
Nicola
Sacco e Bartolomeo Vanzetti, pugliese il primo e piemontese il secondo
emigrarono negli Stati Uniti nel 1908. Vissero e lavorarono nel
Massachusetts facendo i mestieri più disparati come consuetudine in
quegli anni per gli immigrati, (Sacco calzolaio e Vanzetti
pescivendolo), professando le loro idee socialiste di colore anarchico e
pacifiste. Nell’aprile del 1920 in un clima permeato da pregiudizi e
da ostilità verso gli stranieri, furono accusati di essere gli autori
di una rapina ad una fabbrica di calzature in cui rimasero vittime un
cassiere e una guardia armata. Il
processo istituito contro di loro non giunse mai alla certezza di
provare accusatorie sicure, ma fu fortemente condizionato dall’ansia di
placare un opinione pubblica furiosa e avvelenata dalla violenza, a cui
bisognava dare dei colpevoli e dal pretesto fornito dall’evento per la
scalata al successo personale del giudice THAYER e del pubblico
ministero KATZMANN. Di
certo Sacco e Vanzetti pagarono per le loro idee anarchiche, idealiste
e pacifiste e per il fatto di far parte di una minoranza etnica
disprezzata ed osteggiata come quella italiana. Non da meno pesarono le
azioni violente e terroristiche dell’altra ala del pensiero anarchica
dei primi anni del secolo . Dopo circa un anno di processo il 14 luglio 1921 furono condannati alla sedia elettrica. Sacco
e Vanzetti ribadirono fino all’ultimo la loro innocenza, ma nonostante
nel 1925 un pregiudicato, tal Celestino Madeiros si accusasse di aver
partecipato alla rapina assieme ad altri complici; scagionando
completamente i due italiani e nonostante appelli e manifestazioni di
solidarietà e di richiesta di assoluzione da parte dell’opinione
pubblica mondiale, la notte del 23 agosto 1927 Sacco e Vanzetti furono
giustiziati sulla sedia elettrica. Nel
1977 dopo che il caso era stato più volte riaperto, il governatore del
Massachusetts, Michael s. Dukakis, riabilitò le figure di Sacco e
Vanzetti, scrivendo nel documento che proclama per il 23 agosto di ogni
anno il S.&V. Memorial Day che “il processo e l’esecuzione di Sacco
e Vanzetti devono ricordarci sempre che tutti i cittadini dovrebbero
stare in guardia contro i propri pregiudizi, l’intolleranza verso le
idee non ortodosse, con l’impegno di difendere sempre idiritti delle
persone che consideriamo straniere per il rispetto dell’uomo e della
verità”. A noi
di tutta la vicenda preme far rilevare l’estrema coerenza e
convinzione nei valori professati da Sacco e Vanzetti, mai rinnegati
fino alla fine e non ultimo il forte legame di amicizia che li tenne
uniti e spiritualmente vicini per tutta la loro esistenza, anche nel
momento in cui salirono sulla sedia elettrica, con un coraggio, uno
stoicismo ed una umanità su cui tutti dovremmo riflettere e
confrontarci. Perché in ogni caso la vera memoria ha un futuro dentro
ognuno di noi.
Nessun commento:
Posta un commento