
(Zara, 29 maggio 1927 – Roma, 13 luglio 1979)
è stato un carabiniere italiano, assassinato dalle Brigate Rosse.
Raggiunse il grado di tenente colonnello, e comandante del Nucleo traduzione e scorte del Tribunale di Roma.
Morì
nel 1979, vittima di un attentato rivendicato dalle Brigate Rosse.
All'inizio delle indagini vi furono dubbi sulla matrice sia per l'arma
usata, fucili a canne mozze caricati a pallettoni, che per il
particolare accanimento, furono esplosi ben 18 colpi, Nel 1982 il leader
della "colonna romana Antonio Savasta" si assumerà la responsabilità
dell'omicidio. Nel 2004, dopo la cattura, anche Rita Algranati,
confesserà la sua partecipazione all'omicidio. Rimangono sconosciuti gli
altri membri del gruppo di fuoco che si suppone fosse composto da
almeno cinque persone. Tra le più scottanti seguite da Varisco c’è
l’inchiesta sul caso Moro. Varisco frequentava un ufficio in piazza
delle Cinque Lune luogo frequentato dal giornalista Mino Pecorelli
direttore di OP. Di quante informazioni Mino Pecorelli fosse a
conoscenza non potremo mai saperlo con certezza perché il 20 marzo del
1979 viene ucciso sotto la sede del suo giornale, in via Tacito 50.
Varisco, insieme a Domenico Sica arriva sul posto poco dopo l’omicidio,
salgono in redazione e mentre stanno perquisendo l’ufficio trovano un
biglietto dalla firma illustrissima. «Caro Pecorelli, le invio questo
medicinale perché possa lenire la sua cefalea. Io, come lei sa, soffro
del medesimo male. Importante è comunque che lei si prenda un periodo
di riposo. Giulio Andreotti». Un invito cordiale o un “ordine”? Varisco
ne rimase colpito, anche perché pochi giorni dopo quella morte, in un
taxi a Roma viene
ritrovato (quanto casualmente) un borsello con appunti eversivi e
alcune schede di persone in vista, tra qui quella di Pecorelli, con un
appunto che riguarda da vicino il Colonnello. Su quella scheda,
falsa, vera o ad uso e consumo di un depistaggio, c’era un appunto
inquietante: «Mino Pecorelli (da eliminare) preferibilmente dopo le 19
nei pressi della redazione di OP». Il colonnello il 13
luglio 1979, a bordo della sua BMW 2002 sta percorrendo Lungotevere
Arnaldo da Brescia. Deve recarsi a Piazzale Clodio, sono gli ultimi
giorni di lavoro, siamo al passaggio di consegne con l’ufficiale che lo
sostituirà. Due auto gli si affiancano in un tratto dove la strada si
restringe per un cantiere della metropolitana. Gli sparano 4 colpi con
due fucili a canne mozze, uccidendolo all’istante. È stato insignito
della Medaglia d'oro al valor civile alla memoria. Il comune di Roma gli ha intitolato una strada nei pressi del tribunale.
Nessun commento:
Posta un commento