San Giovanni Bosco è indubbiamente il più celebre santo piemontese di tutti i tempi, nonché su scala mondiale il più famoso tra i santi del´ epoca contemporanea: la sua popolarità è infatti ormai giunta in tutti i continenti. Don Bosco fu l´allievo che diede maggior lustro al suo grande maestro di vita sacerdotale, San Giuseppe Cafasso: queste due perle di santità sbocciarono nel convitto ecclesiastico di San Francesco d’ Assisi in Torino. Giovanni nacque frutto del matrimonio tra Francesco e la Serva di Dio Margherita Occhiena. Cresciuto nella sua modesta famiglia, dalla santa madre fu educato alla fede ed alla pratica coerente del messaggio evangelico. A soli nove anni un sogno gli rivelò la sua futura missione volta all´educazione della gioventù. Ragazzo dinamico fondò fra i coetanei la “società dell´allegria”, basata sulla “ guerra al peccato”. Entrò nel seminario teologico di Chieri e ricevette l´ordinazione presbiterale nel 1841. Questo periodo si rivelò occasione propizia per porre solide basi alla sua futura opera educativa tra i giovani. Come succede abitualmente per ogni congregazione,anche la grande opera salesiana ebbe inizi alquanto modesti: l’8 dicembre 1841, dopo l´incontro con il giovane Bartolomeo Garelli, il giovane Don Bosco iniziò a radunare ragazzi e giovani presso il Convitto di San Francesco per il catechismo. Fu infatti un grande merito donboschiano l´intuizione del disagio sociale e spirituale insito negli adolescenti, che subivano il passaggio dal mondo agricolo a quello preindustriale,in cui si rivelava solitamente inadeguata la pastorale tradizionale. Il primo tentativo in tal senso fu compiuto dal vulcanico Don Giovanni Cocchi, che nel1840 aveva aperto l´oratorio dell´Angelo Custode. Don Bosco intitolò invece il suo primo oratorio a San Francesco di Sales, ospite dell´Ospedaletto e del Rifugio della Serva di Dio Giulia Colbert. Quattro anni dopo trasferì l'oratorio nella vicina Casa Pinardi. Spinto dal suo innato zelo pastorale, nel 1847 Don Bosco avviò l’oratorio di San Luigi presso la stazione ferroviaria di Porta Nuova. Nel frattempo il cosiddetto Risorgimento italiano, con le sue articolate vicende politiche, provocò anche un chiarimento nell´esperienza degli oratori torinesi, evidenziando due differenti linee seguite dai preti loro responsabili: e quella più religiosa sostenuta da Don Bosco, prevalse quando nel 1952 l´arcivescovo mons. Luigi Fransoni lo nominò responsabile dell´Opera degli Oratori. La principale preoccupazione di Don Bosco, concependo l´oratorio come luogo di formazione cristiana, era infatti sostanzialmente di tipo religioso-morale, volta a salvare le anime della gioventù. Se la salvezza dell´anima era l´obiettivo finale, la formazione di “ buoni cristiani ed onesti cittadini ” era invece quello immediato, come Don Bosco soleva ripetere. In tale ottica concepì gli oratori quali luoghi di aggregazione, di ricreazione, di evangelizzazione,di catechesi e di promozione sociale. L´amorevolezza costituì il supremo principio pedagogico adottato da Don Bosco, che faceva notare come occorreva che essi percepissero di essere amati. Un grande frutto fu il cosiddetto “ metodo preventivo ”, nonché l´invito alla vera felicità insito nel detto: “ State allegri, ma non fate peccati ”. Fu così che nel 1863 fu aperto un piccolo seminario presso Mirabello, nella diocesi di Casale Monferrato. Altra svolta decisiva nell’ opera salesiana avvenne quando Don Bosco nel 1875 inviò i suoi primi salesiani in America Latina, capeggiati dal Cardinale Giovanni Cagliero, con il principale compito di apostolato tra gli emigrati italiani. Ben presto però i missionari estesero la loro attività dedicandosi all´evangelizzazione delle popolazioni indigene, culminata con il battesimo conferito da Padre Domenico Milanesio al Venerabile Zeffirino Namuncurà, figlio dell’ ultimo grande cacico delle tribù indios araucane. Don Bosco considerò la stampa un fondamentale strumento di divulgazione culturale,pedagogica e cristiana. Scrittore ed editore, tra le principali sue opere si annoverano la “Storia d´Italia”, “Il sistema metrico decimale” e la collana “Letture Cattoliche”.Pur essendo straordinariamente attivo, Don Bosco non avrebbe comunque potuto realizzare personalmente dal nulla tutta questa immane opera ed infatti sin dall´inizio godette del prezioso ausilio di numerosi sacerdoti e laici, uomini e donne. Al fine di garantire però una certa continuità e stabilità a ciò che aveva iniziato, fondò a Torino la Società di San Francesco di Sales (detti“Salesiani”), congregazione composta di sacerdoti, e nel 1872 a Mornese con Santa Maria Domenica Mazzarello le Figlie di Maria Ausiliatrice. Lo apprezzò e lo appoggiò costantemente senza riserve papa Pio IX, che con la sua potente intercessione permise all´opera salesiana di espandersi. Giovanni Bosco morì in Torino il 31 gennaio 1888. Alla guida della congregazione gli succedette il Beato Michele Rua, uno dei suoi primi fedeli discepoli. La sua salma è sepolta nella basilica di Maria Ausiliatrice, da lui fatta edificare. Il pontefice Pio XI, suo grande ammiratore, beatificò Don Bosco il 2 giugno 1929 e lo canonizzò il 1° aprile 1934. La città di Torino ha dedicato alla memoria del santo una strada, una scuola ed un grande ospedale. La venerazione che Don Bosco ebbe, in vita ed in morte, per sua madre fu trasmessa alla congregazione, che negli anni ’90 del XX secolo ha pensato di introdurre finalmente la causa di beatificazione di Mamma Margherita. Merita infine ricordare infine ricordare la prolifica stirpe di santità generata da Don Bosco, tanto che allo stato attuale delle cause, la Famiglia Salesiana può contare ben 5 santi, 51 beati, 8 venerabili ed 88 servi di Dio.
Patronato:Educatori, Scolari, Giovani, Studenti, Editori
Etimologia: Giovanni = il Signore è benefico, dono del Signore, dallebraico Autore: Fabio Arduino |
domenica 31 gennaio 2016
31 gennaio San Giovanni Bosco
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