Nasce da David Botero, uomo d'affari, e dalla sarta Flora Angulo, secondo di due figli. Il fratello minore, Rodrigo, venne alla luce poco tempo dopo la morte del padre.
Da bambino subisce il fascino dell'architettura barocca e delle illustrazioni della Divina Commedia di Gustave Doré. Successivamente dichiarerà di "non aver mai dipinto nulla di diverso dal mondo come lo conosceva a Medellín". A 12 anni lo zio lo iscrive ad una scuola per toreri,
dove rimarrà per due anni (la sua prima opera conosciuta è un
acquerello raffigurante, appunto, un torero). A 16 anni già disegna le
illustrazioni per i supplementi di "El Colombiano", il giornale più
importante della sua città natale. Giovanissimo, nel 1948 espone per la prima volta a Medellín. Risale al 1951, invece, la prima "personale" , nella capitale Bogotá. Nel 1952 vince, con Sulla costa, il secondo premio al IX Salone degli artisti colombiani, organizzato presso la Biblioteca Nazionale di Bogotá: investe il denaro del premio per un viaggio di studio in Europa. In Spagna visita il Museo del Prado di Madrid, dove conosce fra gli altri anche le opere di Francisco Goya e Tiziano. A Parigi medita sull'arte d'avanguardia francese e decide di interessarsi degli antichi pittori. Giunge infine in Italia, dove entra in contatto con le maggiori opere del Rinascimento italiano, soprattutto di Giotto e di Andrea Mantegna
che lo ispirano particolarmente tanto da riprodurre diverse copie dei
loro capolavori, pur non disdegnando gli altri autori della scuola senese, e della Toscana, in generale. Nel 1955 Fernando Botero ritorna in patria dove si sposa con Gloria Zea,
poi ministro della cultura della Colombia, ed inizia ad esporre le sue
opere, ma riceve forti critiche, poiché all'epoca l'ambiente colombiano
era fortemente influenzato dall'avanguardia francese, che Botero aveva
invece respinto. Non compreso dall'ambiente colombiano, Botero si
trasferisce in Messico,
dove scopre per la prima volta le possibilità di espandere e dilatare
il volume delle forme in modo personale. Una caratteristica che
fortemente influenzerà la sua opera. Ma è nel 1957 che scopre l'espressionismo astratto, nel corso di una mostra personale a Washington, grazie ad un tour nei musei di New York. Sempre nel 1957 torna a Bogotá, dove vince il secondo premio al X salone degli artisti colombiani. Nel 1958 ottiene la cattedra di pittura all'Accademia d'arte di Bogotá. Vince finalmente il primo premio al XI Salone con l'opera La camera degli sposi. Nello stesso anno, espone nuovamente a Washington, alla Gres Gallery. Le sue opere vengono vendute tutte il giorno stesso dell'inaugurazione. Dal 1959 inizia lo studio di Diego Velázquez: Botero realizza infatti molte versioni del Niño de Vallecas, dove il suo stile molto incisivo risente dell'influenza dell'espressionismo astratto. La sua nomina alla Biennale colombiana viene contestata, per cui
Botero è costretto ad abbandonare il suo Paese, in precarie condizioni
economiche. La Gres Gallery di Washington, che fino ad allora l'aveva
sostenuto, chiude e l'artista, costretto a sostenere forti difficoltà
finanziarie, divorzia dalla moglie. Nel 1961 sembra cambiare qualcosa: il Museum of Modern Art di New York decide di acquistare il suo Monna Lisa all'età di dodici anni, ma la sua prima mostra newyorkese si dimostra un fallimento. Nel 1963
si trasferisce nell'East Side, ed affitta un nuovo studio a New York. È
qui che emerge il suo stile plastico in molte opere di questo periodo,
dai colori tenui e delicati. Si appassiona a Pieter Paul Rubens
e diviene come lui un importante collezionista di opere d'arte, che più
tardi donerà al museo di Bogotá che porta il suo nome. Nel 1964, dopo quattro anni dal divorzio, si sposa per la seconda volta. Nel 1966 viene organizzata la sua prima mostra personale in Europa, e precisamente in Germania. Una nuova esposizione, organizzata al Milwaukee Art Center, riceve critiche entusiastiche. Inizia ad esporre regolarmente in Europa, a New York e anche a Bogotá. Studia le opere di Albrecht Dürer, Édouard Manet e Pierre Bonnard. Nel 1969 espone a Parigi, dove si stabilisce nel 1973 e continua a dedicarsi alla scultura. A metà degli anni settanta si dedica per un certo periodo quasi esclusivamente alla scultura, e presenta i suoi lavori a Parigi nel 1977. Nel 1983 decide di dimorare a Pietrasanta, dove soggiorna per alcuni mesi l'anno, per essere vicino alle cave di marmo. Nel 1975 si conclude il suo secondo matrimonio (con Cecilia Zambrano) dopo che nel 1974
era tragicamente scomparso, in un incidente stradale, il terzo figlio
Pedro, cui dedicherà molte sue opere. Nello stesso drammatico evento
Fernando Botero perse l'ultima falange del mignolo della mano destra, e
questo lo indurrà a scolpire spesso enormi mani. Il primogenito, Fernando Botero Zea, è stato ministro della difesa della Colombia. Nel 1978 si sposa con Sophia Vari. Tra gli avvenimenti di maggior rilievo si ricordano la mostra delle sue enormi sculture negli Champs-Elysées nel 1992, e altre negli spazi pubblici di alcune città europee nel 1994. Il 21 ottobre 2007, a Pietrasanta, vengono rubate sette statue di bronzo per il valore di circa 4 milioni di euro, tra le quali Adamo, Il cane, Gatto codone, Donna con mano nei capelli, Ballerina vestita, Ballerina in movimento e Passero. Nel maggio 2008 tre delle statue sono state ritrovate e i responsabili arrestati. Nella cittadina della Versilia aveva realizzato nella chiesa della Misericordia alcuni affreschi raffiguranti il Paradiso e l'Inferno. Nel 2012 ha donato 27 tele sulla Via Crucis al museo colombiano di Antioquia, esposte a New York, Medellin, Lisbona, Panama e Palermo.Secondo Botero, il dipingere deve essere inteso come una necessità
interiore, un bisogno che porta ad un'esplorazione ininterrotta verso il
quadro ideale. Tuttavia, questo bisogno rimane sostanzialmente
inappagato. Il colore
rimane tenue, mai esaltato, mai febbrile, generalmente steso in
campiture piatte ed uniformi, senza contorni. Da notare l'assenza totale
delle ombreggiature nei suoi dipinti, perché essi, secondo Botero "... sporcherebbero l'idea del colore che desidero trasmettere". Caratteristica della sua pittura è l'insolita dilatazione che
subiscono i suoi soggetti, che acquistano forme insolite, quasi irreali.
Gli sguardi sono sempre persi nel vuoto, gli occhi non battono, sembra quasi che osservino senza guardare. Interessante anche la rappresentazione del tempo, elemento presente
in molte opere di Botero, in cui lo stesso soggetto può essere
raffigurato in momenti diversi; in altre il tempo è simboleggiato da
orologi. Importante anche la trattazione dei temi sacri, cui Botero dedica
molte sue creazioni, permeando l'intera produzione: dai suoi paesaggi
urbani emergono regolarmente grandi cattedrali, campanili, cupole; così come appare spesso considerato il soggetto della maternità, nel quale talvolta l'autore identifica la Madonna con il Bambino. Frequenti anche i ritratti di religiosi ed ecclesiastici.
"Credo che l'arte debba dare all'uomo momenti di felicità, un
rifugio di esistenza straordinaria, parallela a quella quotidiana.
Invece gli artisti oggi preferiscono lo shock e credono che basti
provocare scandalo. La povertà dell'arte contemporanea è terribile, ma nessuno ha il coraggio di dire che il re è nudo
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