Una
giovane donna rimasta vedova, viveva con il suo unico figlio al quale
dedicava tutta la sua vita. Desiderava che questo suo figlio
diventasse un uomo importante, ma era molto preoccupata perché il
ragazzo amava moltissimo mangiare dolci ed ogni tipo di cibo
spazzatura.
Aveva
fatto e tentato di tutto per far smettere a suo figlio, questo
comportamento non salutare; cercò aiuto dappertutto, medici, insegnanti e
persino preti ma, niente…il suo ragazzo restava assolutamente
indifferente ai tanti consigli ricevuti di volta in volta continuando a
mangiare dolci e porcherie, in gran quantità.
In
fondo, era il suo unico figlio…così alla fine, esausta, la madre si
rassegnò decidendo di dare al figlio tutto ciò che voleva per evitare
che non mangiasse più niente.
La
situazione però, era molto critica poiché i cibi che quel ragazzo
mangiava, non erano per nulla sani, non lo nutrivano correttamente e gli
avrebbero creato in seguito gravi problemi di salute.
Un
mistico nel suo girovagare era passato dal villaggio e la donna pensò
che fosse per lei, un’ottima occasione: quell’uomo aveva intorno a sé
un’aurea così intensa e potente che forse, l’avrebbe potuta aiutare a
far cambiare quella stupida mentalità e le malsane abitudini di quel suo
figlio testardo.
Per
questa madre preoccupata ed ossessionata, era ormai diventata
un’abitudine, portare suo figlio, anche contro la sua volontà, da
chiunque pensava poterlo aiutare; per il figlio, invece, ogni volta era
una grande umiliazione sottoporsi a critiche, giudizi e conseguenti
consigli per lui assolutamente inaccettabili, improponibili ed inutili
che non facevano altro che diminuire sempre più la sua autostima.
Seppur
recalcitrante, il ragazzo fu costretto a seguire la madre che,
incontrato e fermato il mistico gli spiegò tutta la sua situazione. Il
maestro guardò attentamente il ragazzo, ascoltò la madre preoccupata e
le rispose: “ Mi devi perdonare, ma al momento non posso proprio dire
neanche una parola a tuo figlio, sono vecchio e ci vorranno come minimo
due settimane, prima che io possa dirgli qualcosa.”
La
donna, a quelle parole rimase sconcertata…chiunque, anche il più idiota
era sempre stato pronto a dare dei consigli e non poteva credere che,
un grande mistico, seguito da migliaia di persone, si limitava a dire
che non poteva dare al momento nessun consiglio e che avrebbe dovuto
dargli almeno due settimane..!
Per
la prima volta invece, il ragazzo si sentì rispettato, accettato e
riconosciuto nella sua dignità di essere umano: non era stato condannato
a priori…si rese conto che quel vecchio aveva veramente preso a cuore
il suo caso e voleva dargli un consiglio che avesse sostanza e che,
proprio per questo motivo aveva bisogno come minimo di due settimane.
Dopo
due settimane, madre e figlio si prepararono a tornare dal Maestro , ma
questa volta il ragazzino era felicissimo d’incontrarlo, aveva contato i
giorni con ansia per poterlo rivedere e, rivolto a sua madre disse: “
Non vedo l’ora di rivedere il Maestro, è un uomo completamente diverso
da tutti gli altri che mi hai sempre costretto ad incontrare”.
La
madre stupefatta, non riusciva a comprendere questo cambio di
atteggiamento di suo figlio e tutto il suo desiderio di rivedere quel
vecchio uomo.
Il
grande giorno arrivò e all’alba il ragazzino si lavò, si cambiò i
vestiti e si preparò velocemente quando sua madre guardandolo gli
chiese: “ Ma…che fretta hai? “ E lui rispose: “ Voglio incontrare subito
quell’uomo…è il solo che ho sentito nel mio cuore, davvero capace di rispettare il prossimo! “
Madre e
figlio andarono e la donna fu la prima a parlare al mistico :” Prima
di passare a mio figlio, voglio sapere come mai ti ci sono volute due
settimane…è forse un problema metafisico così complesso? “
Il
mistico le rispose : “ Se il problema fosse stato metafisico, avrei
risposto immediatamente, ma qui si tratta invece di un problema
esistenziale. Io ho settant’anni, tuo figlio ne ha solo sette…ho vissuto
dieci volte di più, eppure mi piacciono ancora i dolci e, fino a
quando a me piacerà mangiare dolci, non potrò mai dire nulla a lui; in
queste due settimane ho tentato di non mangiarne ed osservare cosa
succede…pertanto, il mio consiglio si fonda sulla mia esperienza e non
sulla semplice opinione comune che i “dolci non fanno bene “. Forse è
vero, ma se non riesco a smettere di mangiarne io, che ho settant’anni,
come ci si può aspettare che un ragazzino di sette anni ci
riesca…quindi non posso dargli nessun consiglio! “
Il
ragazzo era stracontento e colpitissimo : un uomo di quell’età, si era
inflitto, per lui, delle privazioni per due settimane? Da non credere!
Poi il
vecchio guardò il ragazzo e disse: “ Figliolo è molto difficile, sono
riuscito a non mangiare più dolci e non ne mangerò più per il resto
della mia vita…ma consigliarlo a te, m’imbarazza un po’…sei così
giovane! Se ti piacciono così tanto, sarà difficilissimo per te smettere
ed importi questa idea sarebbe violenza, una violenza nei confronti
dei tuoi diritti in quanto individuo. Pertanto, posso solo dirti che fa
bene ed è più salutare non mangiare troppi dolci e cibi spazzatura…ma è
difficilissimo, è una sfida e solo tu puoi scegliere di accettarla o
no. Io ho smesso per il resto della mia vita e solo ora ho l’autorità
per dirti che anche tu puoi smettere, di certo però ti ricordo che è
una cosa difficilissima, sei pronto ad accettare questa sfida,
quest’avventura? “.
Il
ragazzino guardò il mistico dritto negli occhi e rispose : “ Li
abbandono in questo preciso momento e per il resto della mia vita; se ci
sei riuscito tu, perché mai non posso farcela io? E tu sei così
vecchio, io invece sono così giovane, tu ti indebolisci, io invece mi
rafforzo! Si, posso accettare questa sfida e la cosa non mi preoccupa
affatto! “.
La
madre stentava a credere a ciò che stava accadendo…era un vero
miracolo! Praticamente adesso la situazione si era invertita ed era suo
figlio che stava convincendo il vecchio mistico di essere in grado di
farcela.
Il
vecchio accarezzando la testa del ragazzino gli disse concludendo : “
Ho la sensazione che anche tu, ci debba pensare su, per almeno due
settimane…puoi provarci! “
Il ragazzino gli rispose: “ No, smetto seduta stante, qui ed ora alla tua presenza…e con la tua benedizione!.”
Dare
consigli agli altri è una sorta di umiliazione, è come dire: “ Io so
mentre tu non sai. Io sono la guida e tu devi farti guidare. Io sono
l’insegnante e tu l’allievo. “ Questa è pur sempre una forma di piacere
egoistico, il cui prezzo però è l’umiliazione dell’altro.Ma tutti noi
abbiamo qualche volta bisogno di essere consigliati e il modo migliore è
quello di rivolgerci a chi ha vissuto il problema in prima persona
Sono
sicura che questo racconto ti sia piaciuto e ti faccia riflettere sul
profondo ed illuminante significato che in esso è racchiuso e che può
essere seguito ed adattato alle innumerevoli sfide che la vita riserva
ogni giorno a tutti, bambini, adolescenti ed adulti.
Angela Teresa Lopez
PS.
io è da quando ho l'intelletto che mi sento dire del mio difetto di
nascita e ora del mio brutto male (che spero sconfitto):- Eh che vuoi
che sia .....c'è di peggio, da piccola mi prendevano solo in giro (non
faccio colpe a nessuno , erano i tempi) adesso per essermi fatta la
chemio ..eh dai!!! tirati sù c'è chi sta peggio!!!!. Credete che non ne
sia consapevole??? andare a farsi la chemio si vedono cose terribili
tutte peggio delle tua. Però il Prof , il dott e le varie dott.sse
dell'oncologia , la prima cosa che mi hanno chiesto è stato:- come va in
casa è coccolata?. Non sto a dire il caso personale , ma è facile dire
dai forza sù e non capire invece che abbiamo bisogno di comprensione
di sentirci dire :- hai ragione a star male , ma dai piano ,piano
finirà fatti coraggio conta su di me , chiamami quando vuoi , quando
hai bisogno di sfogarti ed essere capita. Questo non serve solo per il
male serve anche per i problemi quotidiani che capitano ogni giorno,
mentre le persone che ti ascoltano ti rispondono:_ e allora cosa dovrei
dire io e giù sciorinano magari cose banali che non hanno niente a che
vedere . Allora succede che ti chiudi in te stessa e non chiedi più
aiuto a nessuno.
Lucia.