Enzo Anselmo Ferrari
(Modena, 18 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988)
è stato un imprenditore, dirigente sportivo e pilota automobilistico italiano, fondatore della casa automobilistica che porta il suo nome, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, conquistò, con lui ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti di Formula 1 e 15 totali.La famiglia Ferrari sperava in una figlia femmina, visto che l'erede designato era il primogenito Alfredo Junior, detto Dino (da non confondere con l'omonimo figlio di Enzo). La madre, Adalgisa Bisbini, era originaria di Forlì, mentre il padre, Alfredo, era di Carpi (in provincia di Modena). La famiglia viveva nella casa adiacente all'officina di carpenteria meccanica fondata da Alfredo, che lavorava per le vicine ferrovie; il complesso abitativo, unitamente a una nuova galleria espositiva, è attualmente sede del museo Enzo Ferrari. A differenza del fratello maggiore Alfredo, Enzo aveva un rendimento scolastico piuttosto scarso e allo studio preferiva lavorare nell'officina del padre (ne fu un esempio la partecipazione alla realizzazione della pensilina della stazione di Giulianova (1914), che l'avrebbe voluto ingegnere, sognando invece di poter concretare una delle sue passioni adolescenziali. Infatti avrebbe voluto divenire tenore d'operetta o giornalista sportivo o pilota automobilistico. Compì le prime esperienze di guida sulla Diatto di famiglia e il 16 novembre 1914 riuscì a far pubblicare il suo resoconto della partita di calcio Modena-Inter sulla Gazzetta dello Sport. Nel 1915 perse il padre a causa di una polmonite; l'anno seguente morì anche il fratello Alfredo, partito volontario allo scoppio della Grande guerra. In attesa di essere chiamato alle armi, grazie alla sua conoscenza delle macchine utensili il diciottenne trovò impiego, in qualità di istruttore, presso l'Officina Pompieri di Modena, dove si tenevano corsi per la preparazione di operai da utilizzare nelle industrie ausiliarie. Nel 1917 venne arruolato nel Regio Esercito nel 3º Reggimento d'artiglieria alpina, ma lo stesso anno fu congedato a causa di una pleurite. Ripresosi dalla malattia, Enzo Ferrari si presentò a Torino e chiese di essere assunto presso la FIAT, ottenendo un cortese diniego dal direttore del personale. Non si perse d'animo e trovò occupazione in una Carrozzeria di Torino, specializzata nel recupero di autocarri leggeri, dismessi dall'uso bellico. Compito del giovane Ferrari, oltre al lavoro d'officina, era quello di collaudare gli autotelai ricondizionati e consegnarli alla committente nel capoluogo lombardo. Fu durante una delle sue trasferte a Milano che, alla fine del 1919, trovò occupazione in una piccola impresa meccanica milanese dell'amico Ugo Sivocci. Sivocci prese a cuore la situazione di quel ragazzo squattrinato, ingaggiandolo come assistente al collaudo. La prima competizione importante cui Ferrari partecipò fu la X Targa Florio, ma con scarso successo. Nel 1920 cominciò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per Gentlemen Driver. Nel 1923 Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio ( frazione di Ravenna). Secondo quanto narrato da Enzo Ferrari, fu in quell'occasione che la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l'aviatore portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari. Nel 1924 fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona.. Nel 1924 Enzo Ferrari partecipò alla fondazione del giornale sportivo bolognese «Corriere dello Sport». Ferrari rimase consigliere delegato della società editrice fino al 1926. Nello stesso anno vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, il pilota dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso, che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. A coronamento della sua carriera sportiva, gli furono conferite le onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona. Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse, collegata all'Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari. Enzo gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Alfredo, detto Dino, che morì nel 1956 di distrofia muscolare; per questo volle la nascita del Centro Dino Ferrari per la cura di questa malattia. In seguito ebbe un altro figlio, Piero, nato nel 1944 da Lina Lardi. Ha trascorso una vita riservata e raramente concedeva interviste.La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa R omeo a ritirarsi; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l'AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò "La Scuderia Ferrari", che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo. La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell'Alfa Romeo nel mondo della F1. Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari. Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di "ingegnere meccanico", datogli ad honorem nel 1960 dall'Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell'incontro da tempo. Enzo Ferrari morì all'età di novant'anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli amici e parenti intimi. Ferrari è stato tumulato nel cimitero di San Cataldo, a Modena, accanto alla tomba del figlio Dino. Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e al secondo posto. La vittoria fu dedicata alla memoria del Drake.
(Modena, 18 febbraio 1898 – Modena, 14 agosto 1988)
è stato un imprenditore, dirigente sportivo e pilota automobilistico italiano, fondatore della casa automobilistica che porta il suo nome, la cui sezione sportiva, la Scuderia Ferrari, conquistò, con lui ancora in vita, 9 campionati del mondo piloti di Formula 1 e 15 totali.La famiglia Ferrari sperava in una figlia femmina, visto che l'erede designato era il primogenito Alfredo Junior, detto Dino (da non confondere con l'omonimo figlio di Enzo). La madre, Adalgisa Bisbini, era originaria di Forlì, mentre il padre, Alfredo, era di Carpi (in provincia di Modena). La famiglia viveva nella casa adiacente all'officina di carpenteria meccanica fondata da Alfredo, che lavorava per le vicine ferrovie; il complesso abitativo, unitamente a una nuova galleria espositiva, è attualmente sede del museo Enzo Ferrari. A differenza del fratello maggiore Alfredo, Enzo aveva un rendimento scolastico piuttosto scarso e allo studio preferiva lavorare nell'officina del padre (ne fu un esempio la partecipazione alla realizzazione della pensilina della stazione di Giulianova (1914), che l'avrebbe voluto ingegnere, sognando invece di poter concretare una delle sue passioni adolescenziali. Infatti avrebbe voluto divenire tenore d'operetta o giornalista sportivo o pilota automobilistico. Compì le prime esperienze di guida sulla Diatto di famiglia e il 16 novembre 1914 riuscì a far pubblicare il suo resoconto della partita di calcio Modena-Inter sulla Gazzetta dello Sport. Nel 1915 perse il padre a causa di una polmonite; l'anno seguente morì anche il fratello Alfredo, partito volontario allo scoppio della Grande guerra. In attesa di essere chiamato alle armi, grazie alla sua conoscenza delle macchine utensili il diciottenne trovò impiego, in qualità di istruttore, presso l'Officina Pompieri di Modena, dove si tenevano corsi per la preparazione di operai da utilizzare nelle industrie ausiliarie. Nel 1917 venne arruolato nel Regio Esercito nel 3º Reggimento d'artiglieria alpina, ma lo stesso anno fu congedato a causa di una pleurite. Ripresosi dalla malattia, Enzo Ferrari si presentò a Torino e chiese di essere assunto presso la FIAT, ottenendo un cortese diniego dal direttore del personale. Non si perse d'animo e trovò occupazione in una Carrozzeria di Torino, specializzata nel recupero di autocarri leggeri, dismessi dall'uso bellico. Compito del giovane Ferrari, oltre al lavoro d'officina, era quello di collaudare gli autotelai ricondizionati e consegnarli alla committente nel capoluogo lombardo. Fu durante una delle sue trasferte a Milano che, alla fine del 1919, trovò occupazione in una piccola impresa meccanica milanese dell'amico Ugo Sivocci. Sivocci prese a cuore la situazione di quel ragazzo squattrinato, ingaggiandolo come assistente al collaudo. La prima competizione importante cui Ferrari partecipò fu la X Targa Florio, ma con scarso successo. Nel 1920 cominciò a correre con l'Alfa Romeo, che all'epoca era un club per Gentlemen Driver. Nel 1923 Ferrari vinse la prima edizione del Gran premio del Circuito del Savio ( frazione di Ravenna). Secondo quanto narrato da Enzo Ferrari, fu in quell'occasione che la madre di Francesco Baracca, contessa Paolina Biancoli, gli consegnò il simbolo che l'aviatore portava sulla carlinga, un cavallino rampante, e gli disse: «Ferrari, metta sulle sue macchine il cavallino rampante del mio figliolo. Le porterà fortuna». A partire dal 1932 questo simbolo apparve sulla carrozzeria delle vetture utilizzate dalla Scuderia Ferrari. Nel 1924 fu insignito del titolo di Cavaliere dell'Ordine della Corona.. Nel 1924 Enzo Ferrari partecipò alla fondazione del giornale sportivo bolognese «Corriere dello Sport». Ferrari rimase consigliere delegato della società editrice fino al 1926. Nello stesso anno vinse la coppa Acerbo a Pescara e, alla fine della stagione sportiva, il pilota dovette troncare ogni attività agonistica a causa di un forte esaurimento nervoso, che lo costrinse a ritornare a Modena per lunghe cure. A coronamento della sua carriera sportiva, gli furono conferite le onorificenze di Cavaliere Ufficiale e Commendatore della Corona. Nel 1929, completamente rimessosi, venne richiamato a Milano per fondare una squadra corse, collegata all'Alfa Romeo e destinata a diventare celebre come Scuderia Ferrari. Enzo gestiva lo sviluppo delle vetture Alfa e costruì un team di oltre 40 piloti, tra cui Antonio Ascari, Giuseppe Campari e Tazio Nuvolari. Ferrari stesso continuò a correre fino alla nascita, nel 1932, del figlio Alfredo, detto Dino, che morì nel 1956 di distrofia muscolare; per questo volle la nascita del Centro Dino Ferrari per la cura di questa malattia. In seguito ebbe un altro figlio, Piero, nato nel 1944 da Lina Lardi. Ha trascorso una vita riservata e raramente concedeva interviste.La crisi economica nel 1933 portò l'Alfa R omeo a ritirarsi; poco dopo Ferrari si ritirò e creò l'Auto Avio Costruzioni (AAC) con sede a Modena. A causa della guerra, per paura dei bombardamenti, nel 1943 Enzo Ferrari trasferì l'AAC nel suo nuovo stabilimento di Maranello. Dopo la guerra Ferrari creò "La Scuderia Ferrari", che era esistente fin dal 1930 ma che fu costituita in ragione sociale dal 1947, e che è attualmente la più nota squadra del mondo automobilistico sportivo. La prima gara disputata nel campionato mondiale fu il Gran Premio di Monaco, il 21 maggio del 1950, mentre la prima vittoria in F1 fu il Gran Premio di Gran Bretagna del 1951 con José Froilán González, sbaragliando lo squadrone Alfa Romeo. Fu la vittoria che segnò il declino dell'Alfa Romeo nel mondo della F1. Il primo titolo mondiale di F1 giunse nel 1952 con Alberto Ascari. Ferrari fu insignito di molti titoli, ma quello di cui più si vantava era quello di "ingegnere meccanico", datogli ad honorem nel 1960 dall'Università di Bologna. Inoltre, nel 1988 gli fu conferita anche la laurea honoris causa in Fisica dall'Università di Modena e Reggio Emilia. Nel giugno del 1988 papa Giovanni Paolo II si recò in visita agli stabilimenti di Maranello per incontrarlo. Ferrari però era già troppo malato, i due così ebbero solo una conversazione telefonica, con grande dispiacere di Ferrari che desiderava quell'incontro da tempo. Enzo Ferrari morì all'età di novant'anni. La notizia della sua morte, seguendo le sue volontà, fu divulgata solo a esequie avvenute. Il funerale si svolse in forma strettamente privata, senza corteo e alla presenza dei soli amici e parenti intimi. Ferrari è stato tumulato nel cimitero di San Cataldo, a Modena, accanto alla tomba del figlio Dino. Poco meno di un mese dopo, al Gran Premio d'Italia di Formula 1 a Monza, Gerhard Berger e Michele Alboreto con le due Ferrari si piazzarono al primo e al secondo posto. La vittoria fu dedicata alla memoria del Drake.
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