lunedì 29 febbraio 2016
Proverbi Marzolini
Se Marzo entra come un leone,
esce come un agnello.
*
Marzo asciutto gran per tutto.
*
Marzo secco villano ricco.
*
Marzo molle grano per le zolle.
*
Neve Marzolina
dura dalla sera alla mattina
*
Rivoluzione euro, addio vecchie lire.
Sono già passati ben 14 anni dal 1° marzo 2002
Dopo due mesi di circolazione parallela con l’euro (la moneta unica europea in vigore dall’1 gennaio 2002 anche in Italia) da oggi la lira non può più essere usata per i pagamenti. Fino al 29 febbraio 2012 la Banca d’Italia assicurerà tuttavia il cambio delle lire in euro.
Dormi, dormi
Dormi,dormi mia piccina,
sei la stella più bellina,
sei la stella più lucente,
anche se hai perso un dente.
*
sei la stella più bellina,
sei la stella più lucente,
anche se hai perso un dente.
*
Il dentino che è caduto,
nel bicchiere l'ho veduto
quando ti risveglierai,
più ricca già sarai.
*
Nel bicchiere col dentino
è apparso un soldino.
*
Corri a metterlo nel salvadanaio
e domani ne avrai già un paio,
tra qualche giorno altri tre,
e potrai sposare un re.
*
Perchè tu sei la mia regina
la più dolce la più bellina.
Dormi serena,tranquilla e beata
che ti veglia la tua mamma adorata.
ad Anisia da Nonna Cia
nel bicchiere l'ho veduto
quando ti risveglierai,
più ricca già sarai.
*
Nel bicchiere col dentino
è apparso un soldino.
*
Corri a metterlo nel salvadanaio
e domani ne avrai già un paio,
tra qualche giorno altri tre,
e potrai sposare un re.
*
Perchè tu sei la mia regina
la più dolce la più bellina.
Dormi serena,tranquilla e beata
che ti veglia la tua mamma adorata.
ad Anisia da Nonna Cia
Ciao Fbbraio
- A febbraio, il sole in ogni ombraio.
- Chi vuol di vena un granajo lo semini di febbraio.
- Chi vuol un bel pagliaio lo pianti di febbraio.
- Febbraio corto e amaro.
- Febbraio è il mese in cui le donne parlano poco.
- Febbraio ferra l'acquaio.
- Febbraio nevoso,estate gioiosa.
- In febbraio la beccaccia fa il nido.
- In febbraio la terra è in calore.
- La pioggia di febbraio empie il granaio.
- Se ci sono le mosche in febbraio, bisogna scaldarsi le orecchie a marzo.
- Se febbraio non febbreggia,marzo campeggia.
Scusate se sono noisa ma a ma piace raccontare.2
Ebbene rieccomi a rompere!!!!
Marco come ho già detto dopo aver preso la maturità in ragioneria nell'estate se nè andato ad Ibiza. (meta che ogni giovane desira provare). Ibiza sembra chissà cosa, ma io che ci sono stata 3/4 volte è bellissima e normalissima anche per famiglie e bimbi piccoli. Acqua meravigliosa appena esci dai paesi e lasciata un po selvaggia. Solo i giovani fanno vita notturna ed è lì lo sballo. La sera con mio marito andavamo a trovare Marco al lavoro, dove era la "Movida" ne abbiamo viste di tutti i colori, ma anche gente comune come noi. Prima di cominciare ad andare all'estero come tutti i giovani ci ha fatto vedere i "sorci verdi". Ne combinava di tutti i colori, incidenti con la macchina, marinava la scuola, mi tornava alle 6 la mattina la domenica, insomma come tanti ragazzi e ragazze della sua età(non tutti naturalmente). Il primo anno che è andato ad Ibiza lavorando si è guadagnato i soldi per vivere là e basta. Nell'inverno ha lavorato con mio marito. Mio marito faceva il restauratore di facciate un po' artitiche, da noi si dice "Stucchinaio". Il secondo anno è ritornato nello stesso posto da maggio ad ottobre e siccome si era fatto benvolere lo hanno riassunto volentieri, fino a che dopo un paio di anni lo hanno fatto entrare nel gruppo. Sono 5 o 6 ragazzi più grandi di Marco Italiani in maggioranza che gestiscono 3 o 4 bar, ad Ibiza e anche in paesi vicini come San Antonio etc. Ragazzi che ho conosciuto e ospitato anche in casa mia devo dire molto bravi e seri. Marco stava fuori di uno dei bar con un tavolino ed era responsabile di due ragazzi/e che vendevano i biglietti per le discoteche. All'inizio il lavoro gli piaceva e gli è servito anche per le lingue. Oramai lo spagnolo lo parla meglio dell'italiano poi ha approfondito inglese, un po' il tedesco che ha studiato a scuola, il francese lo mastica abbastanza avendo la moglie francese e il portoghese perchè è stato molte volte in Brasile. Sembra tutto bene ma in seguito vi racconterò come è cambiato dal giorno alla notte, anche se non mi potevo lamentare adesso è un'altra persona.
Alla prossima.
Marco come ho già detto dopo aver preso la maturità in ragioneria nell'estate se nè andato ad Ibiza. (meta che ogni giovane desira provare). Ibiza sembra chissà cosa, ma io che ci sono stata 3/4 volte è bellissima e normalissima anche per famiglie e bimbi piccoli. Acqua meravigliosa appena esci dai paesi e lasciata un po selvaggia. Solo i giovani fanno vita notturna ed è lì lo sballo. La sera con mio marito andavamo a trovare Marco al lavoro, dove era la "Movida" ne abbiamo viste di tutti i colori, ma anche gente comune come noi. Prima di cominciare ad andare all'estero come tutti i giovani ci ha fatto vedere i "sorci verdi". Ne combinava di tutti i colori, incidenti con la macchina, marinava la scuola, mi tornava alle 6 la mattina la domenica, insomma come tanti ragazzi e ragazze della sua età(non tutti naturalmente). Il primo anno che è andato ad Ibiza lavorando si è guadagnato i soldi per vivere là e basta. Nell'inverno ha lavorato con mio marito. Mio marito faceva il restauratore di facciate un po' artitiche, da noi si dice "Stucchinaio". Il secondo anno è ritornato nello stesso posto da maggio ad ottobre e siccome si era fatto benvolere lo hanno riassunto volentieri, fino a che dopo un paio di anni lo hanno fatto entrare nel gruppo. Sono 5 o 6 ragazzi più grandi di Marco Italiani in maggioranza che gestiscono 3 o 4 bar, ad Ibiza e anche in paesi vicini come San Antonio etc. Ragazzi che ho conosciuto e ospitato anche in casa mia devo dire molto bravi e seri. Marco stava fuori di uno dei bar con un tavolino ed era responsabile di due ragazzi/e che vendevano i biglietti per le discoteche. All'inizio il lavoro gli piaceva e gli è servito anche per le lingue. Oramai lo spagnolo lo parla meglio dell'italiano poi ha approfondito inglese, un po' il tedesco che ha studiato a scuola, il francese lo mastica abbastanza avendo la moglie francese e il portoghese perchè è stato molte volte in Brasile. Sembra tutto bene ma in seguito vi racconterò come è cambiato dal giorno alla notte, anche se non mi potevo lamentare adesso è un'altra persona.
Alla prossima.
Curiosità sul 29 febb.
Come sempre, dato che ricorre solo una volta ogni quattro anni, il 29 febbraio è qualcosa di speciale.
1. Difficili da educare
In Cina si pensa che i bambini nati in un anno bisestile diano più
problemi e che, in genere, siano più difficili da educare. Ai Cinesi fa
quindi comodo che la probabilità di nascere in un giorno intercalare sia
soltanto di 1:1500. Ne consegue che in tutto il mondo sono appena 5
milioni le persone che festeggiano il proprio compleanno in questa data.
2. Una serie di figli... intercalari
Jade, la figlia di David e Louise Estes, è nata il 29 febbraio 2012
a Provo, nello Stato americano dello Utah. Suo fratello Remington era
venuto al mondo il 29 febbraio 2008 e il più grande di tutti, Xavier, il
29 febbraio 2004. La piccola Jade era già cinque giorni in ritardo
rispetto al termine previsto della gravidanza quando i medici hanno
deciso di indurre il parto. Che aspettasse proprio il giorno
intercalare?
3. Fatica sprecata
Nel 2000, un cittadino tedesco nato in un anno bisestile si è
rivolto all'Organizzazione delle Nazioni Unite. La petizione da lui
promossa per «introdurre in modo stabile il 29 febbraio», però, non ha
avuto successo.
4. Proposta di matrimonio al femminile
Un tempo, in Gran Bretagna la tradizione voleva che la proposta di
matrimonio fosse fatta fondamentalmente dall'uomo - ma non nei giorni
intercalari. In questo caso, era roba da donne. La tradizione del «Leap
Day» è così diffusa da dare vita ogni quattro anni nelle isole
britanniche a una vera e propria campagna matrimoniale.
5. Una data di pubblicazione singolare
Dal 1980, il giornale satirico francese «Bougie du Sapeur» viene
pubblicato solo una volta ogni quattro anni - quando il mese di febbraio
è di 29 giorni. Per di più, in una tiratura di circa 200 esemplari.
6. Temperature a picco
Un proverbio meteorologico tedesco recita: «Anno bisesto, anno
freddo». Sarà vero o è soltanto un antico detto? Staremo a vedere.
Preghiera
Padre delle Misericordie,
Tu che hai scelto la Beata Antonia,
come figlia, sorella e sposa
del Tuo Figlio Gesù Cristo
sulla via tracciata da Francesco e
Chiara d’ Assisi e l’hai colmata
dei doni del tuo Spirito
rendendola modello di povertà
e di vita evangelica per l’ardente
desiderio del Crocifisso povero,
concedi, per sua intercessione,
la semplicità, la purezza di vita
e la grazia che ti chiediamo
perché tutto di noi sia una lode
senza fine a Te che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Amen
29 febbraio Beata Antonia
Beata Antonia di Firenze
Badessa
Firenze 1400 /29 febbraio 1472
Etimologia: Antonia = nata prima, o che fa fronte ai suoi avversari, dal greco
Antonia nacque a Firenze nel 1400. Giovane vedova, con un figlio, si
oppose alla famiglia che era favorevole ad un nuovo matrimonio. Vedeva,
nelle avversità della vita, un disegno singolare del Signore. Erano gli
anni in cui san Bernardino da Siena, con alcuni compagni, diffondeva in
molte città italiane il movimento dell'Osservanza e il ritorno di un
"francescanesimo" delle origini. La maggior parte delle prediche erano
fatte in piazza, le chiese non riuscivano a contenere le folle che
puntualmente accorrevano. Frate Bernardino predicò in Santa Croce a
Firenze dall'8 marzo al 3 maggio 1425. Antonia, ascoltandolo, rispose
sì, senza condizioni, alla chiamata di Dio. Aveva conosciuto
l´esperienza della vita matrimoniale, era madre, ma il Signore dava una
svolta alla sua vita. Quattro anni dopo, sistemate le questioni
familiari, entrò tra le terziarie francescane fondate dalla b. Angiolina
da Marsciano, anch'essa giovane vedova. Il convento fiorentino di
sant'Onofrio era il quinto che veniva fondato. Poco dopo la sua
professione Antonia fu mandata, per il suo carisma, nel monastero più
antico dell'Ordine, sorto a Foligno nel 1397. La fondatrice la trasferì
in seguito ad Assisi, a Todi, poi definitivamente a L´Aquila, per
fondare una nuova comunità. Era il 2 febbraio 1433. Il convento
aquilano, posto sotto la protezione di s. Elisabetta, la ebbe come guida
per quattordici anni, durante i quali diede tutta se stessa perché la
comunità crescesse secondo i precetti del Vangelo. Nel cuore di Antonia
maturava però il desiderio di una vita maggiormente contemplativa.
Motivo di pena fu, per diversi anni, la vita disordinata del figlio, che
aveva sperperato il patrimonio, causando litigi tra i parenti. Al
movimento dell'Osservanza aderirono diverse comunità di clarisse e a
L´Aquila fu san Giovanni da Capestrano a guidare la riforma. Antonia fu
tra le prime che vi aderì. Il santo trovò l'edificio per il monastero,
presenziando alla solenne fondazione del 16 luglio 1447. Il corteo,
partendo da Collemaggio, accompagnò Antonia, eletta badessa per volontà
del Capestrano, e le tredici compagne al monastero dell'Eucaristia (o
del Corpus Domini). Si cominciò nelle ristrettezze più assolute, mancava
anche lo stretto necessario, e Antonia non esitò a farsi questuante. La
povertà era vissuta con letizia evangelica, l'esempio della Madre era
forte e materno e il clima sinceramente fraterno. I frutti furono
abbondanti e molte giovani chiesero di vestire l'abito e di consacrarsi
al Signore. Anche per il figlio di Antonia, Battista, s. Giovanni ebbe
un ruolo determinante. Il giovane vestì il saio francescano nel convento
di Campli, conducendo una vita esemplare. Trascorsi sette anni, Antonia
finalmente ottenne di potersi dedicare esclusivamente alla
contemplazione e al silenzio. "Taceva ma la sua fama gridava", come si
disse di S. Chiara. Era modesta ed obbediente, in mensa e in coro stava
all'ultimo posto, indossava le vesti più logore, lasciate dalle
consorelle. Alcune monache la videro rapita in estasi, con una aureola
luminosa sul capo. Negli ultimi anni ebbe una piaga alla gamba che tenne
nascosta. La Beata morì alle 21 del 29 febbraio 1472, vegliata con
amore dalle sorelle. Alcuni miracoli si verificarono prima ancora che
venisse sepolta. Una monaca si distese al suo fianco e guarì da alcune
piaghe. I magistrati della città vollero sostenere le spese del
funerale. Quindici giorni dopo la sepoltura, le consorelle, volendo
ancora vedere le sue sembianze, la disseppellirono, trovandola come se
fosse appena morta. Si diffuse la voce in città e il vescovo Agnifili
ordinò che fosse sepolta in un luogo distinto. Nel 1477 il vescovo
Borgio, dopo una nuova ricognizione, constatato lo stato di perfetta
conservazione del corpo di Madre Antonia e, soprattutto, ben
conoscendone la fama di santità, ne autorizzò il culto che fu poi
confermato il 28 luglio 1848. Le clarisse di Paganica, custodi del suo
corpo, sono oggi fedeli testimoni del suo carisma.
29 febbraio
Il 29 febbraio del 0045 a.C. debutta il calendario Giuliano con il 1° anno Bisestile
Il 29 febbraio (previsto solo negli anni bisestili) è il 60º giorno del
calendario gregoriano, mancano 306 giorni alla fine dell'anno. Il calendario gregoriano si applica dal 1582, anno della sua
introduzione. Benché sia teoricamente possibile estenderlo anche agli
anni precedenti, normalmente per questi si usa il calendario giuliano.
Perciò sono bisestili tutti gli anni divisibili per 4, compresi quelli
secolari, dal 4 al 1580 dell'era volgare. Per gli anni precedenti l'era
volgare, invece, non ha senso applicarlo, visto che
Ottaviano Augusto regolò definitivamente l'applicazione degli anni
bisestili nell'8 a.C. I Romani aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio,
che essi chiamavano sexto die ante Kalendas Martias (sesto giorno prima
delle Calende di marzo); il giorno aggiuntivo si chiamava bis sexto die
(sesto giorno ripetuto) da cui l'aggettivo "bisestile". Oggi i
giorni di febbraio vengono semplicemente numerati a partire da 1, per
cui normalmente si considera che il giorno aggiunto sia il 29. Per correggere questo slittamento, agli anni "normali" di 365 giorni
(ogni 4 anni) si intercalano gli anni "bisestili" di 366. In questo modo si può ottenere una durata media
dell'anno pari a un numero non intero di giorni.
Nella tradizione popolare l'anno bisestile sarebbe foriero di sventure, secondo il detto anno bisesto, anno funesto.
Che si può esorcizzare così: i mali nella vita sono inevitabili,
tanto vale pensare che avvengano, solo! O almeno! Una volta ogni tanto e
non sempre!
domenica 28 febbraio 2016
FEBBRAIO
Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso,irritante,
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia
il folle marzo
periglioso e mutante.
V.Cardarelli.
Vincenzo Cardarelli
nato Nazareno Caldarelli
(Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959)
è stato un poeta e scrittore italiano.
(Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887 – Roma, 18 giugno 1959)
è stato un poeta e scrittore italiano.
Vincenzo Cardarelli, nacque a Corneto Tarquinia (Viterbo), attuale Tarquinia,
dove suo padre (Antonio Romagnoli), marchigiano d'origine, gestiva il
buffet della stazione ferroviaria e qui trascorse la sua infanzia e la
sua adolescenza. Figlio illegittimo compì studi irregolari, formò la
propria cultura da autodidatta. All'età di diciassette anni fuggì di
casa e approdò a Roma dove, per vivere, fece i più svariati mestieri, fra i quali il correttore di bozze presso il quotidiano Avanti!, del quale poi divenne redattore, ebbe inizio, nel 1906, la sua carriera giornalistica. Collaborò a Il Marzocco, La Voce, la rivista Lirica, Il Resto del Carlino e, dopo gli anni della Prima guerra mondiale che aveva trascorso tra la Toscana, il Veneto e la Lombardia, rientrò a Roma e insieme ad un gruppo di intellettuali fondò la rivista La Ronda. Fu direttore della Fiera letteraria, insieme al drammaturgo forlivese Diego Fabbri. La sua fama resta legata alle numerose poesie e prose autobiografiche di costume e di viaggio. Fu
un conversatore brillante ed un letterato polemico e severo. La sua è
una poesia descrittiva lineare, legata a ricordi passati di qualunque
tipo, siano paesaggi animali persone e stati d'animo. Vincenzo
Cardarelli è stato un uomo solo, ha vissuto nella solitudine quasi tutta
la vita ed è morto a Roma nell'Ospedale Policlinico
solo e povero. Riposa nel cimitero di Tarquinia di fronte alla Civita
etrusca secondo la sua volontà espressa nel proprio testamento.
Beato Daniele Alessio Brottier 28 febbraio
Sacerdote
La Ferté-Saint-Cyr, Blois, Francia, 7 settembre 1876 - Parigi, 28 febbraio 1936
A volte il Signore rende così ardua la strada intrapresa da alcune
anime, convinte di fare la Sua volontà, che esse sono costrette a
lasciarla, nonostante la propria predisposizione e diventare poi un
gigante in altri campi. Così è stata la vita del beato Daniele Alessio Brottier. Fin
dall’infanzia rivelò una profonda pietà e una grande devozione alla
Madonna; entrò in seminario nel 1890, passò felicemente le ordinazioni
minori, facendo per un anno anche il servizio militare e fu consacrato
sacerdote il 22 settembre 1899 a 23 anni. Inviato come professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, sentì
ben presto la sua particolare vocazione per la vita missionaria, perciò
il 24 settembre 1902 entrò come novizio nella Congregazione dello
Spirito Santo ad Orly presso Parigi, l’anno seguente emise i voti
religiosi e partì quasi subito per il lontano Senegal, colonia francese.
Poté restarci però solo tre anni circa, perché a causa di violenti e
continui attacchi di emicrania che l’avevano colpito, fu costretto nel
1906 a ritornare in Francia. Rimessosi in salute, l’anno seguente volle
di nuovo tornare in Senegal ma ancora una volta il male si ripresentò
violento e dopo qualche tempo dovette ritornare definitivamente in
Patria. Fondò in Francia l’Opera del “Souvenir Africain” con lo scopo di erigere
la cattedrale a Dakar, capitale del Senegal. Da ex militare volle
proporsi come cappellano dell’esercito durante la prima guerra mondiale e
dal 1914 al 1917 si prodigò eroicamente nell’assistenza dei soldati sui
campi cruenti di battaglie come Verdun, Fiandre, Lorena, incurante del
pericolo. Dopo la guerra fondò l’Unione Nazionale Combattenti, fu direttore
dell’Opera degli orfani apprendisti di Autenil per 12 anni e di cui ne
incrementò il numero e l’efficienza, nel 1960 vi erano più di 2000
orfani e 20 istituti. Morì logorato dalle fatiche.
E’ stato beatificato il 25 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II.
E’ stato beatificato il 25 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II.
Autore: Antonio Borrelli
Freddura
Qùal'è il primo piatto preferito da Gengis Khan?
Gli spaghetti alle mongole!!!!
Scusate se sono noisa ma a ma piace raccontare. 1
Non vi metto il buongiorno in spagnolo "tradotto" per fare la saputella, ma perchè mio figlio che avrà a maggio 42 anni vive da quando ne aveva 18 nei paesi spagnoli ,Fino a che nel 2010 si è stabilito in Guatemala. Se Dio o il destino o chi volete voi lo permetterà il 14 marzo io e mio marito andremo a trovarlo e torniamo il 30 marzo (come in un'altro post ho già detto).Mi piace raccontare la storia di mio figlio perchè si è fatto proprio da solo. Quì per fortuna ho una figlia che ha 5 anni meno di lui.
Marinella che ha 3 bambini di 9 , 7 , 3 anni, che come le nonne sanno sono una gioia. Devo dire anche che ho un genero meraviglioso, che lavora tanto ed è bravo e buono. Ha un ristorante alle pendici di Monte Morello ed è un ristorante caratterisico e famoso per i dintorni per la cucina caratteristica e perchè si mangia molto bene. Marco dopo la maturità di Ragioneria non ha cercato nemmeno un attimo il lavoro nell'estate è andato ad Ibiza alla ventura. Io non finirò mai di ringraziare il cell. anche se non ero una mamma assillante almeno sapevo che se succedeva qualcosa mi chiamava o in brutta ipotesi mi chiamavano e io ogni 2 3 giorni lo chiamavo. Mi riguardavo anche un po' perchè allora pagavamo tanto e pagava anche chi riceveva all'estero. Poi seguiterò il racconto , vi dico solo due cose , Marco si è sposato 1l 10/10/2010 (come una mia cara amica ) con una ragazza francese conosciuta in Guatemala dove tutti e due facevano un corso di Yoga e meditazione. Hanno una bambina Sofiah che a maggio farà 5 anni, Marco è nato il 1° maggio lei il 2 maggio e la mamma mi sembra il 14 tutti tori compresa mia figlia che è nata il 30 aprile.
Da piccolo marco non capiva perchè la sorella più piccola doveva avere il compleanno il giorno prima di lui eeeheheheh.
L'ultima cosa per adesso e per me un po' buffa. Una volta che ero ad Ibiza e domandavo di una ragazza che conoscevo , Marco mi disse è imbarazada e io candidamente (perchè metto soggezione?) lui rise a crepapelle mamma imbarazada in spagnolo è essere incinta.aahaahahha
ciao chi vuole seguire alla prossima.
ciao chi vuole seguire alla prossima.
sabato 27 febbraio 2016
Buona Domenica
Vi auguro una Domenica
ricca di emozioni e momenti meravigliosi
Passatela Super ☺
Ninna nanna degli Gnomi
Dormi, dormi, dolce bambino
ci sono gli gnomi accanto al lettino,
sorvegliano il tuo sonno sereno,
dormi felice e sogna un bel treno.
Un treno pieno di dolci e balocchi,
su! presto dai! chiudi i tuoi occhi.
Quei tuoi occhioni chiari e belli,
pieni di luce, come gioielli.
Caro piccino, sei stanco davvero!
Ti canto la nanna dello gnomo nero.
Ti canto la nanna dello gnomo bianco
che tutti e due ti cullino tanto.
Dormi sereno e fa sogni belli,
pieni di gnomi con pennarelli
che colorino un mondo felice.
Fai la nanna che è papà che lo dice!
ci sono gli gnomi accanto al lettino,
sorvegliano il tuo sonno sereno,
dormi felice e sogna un bel treno.
Un treno pieno di dolci e balocchi,
su! presto dai! chiudi i tuoi occhi.
Quei tuoi occhioni chiari e belli,
pieni di luce, come gioielli.
Caro piccino, sei stanco davvero!
Ti canto la nanna dello gnomo nero.
Ti canto la nanna dello gnomo bianco
che tutti e due ti cullino tanto.
Dormi sereno e fa sogni belli,
pieni di gnomi con pennarelli
che colorino un mondo felice.
Fai la nanna che è papà che lo dice!
Dedicata a Matteo da nonna Cia
L'Angelo e il bambino
Quando sulla terra nasce un bambino
un angelo gli si mette vicino.
Il bimbo non avverte il compagno alato,
ma ne sente il cuore,
ne vede la nuvola del fiato.
Giocano insieme;
si lavano nello stesso catino;
ridono della stessa gioia;
piangono del medesimo spino.
E, quel ch'è mio è tuo,
quel ch'è tuo è mio,
mangiano nella stessa scodella
e insieme pregano Iddio.
Renzo Pezzani
un angelo gli si mette vicino.
Il bimbo non avverte il compagno alato,
ma ne sente il cuore,
ne vede la nuvola del fiato.
Giocano insieme;
si lavano nello stesso catino;
ridono della stessa gioia;
piangono del medesimo spino.
E, quel ch'è mio è tuo,
quel ch'è tuo è mio,
mangiano nella stessa scodella
e insieme pregano Iddio.
Renzo Pezzani
FEBBRAIO
Febbraio, che freddo!!! Che neve!!
Meno male che sei il più breve.
Hai sfoggiato in tutti i tuoi giorni,
neve, gelo e anche malanni!
Certamente tu sei il più piccino,
per questo fai il birichino.
Son belli i monti imbiancati,
ma anche al mare i flutti hai innevati.
Logicamente ti sei divertito,
con le maschere allegria hai portato:
Diciamoci pure un arrivederci,
anche se con la neve ci hai ricoperti....
Lucia 2011
Sant' Anna Line 27 febbraio
Martire
† Londra, Inghilterra, 27 febbraio 1601
Canonizzata il 25 ottobre 1970 da Papa Paolo VI.
Seconda figlia di Guglielmo (o Giovanni) Heigham e di Anna Alien,
Anna nacque a Dunmow, nella contea di Essex. Convertitasi al
cattolicesimo insieme col fratello Guglielmo, fu con questo diseredata e
scacciata di casa dal padre, fiero calvinista, che inutilmente aveva
anche tentato di farla apostatare. Poco dopo Anna sposò Ruggero Line,
anche egli cattolico convertito, che per la fede aveva subito la stessa
sorte della moglie. Ma ben presto rimase sola e senza risorse perché il
marito, arrestato nel 1586, mentre stava ascoltando la s. Messa, e
condannato all'ergastolo, mutato poi in esilio perpetuo, andò a
stabilirsi nelle Fiandre, dove visse ancora otto anni poveramente,
percependo una piccola pensione concessagli dal re di Spagna e di cui
inviava parte alla moglie a Londra. Rimasta vedova nel 1594 e molto
malandata in salute, Anna più che mai si trovò afflitta dal bisogno,
dovendo fidare unicamente nella divina Provvidenza per il suo
sostentamento. Quando nel 1595 il gesuita Giovanni Gerard istituì in
Londra una casa di ricovero per i sacerdoti che giungevano nuovi nella
città, o che già vi esercitavano il ministero, Anna fu chiamata a
governarla ed amministrarla, mansioni queste che ella svolse giorno per
giorno con l'affetto di una madre e la devozione di un'ancella, finché
cadde in sospetto dei persecutori, specie dopo la fuga del Gerard dalle
prigioni della Torre nel 1597. Costretta per questo a cambiare
residenza, andò ad abitare in una casa molto appartata, dove nondimeno,
per la delazione di un vicino, venne catturata il 2 febb. 1601 da un
manipolo di armati e rinchiusa nelle prigioni di Newgate. Trascinata
poco dopo in tribunale, dove fu necessario condurla su una sedia,
talmente gravi erano le sue condizioni di salute, venne processata dal
giudice Popham, sotto l'imputazione di aver dato rifugio ed assistenza
ai preti missionari. Dichiarata colpevole del reato ascrittole da una
giuria compiacente, fu condannata alla pena capitale, venendo
giustiziata al Tyburn il 27 febb. 1601, insieme con il gesuita Ruggero
Filcock, suo confessore ed amico, e col benedettino Marco Barkworth.
Prima di porgere la testa al capestro, dichiarò ad alta voce rivolta
alla folla circostante: « Sono stata condannata per aver concesso
ospitalità ad un prete cattolico; eppure sono cosi lontana dal
pentirmene che vorrei di tutto cuore averne ospitato un migliaio, invece
di uno solo ». Innalzata da Pio XI all'onore degli altari, il 15 dic.
1929 la beata Anna viene
commemorata il 27 febbraio.
Autore: Niccolò Del Re
Il 27 febbraio 1932
Il
27 febbraio 1932 nasce Elizabeth Taylor. L’attrice, scomparsa nel 2011
all'età di 79 anni al Cedars Sinai Medical Center di West Hollywood, era
da tempo malata di cuore. Nel mese di luglio 2010, infatti, a causa di
problemi alle coronarie, era stata costretta a un ricovero in una
clinica di Los Angeles
Dona la tua Amicizia
Dona la tua amicizia a cuore aperto.
Poiché grande sarà la tua allegria
se avrai amici in ogni dove.
Web
venerdì 26 febbraio 2016
Angelo
Angelo celeste
che vivi nel cielo,
donami la tua veste
me ne farò un velo.
*
che vivi nel cielo,
donami la tua veste
me ne farò un velo.
*
Mi coprirò d'azzurro
sperando che in quel velo
sperando che in quel velo
sia rimasto un sussurro
soave e leggero.
*
soave e leggero.
*
Che mi trasmetta armonie
che tu sapevi dare,
che mi sussurri poesie
belle da ascoltare.
*
che tu sapevi dare,
che mi sussurri poesie
belle da ascoltare.
*
Che strane le mie voglie,
impossibili lo so!
Tu vivi alle soglie
di un mondo che non so.
*
impossibili lo so!
Tu vivi alle soglie
di un mondo che non so.
*
Lucia.
Santa Paola di S. Giuseppe di Calasanzio
Santa Paola di S. Giuseppe di Calasanzio
(Paola Montal y Fornes)
Fondatrice delle Figlie di Maria
(Paola Montal y Fornes)
Fondatrice delle Figlie di Maria
Barcellona, Spagna, 11/10/1799-Montserrat, 26 febbraio 1889
La
vita di Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio, feconda e
profetica, quasi centenaria, si svolse in un contesto storico ampio
(1799-1889), un periodo di crisi dell'agitato XIX secolo spagnolo, che
si dibatteva tra i postulati dell'Antico Regime e le nuove correnti
liberali, con ripercussioni socio-politiche, culturali e religiose
assai note. Ad Arenys de Mar (Barcellona), visse la
sua infanzia e la sua gioventù (1799-1829) lì nacque alla vita, l'11
ottobre del 1799, e nel pomeriggio di quello stesso giorno alla vita
della grazia. Si formò in un ambiente familiare cristiano e molto
semplice. Partecipò alla vita spirituale della parrocchia. Si distinse
per il suo amore verso la Vergine Maria. Da quando aveva 10 anni conobbe
la durezza del lavoro per aiutare sua madre, vedova con cinque figli
dei quali era la maggiore. In questo periodo, per esperienza propria,
constatò che le bambine, le giovani, le donne avevano scarse possibilità
di accesso all'educazione, alla cultura... e si sentì chiamata da Dio a
svolgere questo compito. Figueras (Gerona), fu la sua
meta. Città di frontiera con la Francia. Accompagnata dalla sua
fedelissima amica Inés Busquets, nel 1829, si trasferì nella capitale
dell'Ampurdán per aprire la prima scuola femminile, con vasti programmi
educativi che superavano abbondantemente il sistema pedagogico per
bambini. Si trattava di una scuola nuova. A Figueras, iniziò, quindi,
in modo esclusivo, il suo apostolato educativo con le bambine. Lì
nacque un carisma nuovo nella Chiesa, un'Opera Apostolica orientata
verso l'educazione integrale umana e cristiana delle bambine e delle
giovani, verso l'educazione della donna, per salvare le famiglie e
trasformare la società. Sabadell (Barcellona), fu la
città dove avvenne il trapianto della sua opera educativa nelle Scuole
Pie. Sappiamo che almeno a partire dal 1837, si sentì del tutto
identificata con il carisma di San Giuseppe Calasanzio e volle vivere
la spiritualità e le regole calasanziane. Spinta da questo fine, dopo
la fondazione della seconda scuola nella sua città natale (Arenys de
Mar, 1842) dove entrò in contatto diretto con i Padri Scolopi di
Mataró, aprì una terza scuola a Sabadell nel 1846. E fu provvidenziale
la presenza dei Padri Scolopi, nel collegio di Sabadell. Con il loro
orientamento ed il loro aiuto, in breve tempo, riuscì ad ottenere la
struttura canonica scolopica della sua nascente Congregazione. Il 2
febbraio del 1847, fece professione di Figlia di Maria Scolopia,
insieme alle sue prime tre compagne, Inés Busquets, Felicia Clavell e
Francisca de Domingo. Nel Capitolo generale, svoltosi a Sabadell, il 14
marzo del 1847, non fu eletta né superiora generale, né assistente
generale. Nel periodo 1829-1859, svolse un'intensa attività, e fondò
personalmente 7 scuole. Inoltre fu formatrice delle prime 130 Scolopie
della Congregazione, che attraversava un periodo di grande attività di
vita e di profetismo. Olesa de Montserrat (Barcellona),
1859: la sua ultima fondazione personale. Un piccolo e povero paese,
ai piedi del Monastero della Vergine di Montserrat, per la quale sentì
sempre una grande devozione. Fu la sua fondazione prediletta, in cui
rimase fino alla morte (15 dicembre 1859-26 febbraio 1889). Furono 30
anni di grazia per le bambine e per le giovani olesane, che godettero
della sua testimonianza cristiana e del suo magistero fecondo; per la
città di Olesa di Montserrat, arricchita dall'esempio della sua vita
totalmente dedicata e santa: "Le volevano bene tutti e la
veneravano...."; e per la Congregazione Scolopica: un sì totale a Dio;
la pedagogia scolopica in azione ed il vissuto delle virtù che devono
caratterizzare l'educatrice scolopica; ed il tramonto di una via in Dio.
Il tracciato della fisionomia spirituale di Madre Paula Montal
comprende due sfaccettature: la sua partecipazione alla spiritualità
calasanziana ed il suo particolare carisma educativo, orientato verso la
formazione umana e cristiana integrale della donna. Alla sua morte,
la Congregazione delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie, da
lei fondata, era formata da 346 Scolopie che vivevano il carisma
educativo scolopico, ereditato dalla loro Fondatrice, in 19 collegi,
siti in tutta la geografia spagnola. Il processo canonico per la sua
Beatificazione iniziò a Barcellona, il 3 maggio del 1957. Il Papa
Giovanni Paolo II la beatificò a Roma il 18 aprile del 1993. Il
miracolo per la sua Canonizzazione, compiuto nel settembre del 1993, a
Blanquizal, un quartiere molto emarginato e violento di Medellín
(Colombia), a favore della bambina di 8 anni Natalia García Mora, fu
approvato da Papa Giovanni Paolo II il 1 luglio del 2000. Alla nostra
società, lacerata da molte tensioni, e dove il tema dell'educazione
integrale per tutti, la promozione della donna, la famiglia, la
gioventù, sono temi spinosi ed attuali, spesso irrisolti, la nuova
Santa dirige il messaggio della sua vita e della sua opera educativa,
messaggio d'amore e di servizio. Il suo carisma nel XIX secolo, è stato
annuncio di amore e speranza, specialmente per la donna, che scopre in
lei la madre e la maestra della gioventù femminile. Ed oggi continua
ad essere urgente e piena di attualità, come lo fu allora. L'opera
educativa di Madre Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio,
continua oggi nella Chiesa, in particolare attraverso oltre 800
Religiose Scolopie, distribuite in 112 comunità, che educano circa
30.000 alunni in 19 nazioni dei quattro continenti, per la promozione
della donna, in modo che "la civiltà dell'amore" diventi una realtà.
Il Saluto è Salutare
Il saluto... è usanza davvero molto antica.
Quando
un gruppo di cacciatori-raccoglitori del paleolitico incontravano,
durante i loro spostamenti, un altro individuo non appartenente al loro
Clan non potevano sapere se questi poteva avere intenzioni bellicose.
Se si stava invadendo un territorio si mostravano i bastoni, le asce,
si cercava di spaventare con urla e atteggiamenti minacciosi. Se invece
non si cercavano guai semplicemente si manifestava l' intenzione
pacifica mostrando le mani disarmate. Quella
è l' origine, certo che da allora il "salutarsi" si è evoluto fino
alle più recenti espressioni a volte anche bizzarre... Dare il 5 o
altre ancora altre più complicate. Il
salutare è prima di tutto, come ogni interazione sociale, una
convenzione. Ci sono alcune cose che per convenzione culturale si devono
o non si devono fare, chi non si attiene a questi schemi sociali viene
considerato "incapace" di interagire con gli altri, e quindi infine
malgiudicato. Inoltre
il salutare ha una funzione ovviamente pratica. Salutando per prima
cosa ci si identifica immediatamente come "amici" (inteso come soggetto
non ostile) In
secondo luogo il saluto è una forma di riconoscimento e presentazione.
Salutando si riconosce la presenza dell'altro e si accetta di fatto di
interagire con esso, inoltre vi è l'elemento "presentazione",
eminentemente pratico, che consiste nel dare alcune informazioni di base
su se stessi che danno modo agli altri di avere alcune linee di
massima per interagire con noi. Si pensi a questo riguardo in primis al
nome (dicendo io nostro nome diamo un'importante informazione al
nostro interlocutore) ma anche ad esempio al tipo di saluto (stretta di
mano, pacca sulla spalla, ecc) e al tono del nostro saluto (ciao,
buongiorno ecc...), questi sono tutti elementi che permettono
all'interlocutore di capire entro quali paletti vogliamo che la nostra
interazione si svolga (amicale, formale ecc...) e anche di stabilire i
ruoli (di parità o subordinazione) tra gli attori sociali. Se non saluti sei un maleducato perché non prendi in considerazione gli altri. Salutare è un modo per dire "vi ho visti e per me esistete"
Ps. Ho cercato la definizione saluto perchè io saluto sempre e comunque quando incontro qualcuno, mentre oggigiorno è un atto in via di estinzione. Ciao a tutti Lucia ♥
Ps. Ho cercato la definizione saluto perchè io saluto sempre e comunque quando incontro qualcuno, mentre oggigiorno è un atto in via di estinzione. Ciao a tutti Lucia ♥
Fatevi un sorrisetto piccolo, piccolo ☺
Sapete come firmava Giuda le sue lettere ????
Baci Giuda ☺
giovedì 25 febbraio 2016
Buongiorno a tutti
Dice l'alba innocente;
_Desto la vita, i sogni porto via.
Ho l'oro in bocca e in cuor la poesia.
Son la felicità fatta di niente.
R.Pezzani.
Dice la Luna.
Quando passa il sole, tutti sono desti e felici.
Quando passo io, gli uomini si chiudono
nelle loro case, i bambini dormono.
M'affaccio sorridente
e tutte le cose diventano zitte. Illumino la terra buia e nessuno si serve della mia luce: nelle case accendono le lucerne, il carrettiere prende la sua lanterna, i carbonai fanno fuochi di legna sulla montagna.
Quando passo io, gli uomini si chiudono
nelle loro case, i bambini dormono.
M'affaccio sorridente
e tutte le cose diventano zitte. Illumino la terra buia e nessuno si serve della mia luce: nelle case accendono le lucerne, il carrettiere prende la sua lanterna, i carbonai fanno fuochi di legna sulla montagna.
Eppure c'è qualcuno
che m'aspetta: la madre degli orfanelli, piena di pensieri che non la
lasciano dormire; il viandante che non conosce la strada; il pescatore
che butta le reti prima che l'alba s'affacci sul mare.
Da un vecchio libro di scuola di Renzo Pezzani 1947
Da un vecchio libro di scuola di Renzo Pezzani 1947
Febbraio
Se ridi, o Febbraio piccino,
col sole sia pure di un dì,
é un riso che dura pochino,
pochino, pochino così.
Appena quel tanto che basta
a fare cantare le gronde
dell'acqua mutevole e casta
che lascia la neve che fonde.
Ma basta quel primo turchino,
quel pò d'intravista speranza
a dare una nuova fragranza
al cuore e al destino.
R.Pezzani
Due parole in un orecchio.
Renzo Pezzani
Parma 1898/ Castiglione Torinese 1951
Nacque a Parma nel 1898, si diplomò maestro ed insegnò finchè l’avvento del fascismo non lo indusse a lasciare la scuola per trasferirsi a Torino, nel 1926, a dirigere l’ufficio stampa della Società Editrice Internazionale. Pezzani si inserì nella vita culturale torinese con la sua affascinante personalità e la sua intraprendenza operativa. Presso la SEI Pezzani pubblicò opere di poesia e prosa, per ragazzi e per adulti. Compose opere di poesia come Angeli verdi ( che anticipò di svariati lustri l’interesse per l’ecologia e le piante ) e Il sogno di un piccolo re; opere in prosa come Credere, (che vinse il premio Pallanza), La casa del padre e Il viatico nella tempesta. La vocazione di maestro indusse Pezzani a scrivere due serie di cinque volumetti di letture per bambini delle scuole elementari Cose della vita e Focovivo che negli anni 1943/50 diventarono la più diffusa lettura per le scuole elementari. Nel 1943 con Giusto Gervasutti fondò la casa editrice Il Verdone. Pubblicò poche ma valide opere tra le quali Scalate sulle Alpi, autobiografico del Gervasutti e una raccolta antologica di poesie piemontesi intitolata Parnas Piemonteis. Nel 1945 Pezzani fondò una nuova casa editrice Edizioni Palatine che pubblicò alcuni suoi libri di poesie e un libro di saggi critici sulla musica di Ildebrando Pizzetti. Le rendite di Focovivo permisero a Pezzani di arredare riccamente una grande villa in via Santa Giulia organizzandovi fastosi e mecenateschi ricevimenti. Nello stesso periodo comprò un' imponente villa settecentesca a Castiglione Torinese dove si ritirava a scrivere. Nel 1948 però la situazione economica del Pezzani precipitò. Fu costretto a vendere la villa di via Santa Giulia per poi ritirarsi con la madre nella villa di Castiglione. Ben presto la salute peggiorò e minato nel fisico morì il 14 luglio 1951 a Castiglione Torinese. Aveva appena terminato la raccolta di poesie Bellissimi dolori, che rappresenta il suo testamento spirituale. Benché Pezzani avesse sognato talvolta un ritorno a Parma (egli amava la sua città soprattutto nel ricordo e l’aveva vissuta in poesia, con i suoi struggenti versi in dialetto parmigiano) fu Torino che gli diede fama e ricchezza, e Castiglione fu il luogo che egli considerò ideale per «fare poesia». Infatti molti dei suoi versi più belli e significativi nacquero nella villa sul colle di Castiglione,il luogo del suo tormentato esilio di poeta."
Beata Maria Ludovica (Antonina) De Angelis 25 febbraio
Missionaria
Antonina De Angelis, questo il suo nome da laica, nacque il 24
ottobre 1880 a San Gregorio in provincia de L’Aquila; primogenita degli
otto figli di Ludovico De Angelis e Santa Colaianni, umili e religiosi
contadini, i quali seppero infondere nei numerosi figli, i principi del
cristianesimo. Come primogenita Antonina fin da bambina aiutò la
madre nell’accudire i suoi fratelli, divenendone così balia, maestra e
modello, in pratica una seconda madre. Per questi impegni non riuscì a
frequentare con assiduità la scuola, ciò nonostante imparò a leggere e
scrivere recandosi a casa di una maestra; sia in famiglia sia in chiesa,
imparò il catechismo che non smise mai d’insegnare; altro amore che
portò sempre con sé, fu la dedizione ai lavori nei campi; già
adolescente aiutava il padre nei lavori agricoli e nella vendita dei
prodotti. Nel contempo cresceva robusta e carina e pretendenti al
matrimonio non mancarono, anche se Antonina li rifiutò sistematicamente;
nel suo animo c’era un’inquietudine, perché avvertiva il desiderio di
farsi religiosa, la madre si opponeva perché suo desiderio era di
vederla sposata e avere tanti nipoti. Antonina parlò di ciò con il
parroco che la guidò e l’aiutò in tutto, tanto da farle
conoscere le Suore della Misericordia, e le fornì anche la dote. Il
14 novembre del 1904 entrò come postulante nel noviziato delle Suore
della Misericordia, fondate da s. Maria Giuseppa Rossello
(1811-1880), nella Casa madre di Savona;
nell’anno successivo, con il nome di Maria Ludovica fece la sua prima
professione il 3 maggio 1905, ricevendo il mandato missionario. Il 14
novembre 1907 s’imbarcò a Genova per l’Argentina insieme a tanti
emigranti, raggiunse Buenos Aires e si soffermò con le consorelle già in
missione in quella città fin dopo il Natale, poi si trasferì a La Plata
nel piccolo Ospedale de Ninos che consisteva a quel tempo
in due sale in legno circondate da una recinzione di filo spinato. Venne
assegnata in cucina e nella dispensa, ovviamente per la sua scarsa
istruzione non poteva essere né infermiera né maestra; ma s’impegnò a
gestire il suo compito in modo così perfetto che fu proposta come amministratrice, carica che mantenne fino ai
suoi ultimi giorni. E l’amministrazione dell’Ospedale sarà il campo
della sua santificazione, non un chiostro silenzioso, ma il contatto
giornaliero con fornitori, nel controllo delle merci, nel disporre il
cibo per i bambini ammalati, nel controllare le pulizie, nell’evitare
sprechi, nell’incoraggiare il personale dell’Ospedale a svolgere i loro
compiti con responsabilità e sollecitudine. In definitiva mettere in
pratica, lei quasi analfabeta, le tre caratteristiche principali di ogni
buon amministratore: Vedere, prevedere, provvedere. Madre Ludovica
lottò per ampliare l’Ospedale, dotandolo di attrezzature moderne e di
personale qualificato, stimolando il contributo di tanti benefattori.
L’Ospedale per Bambini di La Plata su disposizione del Ministro della
Sanità argentino è oggi intitolato “Superiora suor Maria Ludovica”. Fondò
inoltre il sanatorio di Punta Magotes a Mar del Plata per assistere i
bambini affetti da tubercolosi e dalle malattie respiratorie;
desiderando che ai bambini non mancasse nulla, con l’aiuto della
Provvidenza acquistò alcuni ettari di terreno a City Bell, costruendo
una fattoria e istituendo un centro di produzione di prodotti freschi
per i bambini, frutta, verdure, latte, farinacei; compreso un centro di
spiritualità con chiesa e parrocchia, catechesi, missioni popolari. Si
occupò dei bambini orfani e abbandonati, allevandoli e educandoli,
trasformando l’ospedale in un focolare e in una scuola. Come molti
santi, suor Ludovica sperimentò ‘la croce’ di Gesù nel corpo e nello
spirito, afflitta da malattie, angosciata da incomprensioni e calunnie,
fece fronte a ciò con il silenzio, il perdono e la preghiera. Soffrì
per molti anni dei postumi di una malattia renale acuta, che nel 1935
le causò l’asportazione di un rene, ipertensione alta e edemi polmonari;
l’insonnia l’accompagnò per buona parte della sua vita, occupava quelle
ore notturne con la preghiera e con il cucire abiti liturgici per le
varie cappelle, oppure girando per le sale di degenza a controllare i
piccoli pazienti. All’inizio del 1962 si manifestò un tumore
all’addome; accettò con profonda pace la volontà di Dio, dicendo spesso:
“Dio lo vuole! Lui sa quello che fa! Sia fatta la Sua volontà!”. Il
25 febbraio 1962 morì a La Plata nell’Ospedale dei Bambini, circondata
dall’affetto e dalla riconoscenza della popolazione. Il suo motto più
incisivo fu: “Fare del bene a tutti, non importa a chi”; aveva guidato
con energia e amore l’Ospedale per 54 anni. Papa Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 3 ottobre 2004 in Piazza S. Pietro a Roma.
Autore: Antonio Borrelli
Questo detto "credo" di averla inventata io
I nonni sono come i pompieri;
SEMPRE REPERIBILI
mercoledì 24 febbraio 2016
Cominciamo con un abbozzo di sorriso
Cosa dice lo chef al ragazzo che fa il cascamorto con sua moglie ?
Non scherzare col "fuoco"!!
Buon giovedì
La costanza è il seme più amaro da seminare,
ma tuttavia è la raccolta della frutta più dolce.
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