giovedì 18 agosto 2016

Mio padre Gioacchino e mia madre Anna.


Mio padre era di statura media,magro,d'aspetto  gradevole e sereno. Occhi neri, come la barba, faccia  allungata, naso aquilino, il suo sguardo  infondeva  fiducia e il suo sorriso ammaliava. Responsabile nelle cose che faceva, godeva la stima di amici e  conoscenti. Era  istruito e  spesso leggeva le Scritture. A me portava un  amore incondizionato; quando tornava dal lavoro, il venerdì sera, stanco per la fatica di  tutta la settimana, faceva quasi correndo la ultima salita del torrente cedron fino a casa, dimenticando ogni stanchezza, per la gioia di rivederci. Una delle  caratteristiche che più  ricordo di mio padre, era l' accoglienza tutta particolare e cordiale che riservava alle persone che venivano a  trovarci. Devo  ringraziare  molto il Signore  per il fatto che da piccola ho sentito l'amore della  gente, dei genitori, dei  parenti e degli amici. Mio padre morì quando io avevo sette  anni. Mia madre era una di quelle persone la cui presenza crea un'atmo sfera di serenità nell' ambiente in cui si vive. Piaceva a tutti, perchè per  lei tutti valevano, grandi o piccoli, ricchi o poveri. Se mio padre era l' immagine della benignità di Dio, mia  madre  era un soave riflesso della sua tenerezza. Il nome Anna vuol dire " Grazia ". Apparteneva ad una famiglia molto religiosa della Galilea. Sapeva farmi percepire il legame tra gli avvenimenti di ogni giorno e il disegno di Dio che li guidava. Diceva che niente accade per caso; tutto è previsto,
orientato a realizzare la volontà di Dio  per il  nostro bene.
D.J.M.Vernet

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