
si schiomano tra nuvole nere
per il profondo turchino.
Su l'immoto silenzio supino
della campagna,spossata
dall'urlo delle pazze cicale,
frana improvviso un temporale,
rotola,rotola, precipita giù.
Lunga ondata di venti lontani;
da presso,un'altra, più forte.
Un grandinare di foglie morte
sulle mie mani........
Un'altra e un'altra:tutta una cascata
fragorosa s'abbatte
sopra la mia casetta di verdura:
la mortella si storce e si dibatte
nella stretta della paura,
l'edere ai tronchi si stringon tremando.
A un tratto, tutto oscura rombando
intorno a me:la pianura
s'abbassa,affonda giù giù.
Uno scoppio secco;
ed ecco,
tutto il cielo s'annera di spavento.
Cade il vento.
Le cicale non cantano più.
Un lampo turchino,
un palpito d'oro,
fresco riso divino-
e le cicale riprendono il coro.
Diego Valeri
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