mercoledì 24 febbraio 2016

Ultima parte della storia del ventaglio




 ventaglio 1960/70
Durante il XVIII ed il XIX secolo le dame della nobiltà e dell’alta borghesia possedevano molti esemplari da utilizzare nelle svariate occasioni della giornata indipendentemente dal clima; i ventagli scandivano la vita delle donne più abbienti:ve ne erano per sancire un fidanzamento, nella ”corbeille de marriage”(corredo), per la presentazione a corte, per festeggiare la nascita dei figli, per gli eventi luttuosi. Nel ‘700 ve ne erano anche da usare in chiesa, oppure per divulgare le danze più alla moda. Sono giunti  a noi anche rari esempi di ventagli da bambina e da bambola, alcuni in materiali preziosi. Come per le madri, l’etichetta imponeva l’utilizzo di tale accessorio, spesso di forma identica, anche alle figlie, e di conseguenza ne erano corredate anche le loro bambole. All’epoca della Rivoluzione Francese i ventagli furono un tramite per divulgare alle masse alcuni eventi salienti e la storia dei personaggi importanti. Alcuni erano controrivoluzionari e quindi vietatissimi, perché inneggiavano a Luigi XVI ed alla famiglia reale: essi sono assai rari. Insieme alla moda del costume variarono la dimensione e la foggia dei ventagli. La pagina era spesso dipinta su pelle lavorata in modo da diventare sottilissima, e denominata ”pelle di cigno”. A differenza degli europei, i cinesi dipinsero le pagine solo su carta e seta. Erano eccezionali intagliatori di avorio, tartaruga, madreperla, eccellenti laccatori e abili nel lavorare e smaltare la filigrana. Un tipo molto comune era il “Cento facce”:sulla pagina venivano rappresentate scene di corte o di vita, dove gli abiti dei personaggi erano in seta ritagliata ed applicata, le testine in avorio dipinto….L’Italia,dopo aver dettato legge in materia di ventagli nel XV e XVI secolo, ed essere stata in seguito surclassata da Francia ed Inghilterra, meglio organizzate e competitive ,tornò ad imporre un proprio stile nel XVIII secolo con esemplari prodotti a Milano, Venezia, Firenze, Roma e Napoli. I più ambiti, subito riconoscibili, furono quelli con vedute urbane, archeologiche e paesaggistiche, denominati ”Grand Tour”. Essi venivano acquistati come ricordo dei viaggi che la nobiltà compiva nell’Europa del sud, con tappa obbligata in Italia. La durata di tali spostamenti di cultura ed istruzione variava dai due ai cinque anni. Nel 1700 fu anche ideato un linguaggio “a distanza”, per trasmettere specifici messaggi a seconda del modo in cui il ventaglio veniva tenuto, aperto o mostrato. Esso fu codificato nel XIX secolo, e fu molto utile alle dame per fissare appuntamenti segreti, ma anche per i giochi di società. Seguendo l’uso di realizzare ventagli per conservare memoria di viaggi o di eventi  regali, storici, politici, furono prodotti esemplari che celebravano anche eventi sportivi, oppure le famose Esposizioni Universali, e da qui alla realizzazione di ventagli pubblicitari, il passo è breve. Oggi i ventagli vengono prodotti spesso con materiali scadenti, non facendo più parte del guardaroba femminile già da molti decenni: la frenesia della vita moderna ed il necessario adattamento dell’abbigliamento hanno fatto sì che tale accessorio divenisse desueto. Negli ultimi tempi dobbiamo però notare un nuovo impulso segnato da una rinascita del collezionismo e dell’interesse di artisti contemporanei di qualità verso questo prezioso oggetto.

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