Santino
su carta non vergata stampato con tecnica xilografica
presumibilmente della fine del XVIII secolo raffigurante Santa Brigida
con misure 14,5X20 alla stampa 9,5X11,5 incisore anonimo.
Vi siete mai trovati fra le mani un santino?
Naturalmente non quelli odierni, magari che conservava vs nonna?
L'origine
dei santini risale all' inizio del XIV secolo, con le prime immagini
staccate dai libri di preghiera. Tuttavia il primo santino
documentato, con la figura di san Cristoforo, è di circa un secolo
dopo, del 1423. Le prime stampe su carta erano rudimentali, ricavate
da un disegno inciso su una matrice di legno; successivamente in
Baviera, Fiandre e Svezia furono realizzate alcune acqueforti, piccoli
capolavori, di forma rettangolare.
Tra
Seicento e Ottocento si hanno le creazioni più fantasiose: prima i
canivet, sostituiti nell'Ottocento da Santini con applicazioni in
pizzo che riproducevano l'antico intaglio della carta velina; sul
pizzo venivano applicate immagini stampate a litografia, con cui
inizia la storia "moderna" del santino, e cromolitografia, tecnica
nata nel 1840: per la prima volta si realizzano immagini a colori,
che a inizio Novecento sono ancora una novità. Successiva innovazione
fu la tecnica del rilievo, ottenuta pressando la carta tra due
lastre di metallo sagomate; si aggiunsero poi lustrini e nastri sino a
sfociare nella fantasia grafica Liberty e poi nell'Art Déco.
A cosa servivano
Le
immagini avevano, in linea con il magistero della Chiesa, due
funzioni fondamentali: quella di divulgazione della vita dei santi e
quella edificante di incitare alla pietà cristiana; inoltre, essendo
dedicate a una devozione privata, rispondevano a un bisogno primordiale
di protezione: non a caso i santi più venerati erano quelli che
proteggevano la salute. Il "patronato" a volte era attribuito in base
al martirio del santo: per esempio san Bartolomeo proteggeva contro le
malattie della pelle in quanto era stato scorticato vivo; altre volte
la devozione popolare attribuiva le protezioni sulla base di
assonanze fonetiche del nome: Santa Lucia, il cui nome ha la stessa
radice del latino "luce", proteggeva il "lume" degli occhi. Alla
devozione al santo si legava la fiducia nel potere taumaturgico delle
reliquie contenute nel santino e poi una fiducia scaramantica in un
potere quasi magico delle immagini. Con la fine della produzione
artigianale dei santini nel corso del XX secolo si riduce il loro
valore collezionistico ma si accresce la diffusione rispetto alle
epoche passate: riprodotti in innumerevoli copie a basso costo, essi
entrarono non più solo nei messali, ma nei taschini delle giacche e
nei portafogli… potenziando così il valore "mediatico" che la Chiesa
voleva loro attribuire.
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