Vergine
Domrémy, Francia, 1412 circa - Rouen, Francia, 30 maggio 1431
Patronato: Francia, Radiofonisti, TelegrafistiEtimologia: Giovanna = il Signore è benefico, dono del Signore, dall'ebraico
Emblema: Corona d’oro, Gigli, Spada
Santa
Giovanna d’Arco, celeberrima patriota francese, fu in un primo tempo
arsa viva sul rogo e non molti anni dopo, nel 1456, riabilitata dalla
Santa Sede. Il suo ruolo fu decisivo nel risollevare il morale francese
nel corso della guerra dei Cento Anni e certamente avrebbe meritato
una sorte migliore, rifiutata dai suoi stessi compatrioti ed ifine
giustiziata sotto pressione inglese. Fu indubbiamente una grande
patriota francese, perita di morte violenta, ma non una “martire” in
senso cristiano, cioè uccisa non in odio alla sua fede, quanto piuttosto
per motivi politici. Indubbi furono il suo immenso coraggio e la sua
grande determinazione. Nata
da una famiglia contadina, imparò a cucire e filare, ma non a leggere e
scrivere. Ebbe un’infanzia tutto sommato felice, anche se turbata dal
pericolo dell’invasione lorenese e dalla Guerra dei Cento Anni. Nel
frattempo Giovanna, allora quattordicenne, dal 1426 iniziò a udire
delle misteriose voci celesti accompagnate da bagliori di luce e due
anni dopo proprio in tal modo fu invitata a presentarsi volontariamente
alle autorità militari allo scopo di “salvare la Francia”. Orléans era
in stato d’assedio e le sorti della nazione parevano incerte. Nel 1429
Giovanna riconobbe a Chinon il Delfino, nonostante questi si fosse
mascherato fra i suoi cortigiani, ed ottenne un colloquio segreto con
lui, riuscendo a guadagnarne la stima. Venne tuttavia condotta a
Poitiers per sottoporla all’esame da parte di teologi circa la sua fede
ed i suoi costumi, ma poiché non fu scorta in lei alcuna ombra, al
Delfino venne dunque consigliato di sfruttare al meglio i carismi della
ragazza. Giovanna chiese che delle truppe fossero messe a sua
disposizione per liberare Orléans e, vestitasi di un’armatura bianca,
cavalcò alla loro testa con uno stendardo recante i nomi di Gesù e
Maria. In
effetti la spedizione militare ebbe successo ed Orléans fu liberata:
ciò dipese indubbiamente dall’intervento della “pulzella”, che seppe
risollevare il morale francese e far percepire a tutti l’aiuto divino.
L’entusiasmo popolare crebbe ancora in seguito ad altre vittorie, sino
alla liberazione di Reims, ove Carlo VII poté essere incoronato con
accanto Giovanna ed il suo stendardo. Forti opposizioni si levarono però
ben presto dal mondo maschilista. Ben presto emersero gli effetti di
questa avversione nei suoi confronti: rimasta ferita durante un fallito
attacco a Parigi, il suo carisma fu ridimensionato e, quando mesi dopo
ella liberò Compiègne, il ponte levatoio fu sollevato prima che
Giovanna potesse mettersi in salvo. Catturata dai borgognoni, il re di
Francia non fece alcuno sforzo per ottenere il suo rilascio e dunque il
21 novembre 1430 venne venduta agli inglesi. Questi,
desiderando che la giovane fosse condannata quale ribelle o eretica,
la sottoposero ad un interrogatorio incrociato da un tribunale
presieduto dal vescovo di Beauvais. Furono esaminati le “voci”
misteriose che ella udiva, l’uso di abiti maschili, la sua fede e la sua
volontà di sottomissione alla Chiesa. Il processo terminò con una
“rozza e sleale ricapitolazione dei fatti”, in cui i giudici
giudicarono diaboliche le rivelazioni da lei ricevute e l’università di
Parigi la denunciò duramente. In parte, anche se non ci è chiaro in
quale misura, convinsero Giovanna a ritrattare le sue posizioni, ma poi
tornò ad indossare gli abiti maschili, divenuti ormai provocatori non
traddandosi più di protezioni per la guerra, e confermò di aver
esclusivamente agito per mandato di Dio stesso, che grazie alle “voci”
le aveva affidato tale missione. I
giudici, accogliendo anche le istanze del vescovo, condannarono infine
Giovanna d’Arco quale eretica recidiva ed il 30 maggio 1431, non ancora
ventenne, venne arsa via sul rogo nella piazza del mercato di Rouen.
Il suo comportamento fu esemplare sino alla fine: richiese che un
domenicano tenesse elevata una croce ed alla morì atrocemente invocando
il nome di Gesù. Le sue ceneri furono gettate nella Senna, onde evitare
una venerazione popolare nei loro confronti. Un funzionario reale
inglese ebbe a commentare circa l’accaduto: “Siamo perduti, abbiamo
messo al rogo una santa”. Una
ventina di anni dopo, sua madre ed i due fratelli si appellarono alla
Santa Sede affinchè il caso di Giovanna fosse riaperto. Papa Callisto
III nel 1456 riabilitò l’eroina francese, annullando l’iniquo verdetto
del vescovo francese. Ciò costituì una premessa essenziale ber giungere
alla sua definitiva glorificazione terrena: nel 1910 San Pio X
beatificò Giovanna d’Arco ed infine nel 1920 Benedetto XV la proclamò
“santa”. Il suo culto fu particolarmente incentivato in Francia durante i
momenti di particolare crisi in campo militare, sino ad essere
proclamata patrona della nazione. Anche in Inghilterra la sua fugura è
stata rivalutata ed una sua statua è stata posta nella cattedrale di
Winchester. Giovanna
d’Arco non fu altro che una semplice ragazza di campagna, che seppe
adempiere fedelmente la vocazione ricevuta tramite le rivelazioni
attribuite a San Michele Arcangelo, Santa Margherita di Antiochia e
Santa Caterina d’Alessandria. Seppur possa sembrare una vicenda
incredibile, è impressionante la mole di documenti raccolti dalla Santa
Sede grazie alla quale si rendette postuma giustizia alla giovane
innocente vittima.
Autore: Fabio Arduino
Nessun commento:
Posta un commento