Quinto di otto figli, dopo la scuola elementare è costretto dalla
situazione familiare a cercarsi un lavoro, ed inizia a fare il garzone
in una pasticceria; nel frattempo, scopertasi una voce molto limpida ed
intonata, inizia a cantare in un coro rionale e, contemporaneamente, a
fare la comparsa in alcuni film, fra i quali Il ritorno di don Camillo. Diventato capocorista, si esibisce nell'opera lirica Assassinio nella cattedrale; ottiene poi una scrittura al Caffè Grand'Italia a Roma, dove una sera lo ascolta il regista della televisione danese Volmer Sorensen, che decide di scritturarlo. Robertino ha solo quattordici anni, per cui vola a Copenaghen
accompagnato dal padre, e in Danimarca recita in un film ed incide i
suoi primi due 45 giri, che ottengono molto successo anche in altre nazioni del nord Europa.Il suo stile melodico, che nelle serate riprende molte celebri canzoni italiane come Violino tzigano, Mamma o Arrivederci Roma,
incarna quello che gli stranieri in quegli anni identificano con la
musica italiana; nel 1962 quindi inizia un tour negli Stati Uniti dove riscuote molto successo. La notizia di tutti questi trionfi internazionali arriva anche in
Italia, e nel 1963 Robertino inizia ad incidere dischi.
Nel 1964, a neanche 17 anni, partecipa al Festival di Sanremo con la canzone Un bacio piccolissimo, che arriva in finale e diventa in breve tempo uno dei singoli più venduti dell'anno. Pochi mesi dopo, in coppia con Aurelio Fierro arriva alla finale del XII Festival della canzone napoletana 1964 con il brano Mo scritto da Alberto Testa;
il suo successo è così notevole che a Mosca, prima della partita
Urss-Italia, gli azzurri sono accolti dalla voce di Robertino che canta
l'Ave Maria di Schubert, diffusa dagli altoparlanti dello stadio.
Torna nuovamente a Sanremo nel 1965 con Mia cara (scritta da Mogol e Pino Massara), e l'anno successivo vince il Festival di Napoli con Bella, cantata in coppia con Sergio Bruni. Nel 1967, ottiene un altro successo al Disco per l'estate cantando Era la donna mia, brano scritto da Gianni Meccia, che arriva alla serata finale Negli anni settanta il suo successo in Italia diminuisce, ma continua comunque ad effettuare serate e tournée nel resto del mondo. Robertino è comparso anche in due film italiani: I giardini del diavolo (del 1971, accreditato come Robertino) e La bolognese (del 1975, accreditato come Roberto Loreti). Figura anche nel cast di film girati per televisioni di lingua tedesca. Gode di una vasta popolarità in Islanda, in Norvegia e nei Paesi dell'Europa orientale, specialmente nelle ex repubbliche dell'Unione Sovietica.
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