è stato un poeta statunitense.
Studiò giurisprudenza ma lasciò l'avvocatura per lavorare a Hartford
come dirigente di una società di assicurazioni. Poeta di grande
mestiere, fu sensibile a influenze della poesia europea, in particolare
francese, da Baudelaire a Corbière e a Mallarmé. Nonostante i molti echi dei grandi romantici inglesi, soprattutto John Keats, la sua poesia va letta nel contesto del rinnovamento del linguaggio compiuto dal Modernismo letterario angloamericano. Dalla raffinata ed enigmatica eleganza della prima raccolta Harmonium (1924) alle riflessioni più politiche di Ideas of Order
(Idee di ordine, 1936), ai poemi della tarda maturità, Stevens
approfondice il rapporto dialettico realtà-fantasia, con una
spettacolare serie di variazioni e con una grandiosità progettuale ed
esecutiva che lo impongono come uno dei poeti più consapevoli e compiuti
del Novecento non solo in America. Nel 1955 la raccolta delle sue poesie gli valse il Premio Pulitzer per la poesia. In Italia la poesia di Stevens fu tradotta tempestivamente nel 1954 da Renato Poggioli, che intrattenne un'ampia corrispondenza con Stevens e ne citò stralci nel commento alla raccolta Mattino domenicale ed altre poesie
(1954). Dagli anni 1980 sono apparse numerose altre traduzioni
commentate, anche se Stevens rimane un poeta per poeti sia in America
che all'estero. Stevens è uno degli scrittori del
Novecento su cui la critica si è più soffermata e continua a dibattere.
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