sabato 31 ottobre 2015
venerdì 30 ottobre 2015
Angeli Lunari
Angeli Lunari
Geniel – è l’angelo che apre il ciclo primaverile dell’Ariete, ed è il portatore di un avvenire migliore. Propizio ai viaggiatori.
Enediel – è l’angelo che custodisce i tesori ed aiuta a ritrovare gli oggetti smarriti.
Amixiel
– attraversa il cielo nella costellazione del Toro, è favorevole a
coloro che sono impegnati in lavori pesanti, soprattutto sul mare.
Azariel
– è l’angelo conosciuto come Aldebaran, rappresenta lo splendente
occhio della costellazione del Toro. Aiuta la realizzazione dei
desideri.
Gabiel – è l’angelo nel cielo dei Gemelli, custodisce l’intelligenza ed aumenta l’intuizione nel campo degli affari e dei sentimenti.
Dirachiel
– è l’angelo che anticamente veniva invocato per Custodire la crescita
del raccolto, lui non ha mai smesso di farlo, basta chiedere il suo
aiuto.
Seheliel
– è l’angelo che attraversa il cielo nella costellazione del Cancro.
Favorisce la fortuna nel commercio, le buone intenzioni e protegge dalla
discordia.
Amnediel – è l’angelo che protegge coloro che viaggiano via terra, proteggendoli dagli incidenti e donando loro grande coraggio.
Barbiel
– è l’angelo che protegge dai sortilegi di chi vuol seminare discordia e
odio, aiuta la risoluzione dei problemi dei suoi protetti.
Ardefiel – è l’angelo che attraversa il cielo nella costellazione del Leone. Sviluppa la logica e la razionalità.
Neciel –
è l’angelo che alimenta l’intuizione e aiuta la fuga dei prigionieri
(oggi favorirebbe la liberazione delle persone ingiustamente
oppresse).
Abdizuel
– è l’angelo che attraversa il cielo nella costellazione della Vergine
ed è propizio ai buoni raccolti in agricoltura, alla guarigione dalle
malattie ed è portatore di fortunate coincidenze.
Jazeriel
– è un secondo angelo legato alla costellazione della Vergine.
Favorisce la società, le imprese commerciali attraendo la benevolenza e
la simpatia.
Ergediel
– è l’angelo che attraversa il cielo nella costellazione della
Bilancia. È il protettore della bellezza fisica. È particolarmente
attivo se è invocato per la guarigione dalle malattie.
Ataliel – è l’angelo del cielo autunnale che favorisce le occasioni fortunate, i guadagni in danaro e custodisce le buone amicizie.
Azeruel
– è l’angelo di fine Ottobre, la sua protezione protegge dall’invidia
dei disonesti e favorisce le attività commerciali. Favorisce la
riflessione e la meditazione.
Adriel
– attraversa il cielo dello Scorpione e rafforza la volontà spronando
gli indecisi. Inoltre porta un dono singolare: la protezione affinché
gli edifici durino nel tempo.
Egibiel – è l’angelo che favorisce il concepimento e la maternità. Portatore di concordia tra le persone.
Amutiel
– è l’angelo che attraversa il cielo del Sagittario ed è portatore di
occasioni fortunate, di riuscita nelle imprese ed aiuta a districarsi
nella difficoltà.
Kiriel
– è l’angelo che, da buon sagittariano, anticamente propiziava la
caccia e i cacciatori, ai nostri giorni probabilmente è molto meno
impegnato.
Bethnael
– è l’angelo che s’insinua nello spazio di cielo del Capricorno.
Governa i beni materiali degli umani, protegge il loro benessere fisico e
la stabilità economica, stimolando anche la generosità.
Geliel
– è l’angelo che solca il gelido cielo invernale. Aiuta la
realizzazione dei progetti. I suoi doni e la sua speciale protezione
sono rivolti a coloro che lavorano accanto agli ammalati.
Requiel
– verso la fine del segno del Capricorno, transita questo angelo la cui
protezione aiuta gli umani a stringere nuove amicizie. Portatore di
chiaroveggenza.
Barinael
– è l’angelo che solca il cielo ai primi gradi dell’Acquario. Favorisce
l’affermazione personale dei puri di cuore. Protegge dai bugiardi e
dai truffatori. Proprizio a coloro che devono concludere un affare.
Aziel –
angelo che solca il luminoso cielo dell’Acquario e che protegge i
messaggeri, coloro che lavorano nel mondo delle notizie e
dell’informazione.
Tagriel –
è l’angelo che attraversa i primi gradi della costellazione dei
Pesci. Portatore di creatività, è il Custode di coloro che lavorano
nell’arte.
Alheniel – è l’angelo che protegge e favorisce tutti coloro che lavorano all’aria aperta o nel vento (piloti, aviatori etc…)
Amnixiel
– è l’angelo che chiude nei Pesci, il cerchio dello Zodiaco, tenendo
simbolicamente per mano il suo splendente fratello Geniel, l’iniziatore
del Cerchio. Custodisce la famiglia, i coniugi, i bambini e gli
anziani. Sviluppa l’amore per la Conoscenza.
Gli Angeli lunari Sono quelli più vicini a noi e quindi potranno rispondere immediatamente alle nostre richieste e le preghiere. In caso di emergenza, gli Angeli Lunari sono la scelta migliore
PREGHIERA AGLI ANGELI LUNARI
Angelo GENIEL fammi desiderare un futuro splendente!
Angelo ENEDIEL, portami il tuo aiuto Provvidenziale!
Angelo AMIXIEL, fa sì che io trovi un lavoro piacevole, una missione!
Angelo AZARIEL, fa che i miei desideri contribuiscano alla mia realizzazione!
Angelo GABRIEL, che tutti sappiano che i miei sentimenti sono puri!
Angelo SEHELIEL, ti chiedo buona armonia tra i miei amici e tra tutti!
Angelo MANEDIEL, ti chiedo coraggio per abbandonare i privilegi sciocchi!
Angelo BARBIEL, ti chiedo di risolvere TUTTI i miei problemi!
Angelo ARDEFIEL, vittoria della ragione semplice e logica, Amen!
Angelo NECIEL, fammi trovare idee nuove e amici!
Angelo ABDIZUEL, aiutami a preparare il mio futuro secondo i miei desideri!
Angelo JAZERIEL, che io possa definitivamente decidere del mio futuro!
Angelo ERGEDIEL, fammi trovare ovunque la bellezza!
Angelo ATALIEL, fammi guadagnare molto denaro (per donarne anche agli altri)
Angelo AZERUEL, voglio meditare e riflettere di fronte allo sconforto
Angelo ADRIEL, la mia mente governerà i miei sentimenti e conseguirò il mio scopo!
Angelo EGIBIEL, fammi concepire un figlio, fammi concepire un’opera!
Angelo AMUTIEL, che ogni cosa possa sistemarsi al meglio per tutti
Angelo KYRIEL, desidero ritrovare il mio equilibrio interiore e conseguire il mio scopo!
Angelo BETHNAEL, che io possa ricevere bontà e generosità e contraccambiarle!
Angelo GELIEL, aiutami a realizzare i miei progetti trascendenti!
Angelo REQUIEL, rendimi vedente, chiaroveggente! Veggenza!
Angelo BARINAEL, che io possa finalmente agire secondo la mia Volontà!
Angelo AZIEL, desidero lavorare già nel futuro!
Angelo TAGRIEL, fa sì che i miei progetti si realizzino: parola creatrice!
Angelo ALHENIEL, dammi il potere! Potere magico essenziale!
Angelo AMIXIEL, fammi conoscere tutto, concedimi il Sapere!
giovedì 29 ottobre 2015
Sono un ANGELO…
Fermati un attimo e leggi queste parole …
Sono un ANGELO… forse non sai riconoscermi, ma io conosco TE… conosco ogni tuo sorriso, ogni tuo gesto, ogni tua parola, ogni sofferenza che provi... asciugo ogni tua lacrima che nasce dall’anima e sfocia nel cuore ed è perciò che ho deciso di scriverti questo messaggio:
Vivi dolce creatura e non aver paura non fermarti sulle delusioni e sulle difficoltà. Vai avanti... io sono accanto a te sempre. Ti sorreggerò quando le difficoltà della vita saranno come un mare in tempesta. Quando gioisci sorrido con te, quando ti sentirai solo rivolgi a me il tuo pensiero ed io ti sussurrerò... "Trova la forza che è in te" e tutto andrà bene.
Web
mercoledì 28 ottobre 2015
OTTOBRE
OTTOBRE
Ottobre! Che voglia di sole,
di giorni allegri e di battiti d'ali.
Ci hai preparato un bel tappeto di foglie,
e dei tuoi frutti abbian tante voglie,
di grappoli d'uva, con chicchi sugosi,
marroni freschi e saporosi.
Maglioni di lana, giacche pesanti,
in un batterd'occhio siamo già ai Santi.
Ci lasci a Novembre e te ne vai,
ma non ti dispiace, perchè tu sai,
che ci lasci ad un mese triste e nebbioso...
ti rimpiangeremo...e ne sei orgoglioso.
Sei stato buono! Davvero gentile,
di giorni allegri e di battiti d'ali.
Ci hai preparato un bel tappeto di foglie,
e dei tuoi frutti abbian tante voglie,
di grappoli d'uva, con chicchi sugosi,
marroni freschi e saporosi.
Maglioni di lana, giacche pesanti,
in un batterd'occhio siamo già ai Santi.
Ci lasci a Novembre e te ne vai,
ma non ti dispiace, perchè tu sai,
che ci lasci ad un mese triste e nebbioso...
ti rimpiangeremo...e ne sei orgoglioso.
Sei stato buono! Davvero gentile,
che pensavamo di esser ad Aprile.
Ciao Ottobre riposa contento
e l'anno prossimo non portarci vento!
Portaci colori belli e brillanti!
e ti aspetteremo tutti quanti!
e l'anno prossimo non portarci vento!
Portaci colori belli e brillanti!
e ti aspetteremo tutti quanti!
Lucia.2007
martedì 27 ottobre 2015
Autunno
Autunno
Come fiocchi di neve
van cadendo le foglie,
e gli alberi, fra breve,
saranno senza spoglie.
Soffia il vento, s'oscura
di tetre nubi il cielo,
e tutta la natura
Dar si copra d'un velo.
Ah, la bella stagione
con le foglie è finita!
Al sonno si compone
la terra intorpidita.
Ma, mentre così dorme,
tutte operosamente
rinnova le sue forme
la vita onnipossente...
Dormi,terra;dormite
alberi,erbette, fiori:
a primavera uscite
giovani e freschi fuori.
van cadendo le foglie,
e gli alberi, fra breve,
saranno senza spoglie.
Soffia il vento, s'oscura
di tetre nubi il cielo,
e tutta la natura
Dar si copra d'un velo.
Ah, la bella stagione
con le foglie è finita!
Al sonno si compone
la terra intorpidita.
Ma, mentre così dorme,
tutte operosamente
rinnova le sue forme
la vita onnipossente...
Dormi,terra;dormite
alberi,erbette, fiori:
a primavera uscite
giovani e freschi fuori.
Oh v'attendiam! Saremo
rinnovati noi pure;
no, non c'è un giorno estremo,
sorelle creature!
rinnovati noi pure;
no, non c'è un giorno estremo,
sorelle creature!
Creature sorelle
si migra ad altre rive;
in più serene, belle
forme tutto rivive.
si migra ad altre rive;
in più serene, belle
forme tutto rivive.
Luigi Capuana
Luigi Capuana
Luigi Capuana, letterato, giornalista, drammaturgo,
critico e teorico del verismo italiano.
critico e teorico del verismo italiano.
Mineo 1839 / Catania 1915
Nasce a Mineo in provincia di Catania, nel 1839 da una famiglia di proprietari terrieri. Nei primi anni della sua vita frequentò una scuola privata non troppo severa, allo studio preferiva il gioco e le zuffe con i compagni. Da piccolo Luigi Capuana aveva una voce così limpida e viva, che gli fruttò il ruolo di recitatore di
poesie dialettali. Adolescente, sviluppò una viva curiosità per molti campi del sapere,scrisse le sue prime poesie e pubblicò un giornaletto tra il serio e l’umoristico. A diciotto anni Capuana entrò, per volere della famiglia,nella facoltà di Giurisprudenza del Siculorum Gymnasium di Catania. Durante gli anni dell’Università, però, più che agli studi giuridici,si dedicò allo studio degli scrittori classici e in particolare di Dante, Virgilio e Ariosto.Alla fine del 1859,Luigi Capuana riuscì a convincere la famiglia cheera inutile fargli studiare legge.Nel 1861 trasferitosi a Firenze, frequentò i salotti letterari diventando critico teatrale per il giornale «La Nazione»e approfondendo la sua cultura letteraria leggendo appassionatamente Balzac e Flaubert. A seguito della morte del padre e del peggioramento delle condizionieconomiche della famiglia, Luigi Capuano si trovò
nella necessità di avere un lavoro redditizio e, tornato a Mineo, dal 1870 cominciò a lavorare come ispettore scolastico. Rimase a Mineo fino al 1877ed in quegli anni, lavorò come editore, si occupò di fotografia, di incisione, di disegno, di ceramica, di
amministrazione comunale e intrecciò una relazine amorosa con una ragazza analfabeta. Da questa relazione nacquero parecchi figli, che finirono però tutti all’ospizio dei trovatelli di Caltagirone. Non era infatti pensabile a quell’epoca che un rispettabile borghese riconoscesse come suoi i figli nati dalla relazione con una donna di bassaestrazione sociale. Nel 1877 Capuana pubblicò il suo primo volume di novelle "Profili di Donna" e si trasferì a Milano, con l’incarico di critico letterario e teatrale al "Corriere della Sera" dando il via alperiodo più produttivo della sua attività di scrittore. Nel 1879 pubblicò il suo primo romanzo "Giacinta",
che divise opinione pubblica e critici. Da allora Capuana, incoraggiato dal Verga, continuò instancabilmente a scrivere, totalmente inserito nel verismo italiano. Negli anni seguenti Luigi Capuana visse bevemente a Roma per dirigere il giornale
letterario «Fanfulla della domenica», per tornare a Mineo dove fece il sindaco dal 1883 al 1888.Tornato ancora a Roma ne 1888 conobbe Emile Zola e Luigi Pirandello allora giovani scrittori che in seguito lo ricordarono come maestro, scrisse e pubblicò sei raccolte di novelle, tre romanzi, un lungo racconto per ragazzi, Scurpiddu, oltre a raccolte di saggi, fiabe e scritti di attualità. Lo
scrivere per Luigi Capuano,oltre che a rispondere ad un'esigenza artistica aveva la funzione di affrontare le difficoltà finanziarie che lo perseguitavano.Nel 1901 fu pubblicato il romanzo "Il Marchese di Roccaverdina", che ottenne un grosso sucesso di critica.Intanto aveva conosciuto Adelaide Bernardini, una giovane donna che aveva tentato di uccidersi.Dopo una convivenza durata molti anni, Capuana la sposò, nel 1908, a Catania, dove era andato ad insegnare lessicografia e stilistica
all’università e dove continuò ad insegnare fino al 1914,anno in cui fu messo a riposo.Capuana morì a Catania nel 1915
scrivere per Luigi Capuano,oltre che a rispondere ad un'esigenza artistica aveva la funzione di affrontare le difficoltà finanziarie che lo perseguitavano.Nel 1901 fu pubblicato il romanzo "Il Marchese di Roccaverdina", che ottenne un grosso sucesso di critica.Intanto aveva conosciuto Adelaide Bernardini, una giovane donna che aveva tentato di uccidersi.Dopo una convivenza durata molti anni, Capuana la sposò, nel 1908, a Catania, dove era andato ad insegnare lessicografia e stilistica
all’università e dove continuò ad insegnare fino al 1914,anno in cui fu messo a riposo.Capuana morì a Catania nel 1915
lunedì 26 ottobre 2015
Buongiorno Autunno…
Buongiorno Autunno…ti presenti
con paesaggi splendidi,
con profumi di castagne,
di legno bruciato,
di camini fumanti..
Benvenuto Autunno..
respiro il tuo venticello lieve,
ballo tra i fiumi di foglie
che inondano i sentieri..
tu che nonostante preannunci
il freddo inverno
sei la stagione
più poetica, colorata
e allo stesso tempo malinconica.
Le foglie cadono silenziose
e la pioggia non chiede il permesso
di bagnare la terra.
con paesaggi splendidi,
con profumi di castagne,
di legno bruciato,
di camini fumanti..
Benvenuto Autunno..
respiro il tuo venticello lieve,
ballo tra i fiumi di foglie
che inondano i sentieri..
tu che nonostante preannunci
il freddo inverno
sei la stagione
più poetica, colorata
e allo stesso tempo malinconica.
Le foglie cadono silenziose
e la pioggia non chiede il permesso
di bagnare la terra.
Lucia ♥
domenica 25 ottobre 2015
Lungo il viale dei tigli
Lungo il viale dei tigli
La fragranza è già svanita
e le brattee del fiore,
dalla breve vita,
secche e cadute.Sul ciglio
del viale, senza più odore,
sotto i piedi or sento
schiacciarsi i semi di tiglio.
Oh, questo crocchiar.
Se fosse frumento!...
Ne coglierei paziente
i chicchi per fare un pane,
un pane per un giorno....
(che è niente)
ma lo darei di cuore
a chi di fame muore...
nella noncuranza intorno.
L.Pitoni.
venerdì 23 ottobre 2015
giovedì 22 ottobre 2015
Jean Paul Sartre
Il
22 ottobre di cinquant’anni fa il premio Nobel per la Letteratura
venne assegnato a Jean Paul Sartre, scrittore e filosofo francese, che
però lo rifiutò.
Per la Francia fu un vero e proprio scandalo, che costò a Sartre
molte critiche e accuse; la più divertente fu probabilmente quella
dello scrittore francese André Maurois: sostenne che Sartre non aveva accettato «perché incapace di indossare uno smoking».
La prima lettera di Sartre
Il rifiuto di Sartre fu comunque un evento annunciato. Nel settembre del 1964, un mese prima dell’assegnazione del premio Nobel, quando avevano cominciato a circolare notizie sull’attribuzione del riconoscimento proprio a Sartre, questo scrisse una prima lettera all’Accademia svedese in cui diceva:
Il rifiuto di Sartre fu comunque un evento annunciato. Nel settembre del 1964, un mese prima dell’assegnazione del premio Nobel, quando avevano cominciato a circolare notizie sull’attribuzione del riconoscimento proprio a Sartre, questo scrisse una prima lettera all’Accademia svedese in cui diceva:
«Signor Segretario,da alcune informazioni di cui ora sono venuto a conoscenza, avrei qualche possibilità, quest’anno, di ottenere il premio Nobel. Benchè sia presuntuoso discutere di una votazione prima ancora che abbia avuto luogo, mi prendo la libertà di scriverle per dissipare o evitare un malinteso. Intanto, signor Segretario, le assicuro subito la mia profonda stima per l’accademia svedese e per il premio con cui ha onorato tanti scrittori. Tuttavia, per alcune ragioni del tutto personali e per altre che sono più oggettive, non desidero comparire nella lista dei possibili candidati e non posso né voglio né nel 1964 né dopo accettare questa onorificenza.La prego, Signor Segretario, di accettare le mie scuse e di credere alla mia altissima considerazione».
Sulla lettera circolano però diverse storie, tra cui quella che non fu mai né aperta né letta. Le Monde riportò
che un giornale svedese, il 21 ottobre, aveva scritto che Sartre aveva
rinunciato in anticipo al premio per non privare qualcun altro di
poterlo ricevere, ma anche che il segretario e il presidente
dell’Accademia avevano dichiarato di non aver mai ricevuto una lettera
da parte di Sartre. Comunque sia andata, la notizia del possibile
rifiuto di Sartre era già in circolazione.
Nel 1964 Sartre aveva pubblicato alcuni dei suoi libri più importanti (La nausea, Il muro, L’età della ragione)
ma soprattutto era diventato per molti, soprattutto giovani, un
simbolo della “ribellione” e dell’anticonformismo nel Dopoguerra. Era
presente e riconosciuto nel dibattito pubblico del tempo: aveva fondato
la rivista Les Temps Modernes in cui, insieme ad altri
intellettuali come Simone de Beauvoir e Merleau-Ponty, condivideva le
proprie idee per esempio contro l’imperialismo americano; aveva
sostenuto, almeno in un primo momento, la Rivoluzione cubana; aveva
espresso posizioni favorevoli a Mao in Cina; aveva dato il suo appoggio
al Partito comunista francese e intrapreso una lotta radicale a
favore della causa nazionalista anticolonialista algerina.
L’assegnazione e il rifiuto ufficiale
Il 22 ottobre del 1964 la Fondazione Nobel assegnò a Sartre il premio, motivando la scelta dicendo che «con la sua opera ricca di idee e piena di spirito di libertà e ricerca della verità» Sartre aveva «esercitato un’influenza di vasta portata» per il tempo presente.
Il 22 ottobre del 1964 la Fondazione Nobel assegnò a Sartre il premio, motivando la scelta dicendo che «con la sua opera ricca di idee e piena di spirito di libertà e ricerca della verità» Sartre aveva «esercitato un’influenza di vasta portata» per il tempo presente.
Jean-Paul-Charles-Aymard
Sartre è stato un filosofo, scrittore, drammaturgo, critico
letterario e attivista francese, considerato uno dei più importanti
rappresentanti dell'esistenzialismo.
Data di nascita: 21 giugno 1905, Parigi.
Data di morte: 15 aprile 1980, Parigi,
martedì 20 ottobre 2015
lunedì 19 ottobre 2015
Il giuggiolo
Il
giuggiolo è stato introdotto in Italia dal Medio Oriente per opera del
console romano Sesto Papinio , all’epoca dell’Impero di Augusto.
Ma la sua terra d’origine è la Cina, dove ancora oggi le giuggiole costituiscono un importante ingrediente per la lavorazione di pani , dolci e bevande.
Specie rustica ed estremamente frugale,, di facilissima coltura , si adatta a tutti i terreni , anche sabbiosi e calcarei ; va posta a dimora in pieno sole , al riparo dai venti di tramontana, possibilmente ,come si fa da sempre, a ridosso dei muri.
L’unico inconveniente ,se vogliamo ,è di essere pianta spinosissima .
È molto longevo ma di crescita estremamente lenta, occorrono ben più di dieci anni dall’impianto prima che dia frutti,ed è per questo che presso i vivai il costo di un esemplare adulto raggiunge prezzi elevati. Attualmente però esistono in commercio varietà a frutti grossi che entrano in produzione in un tempo relativamente breve.
Il suo legno è durissimo ma di scarso impiego, in quanto assai raramente il tronco raggiunge le dimensioni adatte per una qualche utilizzazione .Però un tempo nelle campagne veniva usato per costruire piccoli strumenti musicali a fiato; vale la pena citare il Pascoli che in una sua poesia dice: “ Festoso strepito de’ flauti di giuggiolo”.
Le giuggiole,dalla polpa biancastra e zuccherina,hanno un elevato contenuto di proteine, zuccheri,vitamine e notevoli proprietà medicinali ,lenitive, emollienti e antinfiammatorie ;se ne fanno marmellate,conserve e sciroppi
Malgrado ciò,sono diventate in molti modi proverbiali sinonimo di cosa di poco conto come per esempio:“ E’ un lavoro impegnativo,altro che giuggiole!”,oppure: “E’un giuggiolone”, si dice quando uno è considerato un po’ingenuo.
Ma la sua terra d’origine è la Cina, dove ancora oggi le giuggiole costituiscono un importante ingrediente per la lavorazione di pani , dolci e bevande.
Specie rustica ed estremamente frugale,, di facilissima coltura , si adatta a tutti i terreni , anche sabbiosi e calcarei ; va posta a dimora in pieno sole , al riparo dai venti di tramontana, possibilmente ,come si fa da sempre, a ridosso dei muri.
L’unico inconveniente ,se vogliamo ,è di essere pianta spinosissima .
È molto longevo ma di crescita estremamente lenta, occorrono ben più di dieci anni dall’impianto prima che dia frutti,ed è per questo che presso i vivai il costo di un esemplare adulto raggiunge prezzi elevati. Attualmente però esistono in commercio varietà a frutti grossi che entrano in produzione in un tempo relativamente breve.
Il suo legno è durissimo ma di scarso impiego, in quanto assai raramente il tronco raggiunge le dimensioni adatte per una qualche utilizzazione .Però un tempo nelle campagne veniva usato per costruire piccoli strumenti musicali a fiato; vale la pena citare il Pascoli che in una sua poesia dice: “ Festoso strepito de’ flauti di giuggiolo”.
Le giuggiole,dalla polpa biancastra e zuccherina,hanno un elevato contenuto di proteine, zuccheri,vitamine e notevoli proprietà medicinali ,lenitive, emollienti e antinfiammatorie ;se ne fanno marmellate,conserve e sciroppi
Malgrado ciò,sono diventate in molti modi proverbiali sinonimo di cosa di poco conto come per esempio:“ E’ un lavoro impegnativo,altro che giuggiole!”,oppure: “E’un giuggiolone”, si dice quando uno è considerato un po’ingenuo.
Un
mio ricordo lontano di quando ero piccola fino all'età di 15 anni,
nella via dove sono nata e cresciuta da una parte c'erano le case
dall'altra i campi di un contadino , dove c'era un giuggiolo e noi
nbambinetti andavamo con 10, 15 lire a comperare un cartoccio fatto di
carta gialla pieno di dolci giuggiole.
domenica 18 ottobre 2015
OTTOBRE
OTTOBRE
Organizzatori di
Tradizioni
Tornano
Ogni anno
Beneficiando le
Risorse
Esistenziali
Luba
sabato 17 ottobre 2015
Premio Nobel
il 17 ottobre del 1979 fu assegnato il Premio Nobel per la pace
a Madre Teresa di Calcutta,
Religiosa, nata il 26 agosto 1910 a Skopje (Albania),
morta il 5 settembre 1997 a Calcutta (India)
Madre Teresa di Calcutta è stata una religiosa albanese, di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della carità.
Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta l'ha resa una delle persone più famose al mondo. Ha ricevuto il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II.
a Madre Teresa di Calcutta,
Religiosa, nata il 26 agosto 1910 a Skopje (Albania),
morta il 5 settembre 1997 a Calcutta (India)
Madre Teresa di Calcutta è stata una religiosa albanese, di fede cattolica, fondatrice della congregazione religiosa delle Missionarie della carità.
Il suo lavoro instancabile tra le vittime della povertà di Calcutta l'ha resa una delle persone più famose al mondo. Ha ricevuto il 19 ottobre 2003 è stata proclamata beata da papa Giovanni Paolo II.
venerdì 16 ottobre 2015
Premio Nobel
il 16 ottobre del 1992 il Premio Nobel per la pace viene assegnato a una
donna indigena: si tratta della leader guatemalteca Rigoberta Menchù.
Rigoberta Menchú Tum
(Uspantán, 9 gennaio 1959) è una pacifista guatemalteca, che ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, dato a lei "in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene".
Il premio le è stato conferito in parte per la sua biografia del 1983, Mi chiamo Rigoberta Menchú, curata dall'antropologa Elisabeth Burgos.
Rigoberta sostiene di aver iniziato a lavorare come bracciante agricola migrante all'età di 5 anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli e dei suoi amici. Da adulta, si unì a membri della sua famiglia in azioni contro i militari per i loro abusi dei diritti umani. La violenza la costrinse all'esilio nel 1981. Nel 1991 prese parte alla stesura da parte delle Nazioni Unite di una dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. Dopo un po' di tempo Rigoberta Menchú è ritornata in Messico per lavorare al cambiamento del suo paese.
Nel 1999 ha inoltre cercato di far processare in un tribunale spagnolo l'ex dittatore militare Efraín Ríos Montt, per crimini commessi contro cittadini spagnoli; tali tentativi sono stati comunque senza esito. In aggiunta alla morte di cittadini spagnoli, le accuse più gravi comprendono il genocidio contro la popolazione Maya del Guatemala.
Rigoberta Menchú Tum
(Uspantán, 9 gennaio 1959) è una pacifista guatemalteca, che ha ricevuto nel 1992 il Premio Nobel per la Pace, dato a lei "in riconoscimento dei suoi sforzi per la giustizia sociale e la riconciliazione etno-culturale basata sul rispetto per i diritti delle popolazioni indigene".
Il premio le è stato conferito in parte per la sua biografia del 1983, Mi chiamo Rigoberta Menchú, curata dall'antropologa Elisabeth Burgos.
Rigoberta sostiene di aver iniziato a lavorare come bracciante agricola migrante all'età di 5 anni, in condizioni che causarono la morte dei suoi fratelli e dei suoi amici. Da adulta, si unì a membri della sua famiglia in azioni contro i militari per i loro abusi dei diritti umani. La violenza la costrinse all'esilio nel 1981. Nel 1991 prese parte alla stesura da parte delle Nazioni Unite di una dichiarazione dei diritti dei popoli indigeni. Dopo un po' di tempo Rigoberta Menchú è ritornata in Messico per lavorare al cambiamento del suo paese.
Nel 1999 ha inoltre cercato di far processare in un tribunale spagnolo l'ex dittatore militare Efraín Ríos Montt, per crimini commessi contro cittadini spagnoli; tali tentativi sono stati comunque senza esito. In aggiunta alla morte di cittadini spagnoli, le accuse più gravi comprendono il genocidio contro la popolazione Maya del Guatemala.
giovedì 15 ottobre 2015
L' Amicizia
L' Amicizia
Sai tu cos'è la goccia di rugiada
che disseta sul nascere il germoglio,
l'acqua sorgiva, l'ombra delle foglie
quando per la calura brucia il sole?
Sai tu cos'è la fiamma benedetta
che intorno alle tue membra scioglie
il gelo, quella luce di cielo nella notte
che rischiara i tuoi passi nella notte?
Sai tu cos'è la porta spalancata,
la mano tesa incontro al tuo dolore,
quella voce gentile che risponde
alla tua di là di un filo?
Se col pensiero cerchi la risposta,
chiudi gli occhi un istante:
la fame, il freddo e l'intimo tuo duolo
più leggeri saranno, e non più solo sarai,
se accanto a te, dolce e sincero
vedrai il volto di un amico vero.
Ada Lauzi
che disseta sul nascere il germoglio,
l'acqua sorgiva, l'ombra delle foglie
quando per la calura brucia il sole?
Sai tu cos'è la fiamma benedetta
che intorno alle tue membra scioglie
il gelo, quella luce di cielo nella notte
che rischiara i tuoi passi nella notte?
Sai tu cos'è la porta spalancata,
la mano tesa incontro al tuo dolore,
quella voce gentile che risponde
alla tua di là di un filo?
Se col pensiero cerchi la risposta,
chiudi gli occhi un istante:
la fame, il freddo e l'intimo tuo duolo
più leggeri saranno, e non più solo sarai,
se accanto a te, dolce e sincero
vedrai il volto di un amico vero.
Ada Lauzi
mercoledì 14 ottobre 2015
I tuoi amici
I tuoi amici conoscono “la tua canzone”
e te la cantano quando la scordi.
Quelli che ti amano non possono essere ingannati
dagli errori che hai commesso
o per i lati oscuri che mostri agli altri.
Loro ti ricordano la tua bellezza quando ti senti brutto;
la tua totalità quando ti senti straziato;
la tua innocenza quando ti senti in colpa
ed i tuoi propositi quando ti senti confuso.
Tolba Phanem (poetessa africana)
martedì 13 ottobre 2015
L'Angelo Custode
L'Angelo Custode
Dove il bimbo cammina è tutto sassi,
sterpi, bucacce, serpentelli e spini,
ma l'Angelo che veglia sui suoi passi
sgombra la strada innanzi ai suoi piedini.
sterpi, bucacce, serpentelli e spini,
ma l'Angelo che veglia sui suoi passi
sgombra la strada innanzi ai suoi piedini.
da un vecchio libro del 1956
lunedì 12 ottobre 2015
"Proverbi" Ottobre
"Proverbi"
Ottobre profumato
è ancora estivo
fa il cuore innamorato
e l'animo giulivo.
Ottobre profumato
è ancora estivo
fa il cuore innamorato
e l'animo giulivo.
Se piove d'Ottobre,
il frantoio va alle lunghe.
il frantoio va alle lunghe.
Ottobre è bello,
ma tieni pronto l'ombrello.
ma tieni pronto l'ombrello.
Ottobre piovoso,campo prosperoso.
domenica 11 ottobre 2015
Thomas Edison
Un illustre medico visita Thomas Edison ammalato
e gli prescrive una rara medicina. Il celebre
inventore la manda a comprare, ma appena l'ha
in mano, la getta dalla finestra. Tutti i presenti
restano allibiti. Allora Edison spiega: "Cari amici, bisogna che i medici vivano, ed ecco perché ne
ho chiamato uno ed ho pagato la visita; poi ho
mandato a comprare la medicina perchè anche i
farmacisti devono vivere. " Ma, finalmente, devo
vivere anch'io e perciò ho gettato dalla finestra la
medicina!
sabato 10 ottobre 2015
Monelluccia
Monelluccia
Mi dicon monelluccia,cattivella sgrarbata,invece ahimè non son che sfortunata.Tutto si mette male, tutto mi va al contrario:
disgrazie d’ogni sorta son sul mio calendario. Via:- dice la mamma, fai per bene il dovere che ti porto a passeggio! Io esulto di piacere.Mi siedo a tavolino, con impegno e con voglia scrivo pensosa e attenta che è una meraviglia.Poi presento alla mamma la scritta paginetta, ben felice e sicura del premio che mi aspetta . Ma che mi canzonate!!!! Un diluvio di errori,strafalcioni dei più grossi, ad un tratto saltan fuori. Vi si legge che l’asino, l’ho messo in una stella e mille stalle, brillano in una notte bella. Invece di un cavolo è cresciuto nell’ortoun cavallo verdissimo. Cose da restar morti!!! Ricopia tutto! mi ordina la mamma disgustata,poi a letto digiuna…altro che passeggiata!!
Un giorno mi vestirono con un’abito elegante,
candido più che neve, nuovo e brillante. Io me ne andavo col babbo tutta raggiante in viso, la gente mi guardava col più lieto sorriso. Ma ecco un soffio di vento, brusco e dispettoso, mi prende il cappellino e lo getta nel terreno fangoso. Io mi stacco dal babbo e stendo la manina,ma una folata di vento me lo porta lontano. Io corro, corro, incespico e cado nel pantano. Addio vestito candido…Oh disgraziata me!!! Torno a casa piccina, piccina..Monta in furia la mamma, ella più non ragiona: -Ti vestirò di balla!!! Grida:- Strafalciona!!!!
Un giorno mi dice la mamma:- Guarda che l’uccellino
ha vuoto il beccatoio! Ha vuoto il beverino, dagli il panico e l’acqua! Io non me lo fo ridire, apro lo sportello. Non l’avessi mai fatto…….Se ne fugge l’uccello per il vasto salone, ora in alto, ora in basso alfin si posa su un vaso color di rosa.Io per prenderlo metto la mano in fallo, rovescio quel vaso e un altro di cristallo. La mamma che era fuori, a quel po’, po’, di chiasso,spalanca la porta e l’uccellino vola nel cielo azzurrino.
Per quel giorno mi chiusero in cantina
a pane e acqua. Con la botte vicina pensai di baloccarmi e lo zipolo girai, il vino a ondate usciva e invano con la mano serravo e gridavo, gridavo.
Tutti di casa accorsero
e il mio destino fu scritto.
Da quel giorno mi chiusero in un collegio convitto. ******
Dettata a memoria dalla mia mamma, nata nel 1912
imparata a sua volta dalla sua mamma oppure a scuola. Per questo ci saranno delle imprecisioni
LUBA
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venerdì 9 ottobre 2015
Il 9 ottobre del 1963 una frana nella diga del Vajont
Il 9 ottobre del 1963
una frana nella diga del Il 9 ottobre del 1963
una frana nella diga del Vajont produce una gigantesca onda d’acqua che oltrepassa la diga e inonda la valle: 1917 le persone che perdono la vita.
nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont, a causa della caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino. La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, ed il superamento della diga, provocarono l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone.
Il disastro causato dalla frana coinvolse anche Erto e Casso, cittadine geograficamente opposte a Longarone, vicino alla nuova riva del lago artificiale del Vajont dopo la costruzione della diga. In particolare il paese di Erto fu colpito dall'onda, che si creò successivamente al crollo di una parte del Monte Toc, opposta a quella che precipitò nella stretta vallata e investì Longarone.
La tragedia, dopo numerosi dibattimenti, processi e opere di letteratura, può ricondursi alla negligenza dei progettisti e alla SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino; essi infatti avevano caratteristiche morfologiche tali da non renderle adatte ad un serbatoio idroelettrico, a causa della incoerenza e alla fragilità dei versanti del Monte Toc. Nel corso degli anni l'ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei Lavori Pubblici. produce una gigantesca onda d’acqua che oltrepassa la diga e inonda la valle: 1917 le persone che perdono la vita.
nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont, a causa della caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino. La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, ed il superamento della diga, provocarono l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone.
Il disastro causato dalla frana coinvolse anche Erto e Casso, cittadine geograficamente opposte a Longarone, vicino alla nuova riva del lago artificiale del Vajont dopo la costruzione della diga. In particolare il paese di Erto fu colpito dall'onda, che si creò successivamente al crollo di una parte del Monte Toc, opposta a quella che precipitò nella stretta vallata e investì Longarone.
La tragedia, dopo numerosi dibattimenti, processi e opere di letteratura, può ricondursi alla negligenza dei progettisti e alla SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino; essi infatti avevano caratteristiche morfologiche tali da non renderle adatte ad un serbatoio idroelettrico, a causa della incoerenza e alla fragilità dei versanti del Monte Toc. Nel corso degli anni l'ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei Lavori Pubblici.
una frana nella diga del Il 9 ottobre del 1963
una frana nella diga del Vajont produce una gigantesca onda d’acqua che oltrepassa la diga e inonda la valle: 1917 le persone che perdono la vita.
nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont, a causa della caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino. La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, ed il superamento della diga, provocarono l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone.
Il disastro causato dalla frana coinvolse anche Erto e Casso, cittadine geograficamente opposte a Longarone, vicino alla nuova riva del lago artificiale del Vajont dopo la costruzione della diga. In particolare il paese di Erto fu colpito dall'onda, che si creò successivamente al crollo di una parte del Monte Toc, opposta a quella che precipitò nella stretta vallata e investì Longarone.
La tragedia, dopo numerosi dibattimenti, processi e opere di letteratura, può ricondursi alla negligenza dei progettisti e alla SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino; essi infatti avevano caratteristiche morfologiche tali da non renderle adatte ad un serbatoio idroelettrico, a causa della incoerenza e alla fragilità dei versanti del Monte Toc. Nel corso degli anni l'ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei Lavori Pubblici. produce una gigantesca onda d’acqua che oltrepassa la diga e inonda la valle: 1917 le persone che perdono la vita.
nel neo-bacino idroelettrico artificiale del Vajont, a causa della caduta di una colossale frana dal soprastante pendio del Monte Toc nelle acque del sottostante e omonimo bacino lacustre alpino. La conseguente tracimazione dell'acqua contenuta nell'invaso, con effetto di dilavamento delle sponde del lago, ed il superamento della diga, provocarono l'inondazione e la distruzione degli abitati del fondovalle veneto, tra cui Longarone, e la morte di 1.917 persone.
Il disastro causato dalla frana coinvolse anche Erto e Casso, cittadine geograficamente opposte a Longarone, vicino alla nuova riva del lago artificiale del Vajont dopo la costruzione della diga. In particolare il paese di Erto fu colpito dall'onda, che si creò successivamente al crollo di una parte del Monte Toc, opposta a quella che precipitò nella stretta vallata e investì Longarone.
La tragedia, dopo numerosi dibattimenti, processi e opere di letteratura, può ricondursi alla negligenza dei progettisti e alla SADE, ente gestore dell'opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono e coprirono la non idoneità dei versanti del bacino; essi infatti avevano caratteristiche morfologiche tali da non renderle adatte ad un serbatoio idroelettrico, a causa della incoerenza e alla fragilità dei versanti del Monte Toc. Nel corso degli anni l'ente gestore e i loro dirigenti, pur a conoscenza della pericolosità, coprirono con dolosità i dati a loro conoscenza, con beneplacito di vari enti a carattere locale e nazionale, dai piccoli comuni interessati fino al Ministero dei Lavori Pubblici.
giovedì 8 ottobre 2015
mercoledì 7 ottobre 2015
CANALETTO
è stato un pittore e incisore italiano, noto soprattutto come vedutista.
I suoi quadri, oltre a unire nella rappresentazione topografica architettura e natura, risultavano dall'attenta resa atmosferica, dalla scelta di precise condizioni di luce per ogni particolare momento della giornata e da un'indagine condotta con criteri di scientifica oggettività, in concomitanza col maggiore momento di diffusione delle idee razionalistiche dell'Illuminismo. Insistendo sul valore matematico della prospettiva, l'artista, per dipingere le sue opere si avvaleva talvolta della camera ottica.
Nacque a Venezia da Bernardo quondam Cesare Canal e Artemisia Barbieri. Esisteva una famiglia Canal ascritta al patriziato, ma quasi certamente non aveva legami con quella di Giovanni Antonio che, comunque, era di estrazione benestante.
Il soprannome "Canaletto" gli venne dato per distinguerlo dal padre, che era pure pittore (di scenografie teatrali), o forse per la bassa statura
Sarà proprio attraverso il padre che il giovane Giovanni Antonio viene avviato alla pittura. Così come il padre, anche il fratello maggiore, Cristoforo, si occupa della pittura di fondali per il teatro. Antonio comincia così a collaborare con il padre e il fratello e le prime commissioni, nel 1716, riguardano la realizzazione dei fondali per alcune opere di Antonio Vivaldi. Tra il 1718 e il 1720 il giovane si trasferisce, insieme a Bernardo e a Cristoforo, a Roma per realizzare le scene di due drammi teatrali di Alessandro Scarlatti.
Il viaggio a Roma è decisivo per Giovanni Antonio Canal in quanto proprio a Roma ha i primi contatti con i pittori vedutisti. In particolare, i suoi modelli di riferimento sono tre importanti artisti che si cimentarono con il genere della veduta: il primo è Viviano Codazzi, che Antonio non può conoscere da vivo in quanto scomparso nel 1670, il secondo è Giovanni Paolo Pannini, famoso per le sue vedute fantastiche, molte delle quali ispirate alle antichità romane, e il terzo è Gaspar van Wittel, olandese, considerato tra i padri del vedutismo.
Agli anni del soggiorno a Roma risalgono le prime opere a lui attribuite la Santa Maria d'Aracoeli e il Campidoglio e il Tempio di Antonino e Faustina, opere in cui Giovanni Antonio Canal comincia a prendere confidenza con il genere della veduta, come si vede dalla non impeccabile resa prospettica.
Le prime importanti committenze a Venezia
Tornato nella città natale, il Canaletto stringe contatti con i vedutisti veneziani, tra i quali spiccavano i nomi di Luca Carlevarijs e di Marco Ricci e comincia a dedicarsi a tempo pieno alla pittura di vedute: ai primi anni venti del Settecento risalgono quattro importanti opere che entrarono poi a far parte delle collezioni dei reali del Liechtenstein: il Canal Grande verso il ponte di Rialto, dipinto giocato sui contrasti tra luce e ombra, il Bacino di San Marco dalla Giudecca, una Piazza San Marco che rappresenta una delle prime realizzazioni della piazza che sarà poi uno dei soggetti preferiti del Canaletto, e il Rio dei Mendicanti, interessante in quanto opera raffigurante un rione popolare, nel quale viveva un suo parente Gaspare di Francesco da Canal che sposerà nel 1709 Anzola del Pio Loco della Pietà, un'allieva di Antonio Vivaldi. Al 1723 risalgono le prime due opere firmate e la cui data è certa: sono due Capricci, ossia raffigurazioni di elementi tratti dalla realtà insieme a elementi di fantasia, ambedue conservati in collezioni private.
il Canaletto riesce in breve tempo a diventare uno dei pittori più affermati di Venezia,
Molte opere realizzate dal Canaletto durante la prima fase della sua carriera, al contrario delle abitudini del tempo, sono state dipinte "dal vero" (piuttosto che da abbozzi e da studi presi sul luogo per poi essere rielaborati nello studio dell'artista). Alcuni dei suoi lavori tardi tornano a questa abitudine, suggerita dalla tendenza per le figure distanti a essere dipinte come macchie di colore - un effetto prodotto dall'uso della camera oscura, che confonde gli oggetti distanti. I dipinti del Canaletto comunque si distinguono sempre per la loro grande accuratezza.
Acquisita una notevole fama, il Canaletto comincia a essere notato dai committenti inglesi: durante il Settecento Venezia era molto frequentata dai giovani dell'aristocrazia britannica che svolgevano il loro Grand Tour, del quale la città lagunare era una delle tappe preferite. Il Canaletto ebbe i primi contatti con i committenti inglesi tramite l'appoggio di Owen McSwiny, impresario teatrale e mercante d'arte irlandese. Il Bucintoro al Molo il giorno dell'Ascensione, datato 1729 e oggi conservato a Barnard Castle, in Inghilterra. L'opera raffigura quella che era forse la festa maggiormente sentita da parte dei veneziani, e cioè lo sposalizio del mare, che si teneva ogni anno il giorno dell'Ascensione. Nel dipinto, l'artista raffigura il ritorno del Bucintoro verso Palazzo Ducale, con la grande nave da parata attorniata dalle imbarcazioni del corteo. I dipinti celebrativi del Canaletto sono molto spettacolari e offrono una tangibile testimonianza dello splendore delle celebrazioni della Serenissima, che continuava a cullarsi sui suoi fasti nonostante stesse conoscendo un declino irreversibile, che si sarebbe poi concluso, nel 1797, con la fine della millenaria indipendenza della Repubblica. Il Bucintoro al Molo il giorno dell'Ascensione (1740 circa, Torino, Pinacoteca Giovanni e Marella Agnelli)
durante la seconda metà degli anni trenta: importanti nobili come il Conte di Fitzwilliam, il Duca di Bedford, il Duca di Leeds e il Conte di Carlisle iniziano a richiedere i quadri del Canaletto.
A questo periodo risalgono importanti opere come Il doge alla festa di San Rocco, altra opera dal carattere celebrativo, conservata alla National Gallery di Londra, e un'altra veduta di Piazza San Marco, conservata a Cambridge negli Stati Uniti, interessante perché permette un confronto diretto con la veduta che apparteneva ai reali del Liechtenstein e consente così di scoprire i progressi fatti dal Canaletto in circa dieci anni.
Verso il 1740 il mercato del Canaletto si riduce drasticamente quando la Guerra di successione austriaca (1741-1748) portò a un forte decremento dei visitatori britannici a Venezia. Smith non riusciva più a garantire l'elevato numero dei clienti di un tempo, anche perché ormai tutti i più importanti committenti inglesi che frequentavano Venezia avevano acquistato un elevato numero di opere di Giovanni Antonio Canal. Joseph Smith non era quindi più in grado di garantirgli committenze e nel 1746 il Canaletto decide di trasferirsi a Londra: l'artista scrive una lettera al suo primo "agente", Owen McSwiny pregandolo di introdurlo presso il Duca di Richmond, che tra l'altro era già stato cliente del
Il Canaletto comincia quindi a creare i rapporti con i suoi nuovi clienti, tra i quali figuravano il principe boemo Johann Georg Christian von Lobkowitz e il nobile inglese Hugh Percy, futuro Duca di Northumberland. Accolto con iniziale diffidenza, riesce a ricevere comunque diverse commissioni da parte dell'aristocrazia inglese: tra le opere di questi anni si segnala Il Parco di Badminton da Badminton House, del 1748, realizzato per Charles Somerset, quarto duca di Beaufort.
Interessante è anche un dipinto conservato presso l'Abbazia di Westminster che raffigura l'abbazia stessa con la processione dei cavalieri dell'Ordine del Bagno: si tratta di un dipinto a scopo celebrativo nel quale Giovanni Antonio Canal poteva servirsi della sua esperienza maturata nel dipingere le lussuose feste della Repubblica di Venezia. Dopo aver interrotto il soggiorno inglese una prima volta nel 1750 e una seconda volta nel 1753, il Canaletto torna a Londra e stringe rapporti con Thomas Hollis, uno dei più importanti committenti del periodo inglese:
Il Canaletto torna nella città natale tra il 1756 e il 1757 per non spostarsi più. Le ultime committenze prestigiose sono quelle del mercante tedesco Sigismund Streit e quelle per le "Solennità dogali". Per il primo, un committente molto esigente, l'artista realizza alcuni dipinti tra i quali due suggestivi notturni, la Veglia notturna a San Pietro di Castello e la Veglia notturna all'arzere di Santa Marta, entrambi conservati alla Gemäldegalerie di Berlino ed entrambi risalenti a un periodo collocabile tra il 1758 e il 1763.
Durante l'ultima fase della sua carriera, il Canaletto approfondisce il tema del capriccio, già affrontato in gioventù: importante in questo senso è il celeberrimo Capriccio palladiano, conservato presso la Galleria nazionale di Parma e risalente a un periodo compreso tra il 1756 e il 1759: si tratta di una veduta del quartiere di Rialto con il Ponte raffigurato secondo il progetto di Andrea Palladio e con la Basilica Palladiana di Vicenza.
Nel 1763 Giovanni Antonio Canal viene nominato socio dell'Accademia Veneziana di Pittura e Scultura, e da questo momento in avanti non si hanno più notizie sicure sulla sua attività: è probabile che abbia continuato a dipingere fino alla sua scomparsa, avvenuta il 19 aprile del 1768, dopo “lungo compassionevole male” – annota il Gradenigo nei Notatori – nella sua casa di Corte della Perina, tuttora esistente, circondato dall'affetto dei famigliari, e venne sepolto nella chiesa di San Lio; a Venezia, la tradizione vuole che la sua tomba si trovi sotto il pavimento della quattrocentesca Cappella Gusson.
martedì 6 ottobre 2015
vaccino per la poliomielite.
il 6 ottobre del 1956 il medico polacco Albert Bruce Sabin scopre il vaccino per la poliomielite.
Albert Bruce Sabin
virologo polacco naturalizzato statunitense
Białystok, 26 agosto 1906 – Washington, 3 marzo 1993
Sabin non ricevette il premio Nobel per le sue scoperte mediche[1], in compenso nella sua lunga carriera ricevette 40 lauree honoris causa, da parte di università di tutto il mondo, oltre alla Medaglia Nazionale per la Scienza, nel 1970....Per curare i bambini rinunciò ai soldi del brevetto del vaccino.
Albert Bruce Sabin
virologo polacco naturalizzato statunitense
Białystok, 26 agosto 1906 – Washington, 3 marzo 1993
Sabin non ricevette il premio Nobel per le sue scoperte mediche[1], in compenso nella sua lunga carriera ricevette 40 lauree honoris causa, da parte di università di tutto il mondo, oltre alla Medaglia Nazionale per la Scienza, nel 1970....Per curare i bambini rinunciò ai soldi del brevetto del vaccino.
lunedì 5 ottobre 2015
Gigi Sabani
Gigi Sabani, all'anagrafe Luigi Sabani
(Roma, 5 ottobre 1952 – Roma, 4 settembre 2007),
è stato un conduttore televisivo, imitatore, cantante e attore italiano.
Figlio di un cameriere e di una casalinga (Liliana Bruni di Ortona), già all'età di 5 anni dimostra le sue qualità di imitatore, riproducendo il rumore della circolare rossa Prenestina, un tram che all'epoca faceva il giro della capitale. Successivamente inizia a imitare compagni e professori di scuola.
Proprio per queste qualità, nel 1973 la sorella Isabella lo iscrive a sua insaputa a La corrida, trasmissione radiofonica di Corrado, dove Sabani si esibisce nelle imitazioni di Gianni Morandi, Mino Reitano e Claudio Baglioni. Successivamente inizia la sua carriera in televisione alla fine degli anni settanta, sempre come imitatore.
Nel 1980 partecipa a Domenica In, varietà condotto all'epoca da Pippo Baudo, mentre tra il 1981 ed il 1982 partecipa a due edizioni di Fantastico (seconda e terza edizione) e conduce Premiatissima. Proprio in quest'ultimo programma esibisce anche le sue qualità canore, interpretando A me mi torna in mente una canzone che verrà incisa nel 1983. Dal dicembre di quell'anno presenta la prima edizione di uno storico quiz delle reti Mediaset, OK il prezzo è giusto, in prima serata su Italia 1, programma con il quale si aggiudica due telegatti, (rimanendovi fino alla fine del 1986) e nella stagione 1985/1986 è nel cast di Buona Domenica.
Nella stagione 1986/1987 torna a lavorare in RAI dove gli viene affidata la conduzione, insieme a Valerio Merola e Ramona Dell'Abate, di Chi tiriamo in ballo?, programma della domenica pomeriggio di Rai 2 che proseguirà anche in quella successiva. Nel 1989 torna nel campo della musica partecipando al Festival di Sanremo con la canzone La fine del mondo, scritta per lui da Toto Cutugno. Arriverà penultimo ma diverte il pubblico cantando l'ultima sera imitando una ventina di personaggi. L'anno successivo conduce Stasera mi butto, programma estivo della seconda rete Rai. Dopo una brevissima assenza dagli schermi torna alla conduzione nel gennaio del 1991, venendo scelto per sostituire il cast di Domenica In che aveva ottenuto ascolti molto bassi nei primi mesi della stagione.
Nella stagione 1991/92 conduce il programma del mezzogiorno Piacere Rai Uno insieme con Toto Cutugno e le giornaliste Danila Bonito ed Elisabetta Gardini: in questa trasmissione compaiono le Gige di Gigi e le Tate di Toto. L'estate del 1992 lo vede nuovamente protagonista con la conduzione di Un biglietto per... la canzone del secolo, concorso canoro legato alla lotteria Italia. Successivamente conduce altri programmi, come Ci siamo!?! su Rai Uno, e Il grande gioco dell'oca su Rai 2. Nel 1994 partecipa come ospite in tre brani nell'ultimo disco di inediti del gruppo degli Squallor, dal titolo Cambiamento. Tornato nello stesso anno in Fininvest, condurrà Re per una notte su Italia 1, antesignano dei Momenti di gloria di Mike Bongiorno e Sei un mito di Roberta Capua.
Nell'estate del 1996 Sabani viene coinvolto, accanto a Valerio Merola, nella vicenda giudiziaria legata alla corruzione nel mondo dello spettacolo, simile alla più recente Vallettopoli, nata dalle dichiarazioni di alcune soubrette.Sabani è accusato di induzione alla prostituzione ma viene scagionato e risarcito per i 13 giorni di detenzione trascorsi agli arresti domiciliari: ciò nonostante, questa vicenda sembra averlo pesantemente danneggiato umanamente e artisticamente, e negli anni successivi Sabani fatica a tornare, specie in televisione, ai suoi livelli abituali.
Il 1997 è comunque per lui un anno particolarmente impegnativo, poiché è alla conduzione di Ballo, amore e... fantasia con Iva Zanicchi e debutta nel cinema con il film Gli inaffidabili di Jerry Calà, che però ha scarso successo nonostante il cast di personaggi famosi. Nelle estati 1999 e 2000 conduce su Raiuno Sette per uno, e sempre nel 1999 presenta sull'emittente regionale siciliana Telecolor il programma La grande sfida, insieme a Francesca Rettondini.
Nel 2000 e nel 2001 conduce La sai l'ultima? insieme a Natalia Estrada su Canale 5, dove sempre nell'estate del 2001 è al timone di un nuovo programma, Facce da quiz, insieme a Ellen Hidding e Alessia Mancini, mentre nella stagione televisiva 2002/2003 è nel cast di I fatti vostri su Rai 2. In seguito fu ospite fisso di Maurizio Costanzo a Buona Domenica per due stagioni, per poi essere invitato a partecipare a singole puntate di altri programmi televisivi RAI e Mediaset, ultimo dei quali - nell'estate 2007 - Matinée su Rai 2, dove parla del programma definendolo uno dei pochi nel quale si può parlare senza il rischio di essere censurati: questa è stata infatti la sua ultima apparizione televisiva.
Gigi Sabani muore improvvisamente all'età di 54 anni intorno alle 22:30 del 4 settembre 2007, stroncato da un infarto, mentre si trovava a Roma in casa della sorella Isabella: il medico di famiglia della stessa, che lo aveva visitato un'ora prima, aveva diagnosticato solo uno stato di stress prescrivendo un antidolorifico.
Isabella non ha mai voluto rivelare a nessuno il nome del medico. È sepolto nel cimitero di Prima Porta.
Dalla ex moglie Rita Imperi ha avuto un figlio di nome Simone. Al momento della sua scomparsa era fidanzato con l'attrice e giornalista Raffaella Ponzo, conosciuta ad uno spettacolo di piazza nell'estate 2006. Raffaella scoprì di essere incinta, ma non riuscì a dirglielo a causa dell'improvvisa scomparsa: il bambino nacque il 19 maggio 2008 e venne chiamato Gabriele. Raffaella riuscì a dare al piccolo Gabriele il cognome del padre solo nel 2011 perché il primogenito, Simone, si oppose al riconoscimento, non presentandosi per svariate volte alla prova del DNA.
(Roma, 5 ottobre 1952 – Roma, 4 settembre 2007),
è stato un conduttore televisivo, imitatore, cantante e attore italiano.
Figlio di un cameriere e di una casalinga (Liliana Bruni di Ortona), già all'età di 5 anni dimostra le sue qualità di imitatore, riproducendo il rumore della circolare rossa Prenestina, un tram che all'epoca faceva il giro della capitale. Successivamente inizia a imitare compagni e professori di scuola.
Proprio per queste qualità, nel 1973 la sorella Isabella lo iscrive a sua insaputa a La corrida, trasmissione radiofonica di Corrado, dove Sabani si esibisce nelle imitazioni di Gianni Morandi, Mino Reitano e Claudio Baglioni. Successivamente inizia la sua carriera in televisione alla fine degli anni settanta, sempre come imitatore.
Nel 1980 partecipa a Domenica In, varietà condotto all'epoca da Pippo Baudo, mentre tra il 1981 ed il 1982 partecipa a due edizioni di Fantastico (seconda e terza edizione) e conduce Premiatissima. Proprio in quest'ultimo programma esibisce anche le sue qualità canore, interpretando A me mi torna in mente una canzone che verrà incisa nel 1983. Dal dicembre di quell'anno presenta la prima edizione di uno storico quiz delle reti Mediaset, OK il prezzo è giusto, in prima serata su Italia 1, programma con il quale si aggiudica due telegatti, (rimanendovi fino alla fine del 1986) e nella stagione 1985/1986 è nel cast di Buona Domenica.
Nella stagione 1986/1987 torna a lavorare in RAI dove gli viene affidata la conduzione, insieme a Valerio Merola e Ramona Dell'Abate, di Chi tiriamo in ballo?, programma della domenica pomeriggio di Rai 2 che proseguirà anche in quella successiva. Nel 1989 torna nel campo della musica partecipando al Festival di Sanremo con la canzone La fine del mondo, scritta per lui da Toto Cutugno. Arriverà penultimo ma diverte il pubblico cantando l'ultima sera imitando una ventina di personaggi. L'anno successivo conduce Stasera mi butto, programma estivo della seconda rete Rai. Dopo una brevissima assenza dagli schermi torna alla conduzione nel gennaio del 1991, venendo scelto per sostituire il cast di Domenica In che aveva ottenuto ascolti molto bassi nei primi mesi della stagione.
Nella stagione 1991/92 conduce il programma del mezzogiorno Piacere Rai Uno insieme con Toto Cutugno e le giornaliste Danila Bonito ed Elisabetta Gardini: in questa trasmissione compaiono le Gige di Gigi e le Tate di Toto. L'estate del 1992 lo vede nuovamente protagonista con la conduzione di Un biglietto per... la canzone del secolo, concorso canoro legato alla lotteria Italia. Successivamente conduce altri programmi, come Ci siamo!?! su Rai Uno, e Il grande gioco dell'oca su Rai 2. Nel 1994 partecipa come ospite in tre brani nell'ultimo disco di inediti del gruppo degli Squallor, dal titolo Cambiamento. Tornato nello stesso anno in Fininvest, condurrà Re per una notte su Italia 1, antesignano dei Momenti di gloria di Mike Bongiorno e Sei un mito di Roberta Capua.
Nell'estate del 1996 Sabani viene coinvolto, accanto a Valerio Merola, nella vicenda giudiziaria legata alla corruzione nel mondo dello spettacolo, simile alla più recente Vallettopoli, nata dalle dichiarazioni di alcune soubrette.Sabani è accusato di induzione alla prostituzione ma viene scagionato e risarcito per i 13 giorni di detenzione trascorsi agli arresti domiciliari: ciò nonostante, questa vicenda sembra averlo pesantemente danneggiato umanamente e artisticamente, e negli anni successivi Sabani fatica a tornare, specie in televisione, ai suoi livelli abituali.
Il 1997 è comunque per lui un anno particolarmente impegnativo, poiché è alla conduzione di Ballo, amore e... fantasia con Iva Zanicchi e debutta nel cinema con il film Gli inaffidabili di Jerry Calà, che però ha scarso successo nonostante il cast di personaggi famosi. Nelle estati 1999 e 2000 conduce su Raiuno Sette per uno, e sempre nel 1999 presenta sull'emittente regionale siciliana Telecolor il programma La grande sfida, insieme a Francesca Rettondini.
Nel 2000 e nel 2001 conduce La sai l'ultima? insieme a Natalia Estrada su Canale 5, dove sempre nell'estate del 2001 è al timone di un nuovo programma, Facce da quiz, insieme a Ellen Hidding e Alessia Mancini, mentre nella stagione televisiva 2002/2003 è nel cast di I fatti vostri su Rai 2. In seguito fu ospite fisso di Maurizio Costanzo a Buona Domenica per due stagioni, per poi essere invitato a partecipare a singole puntate di altri programmi televisivi RAI e Mediaset, ultimo dei quali - nell'estate 2007 - Matinée su Rai 2, dove parla del programma definendolo uno dei pochi nel quale si può parlare senza il rischio di essere censurati: questa è stata infatti la sua ultima apparizione televisiva.
Gigi Sabani muore improvvisamente all'età di 54 anni intorno alle 22:30 del 4 settembre 2007, stroncato da un infarto, mentre si trovava a Roma in casa della sorella Isabella: il medico di famiglia della stessa, che lo aveva visitato un'ora prima, aveva diagnosticato solo uno stato di stress prescrivendo un antidolorifico.
Isabella non ha mai voluto rivelare a nessuno il nome del medico. È sepolto nel cimitero di Prima Porta.
Dalla ex moglie Rita Imperi ha avuto un figlio di nome Simone. Al momento della sua scomparsa era fidanzato con l'attrice e giornalista Raffaella Ponzo, conosciuta ad uno spettacolo di piazza nell'estate 2006. Raffaella scoprì di essere incinta, ma non riuscì a dirglielo a causa dell'improvvisa scomparsa: il bambino nacque il 19 maggio 2008 e venne chiamato Gabriele. Raffaella riuscì a dare al piccolo Gabriele il cognome del padre solo nel 2011 perché il primogenito, Simone, si oppose al riconoscimento, non presentandosi per svariate volte alla prova del DNA.
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