Nel gennaio 1860 l'Eroe dei Due Mondi convolò a nozze con la Raimondi.
Subito dopo un amico gli portò le prove certe dei suoi continui
tradimenti. Lui chiamò la donna che confessò tutto e venne ripudiata su
due piedi.
Nel gennaio 1860 l'Eroe dei Due Mondi convolò a nozze con la Raimondi.
Subito dopo un amico gli portò le prove certe dei suoi continui
tradimenti. Lui chiamò la donna che confessò tutto e venne ripudiata su
due piedi.
Passato
alla storia come uno dei più abili condottieri militari, Giuseppe
Garibaldi si distinse però, come indomito combattente, oltre che sul
campo di battaglia anche sul talamo.
Noto
«tombeur de femmes», innumerevoli le sue conquiste, conobbe però su
questo infido «teatro di guerra» una cocente sconfitta da Giuseppina
Raimondi. Invaghitosi della ragazza, riuscì a convincerla a sposarla
dopo sei mesi di serrato corteggiamento. I due convolarono a nozze il
24 gennaio 1860, ma l'unione durò un'ora sola. Subito dopo la cerimonia
infatti uno dei numerosi amanti della giovane, gli presentò prove
inconfutabili delle sue numerose relazioni, alcune protratte fino pochi
giorni prima del matrimonio. La fedifraga, interrogata, non smentì le
accuse e Garibaldi la ripudiò immediatamente, iniziando le pratiche di
separazione, concluse solo nel 1880.
Garibaldi nel corso della
sua vita, si comportò infatti con altrettanto ardore sui campi di
battaglia e nell'alcova. La più celebre, e celebrata, relazione fu
indubbiamente con la brasiliana Ana Maria de Jesus Ribeiro da Silva,
detta Anita, che il nizzardo conobbe nel 1839 quando lui aveva 32 anni e
lei 18. Narra la leggenda che l'avrebbe vista attraverso un
cannocchiale mormorando tra se: «Deve essere mia». Il loro matrimonio,
da cui nasceranno quattro figli, durò fino al 4 agosto 1849, quando la
donna morì nei presi di Ravenna.
In seguito, Garibaldi frequentò la
nobile inglese Emma Roberts, la contessa Maria Martini della Torre,
Paolina Pepoli, nipote di Gioacchino Murat, la baronessa inglese Maria
Esperance von Schwartz. Da Battistina Ravello, sua cameriera a Caprera,
l'eroe ebbe 1859 una figlia, Anna Maria Imeni, detta Anita. La bimba
avrà come balia Francesca Armosino, che nel 1865 divenne la sua nuova
amante e madre di altri tre figli. In questo tourbillon di sottane, nel
giugno 1859 aveva però fatto la sua comparsa anche Giuseppina Raimondi,
allora 18enne. Figlia illegittima del marchese Giorgio Raimondi Mantica
Odescalchi, fervente patriota, seguì il padre nel suo esilio svizzero,
partecipando poi attivamente alle lotte per l'indipendenza italiana. Era
una donna di grande temperamento che dimostrò anche avviando una
vorticosa giostra di amanti. E forse anche per questo rifiuto la serrata
corte dell'eroe iniziata nel giugno del 1859 quando gli apparve «come
una visione». In particolare, in quel periodo la giovane frequentava due
giovani garibaldini: il tenente Luigi Caroli e il maggiore Carlo
Rovelli. Dopo aver a lungo rifiutato le proposte di matrimonio, la
Raimondi nel 1860 accettò inaspettatamente la proposta di matrimonio. Il
nizzardo la raggiunse nella sua villa di Fino Mornasco e il 24 gennaio
avvenne la cerimonia. Subito dopo però si presentò il maggiore Rovelli
che presentò a Garibaldi la lista dei tanti amanti della donna, con cui
aveva intrattenuto relazioni fino a pochi giorni prima del matrimonio.
Il generale chiamò «a rapporto» la sposina che senza tanto imbarazzo
confessò tutto e venne immediatamente ripudiata.
Le strade dei
coniugi si divisero. Garibaldi tornò a Caprera dove iniziò l'ultima
relazione della sua vita, appunto con la Armosino, mentre Giuseppina
Raimondi continuò a collezionare amanti. Fino a quando nel 1880 la loro
unione venne dichiarato nulla. Quello stesso anno l'eroe sposò la sua
ultima compagna, mentre la sua ormai ex moglie convolò a nozze con con
il patriota e avvocato Lodovico Mancini, suo cognato, dal quale ebbe la
sua unica figlia, Nina.
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