’Italia,dopo aver dettato legge in materia di ventagli nel XV e XVI secolo, ed
essere stata in seguito surclassata da Francia ed Inghilterra, meglio organizzate
e competitive ,tornò ad imporre un proprio stile nel XVIII secolo con esemplari
prodotti a Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli. I più ambiti, subito
riconoscibili, furono quelli con vedute urbane, archeologiche e
paesaggistiche, denominati ”Grand Tour”. Essi venivano acquistati come ricordo dei
viaggi che la nobiltà compiva nell’Europa del sud, con tappa obbligata in Italia.
La durata di tali spostamenti di cultura ed istruzione variava dai due ai cinque
anni. Nel 1700
fu anche ideato un linguaggio “a distanza”, per trasmettere specifici messaggi a
seconda del modo in cui il ventaglio veniva tenuto, aperto o mostrato. Esso fu
codificato nel XIX secolo, e fu molto utile alle dame per fissare appuntamenti
segreti, ma anche per i giochi di società. Seguendo
l’uso di realizzare ventagli per conservare memoria di viaggi o di eventi regali, storici, politici, furono prodotti esemplari che celebravano anche eventi
sportivi, oppure le famose Esposizioni Universali, e da qui alla realizzazione di
ventagli pubblicitari, il passo è breve. Oggi i
ventagli vengono prodotti spesso con materiali scadenti, non facendo più parte
del guardaroba femminile già da molti decenni: la frenesia della vita moderna ed
il necessario adattamento dell’abbigliamento hanno fatto sì che tale accessorio
divenisse desueto. Negli ultimi tempi dobbiamo però notare un nuovo impulso
segnato da una rinascita del collezionismo e dell’interesse di artisti
contemporanei di qualità verso questo prezioso oggetto.
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