mercoledì 13 luglio 2016

Antonio Varisco


(Zara, 29 maggio 1927Roma, 13 luglio 1979)

è stato un carabiniere italiano, assassinato dalle Brigate Rosse.
Raggiunse il grado di tenente colonnello, e comandante del Nucleo traduzione e scorte del Tribunale di Roma.
Morì nel 1979, vittima di un attentato rivendicato dalle Brigate Rosse. All'inizio delle indagini vi furono dubbi sulla matrice sia per l'arma usata, fucili a canne mozze caricati a pallettoni, che per il particolare accanimento, furono esplosi ben 18 colpi, Nel 1982 il leader della "colonna romana Antonio Savasta" si assumerà la responsabilità dell'omicidio. Nel 2004, dopo la cattura, anche Rita Algranati, confesserà la sua partecipazione all'omicidio. Rimangono sconosciuti gli altri membri del gruppo di fuoco che si suppone fosse composto da almeno cinque persone. Tra le più scottanti seguite da Varisco c’è l’inchiesta sul caso Moro. Varisco frequentava un ufficio in piazza delle Cinque Lune luogo frequentato dal giornalista  Mino Pecorelli direttore di OP. Di quante informazioni Mino Pecorelli fosse a conoscenza non potremo mai saperlo con certezza perché il 20 marzo del 1979 viene ucciso sotto la sede del suo giornale, in via Tacito 50. Varisco, insieme a Domenico Sica arriva sul posto poco dopo l’omicidio, salgono in redazione e mentre stanno perquisendo l’ufficio trovano un biglietto dalla firma illustrissima. «Caro Pecorelli, le invio questo medicinale perché possa lenire la sua cefalea. Io, come lei sa, soffro del medesimo male. Importante è comunque che lei si prenda un periodo di riposo. Giulio Andreotti». Un invito cordiale o un “ordine”? Varisco ne rimase colpito, anche perché pochi giorni dopo quella morte, in un taxi a Roma viene ritrovato (quanto casualmente) un borsello con appunti eversivi e alcune schede di persone in vista, tra qui quella di Pecorelli, con un appunto che riguarda da vicino il Colonnello. Su quella scheda, falsa, vera o ad uso e consumo di un depistaggio, c’era un appunto inquietante: «Mino Pecorelli (da eliminare) preferibilmente dopo le 19 nei pressi della redazione di OP». Il colonnello il 13 luglio 1979, a bordo della sua BMW 2002 sta percorrendo Lungotevere Arnaldo da Brescia. Deve recarsi a Piazzale Clodio, sono gli ultimi giorni di lavoro, siamo al passaggio di consegne con l’ufficiale che lo sostituirà. Due auto gli si affiancano in un tratto dove la strada si restringe per un cantiere della metropolitana. Gli sparano 4 colpi con due fucili a canne mozze, uccidendolo all’istante. È stato insignito della Medaglia d'oro al valor civile alla memoria. Il comune di Roma gli ha intitolato una strada nei pressi del tribunale.

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