Il 28 maggio 1980, Walter Tobagi, giornalista del Corriere della Sera (nella foto con il figlio Luca), venne assassinato a Milano, vicino alla sua abitazione, da un commando di terroristi.
Oltre settecento articoli firmati in sette anni e dieci mesi al Corriere.
Leggere la vasta produzione di Walter Tobagi nell’archivio digitale
permette di trovare qualche parola utile per spiegarlo a ragazzi che
crescono. La prima è «politica». L’immagine di mio padre è sempre
stata condizionata dal suo assassinio da parte di un gruppo di
terroristi di sinistra. Si è occupato in profondità di terrorismo con
pezzi rigorosi e lucidi, ma la preponderanza degli articoli di politica è
stata sempre netta. La politica è stata lo sfondo per tutti gli altri
temi di cui si è occupato e il campo per affinare il metodo di coniugare
la presentazione accurata e l’analisi dei fatti con l’esposizione delle
sue opinioni personali, mantenendo distinti i due aspetti. La sua
volontà di osservare e raccontare, capire e spiegare, anche di fronte
alle evidenze più confuse o brutali, è sempre stata visibile, come pure
il desiderio democratico di aprirsi all’ascolto e al dialogo con tutti.
Luca.
Nessun commento:
Posta un commento