
Vergine
Reggio Emilia, 1428 - Mantova, 9 luglio 1491
La vocazione religiosa di Giovanna
si manifestò presto nel suo cuore e i genitori le permisero di farsi
mantellata carmelitana, vivendo in casa dove si dedicò a due sorelle e
al fratello. Rimasta orfana, venne accolta da una donna di umili
condizioni, ma ricca di pietà. Giovanna si mise quindi alla ricerca di
un luogo da adattare a monastero. Una vedova le offrì collaborazione
insieme alle due figlie e ad altre due giovani. Vissero in quella
casa dal 1480 al 1484. Giovanna ottenne quindi, l’anno seguente, con
il sostegno del Vescovo, la chiesa di san Bernardo tenuta dai Frati
Umiliati. Il nuovo monastero, intitolato a S. Maria del Popolo (poi
detto “delle Bianche”), si prefisse lo scopo di pregare per la Chiesa
universale. Le difficoltà finanziarie degli inizi vennero risolte con
l'aiuto di un benefattore. La Beata, eletta priora dalle ventidue
giovani monache che a lei si erano unite, ottenne l’aggregazione e la
guida spirituale dei Carmelitani di Mantova. In Italia non c’era
tradizione di monasteri femminili carmelitani, ma Giovanna seppe
adattare il carisma del Carmelo alla nuova comunità. Simili esperienze
si verificarono anche in Francia, Belgio e Spagna. Madre Giovanna
venerò la Vergine con una particolare devozione, detta “la camicia
della Madonna”, che consisteva nella recita di 15.000 Ave Maria
intercalate ogni 100 Ave con la Salve Regina. Alla fine veniva recitato
sette volte l’Ave Maris Stella, oppure O gloriosa Domina. Le
Carmelitane di Reggio recitarono la “camicia” fino al 1773. Possediamo
di Giovanna pochi scritti, indicativi però della sua devozione
profonda per l'Infanzia di Gesù. Ricevette grazie mistiche
straordinarie, ma dovette soffrire un lungo periodo di purificazione
interiore. Morì circondata da vasta fama di santità. Secondo una
antica tradizione, il corpo sepolto nell’orto del monastero, riesumato
l’anno successivo, fu trovato incorrotto. Nel 1500 si raccolsero le
testimoninanze sulla vita, le virtù e i miracoli; negli anni
1767-1770 si tenne il processo diocesano per il riconoscimento del
culto che fu approvato da Clemente XIV il 24 agosto 1771. Nel 1773 il
suo nome fu inserito nel "Canone dei Beati". La sua festa veniva
celebrata solennemente con la benedizione degli infermi. Soppresso il
monastero nel 1797, il corpo della Beata fu trasferito nel 1803 in
cattedrale, nella Cappella Rangoni. Recentemente è stata eseguita una
nuova ricognizione canonica delle reliquie. Come ricordò Giovanni
Paolo II nel 2002, la Scopelli fu “una delle esponenti di spicco in
Italia” della prima esperienza monastica carmelitana, una delle
principali figure del Secondo Ordine. Un ritratto settecentesco della
Beata Scopelli fu eseguito da Paolo de Majo per la chiesa napoletana
del Carmine Maggiore.
Autore: Daniele Bolognini
Nessun commento:
Posta un commento