lunedì 29 febbraio 2016

Proverbi Marzolini


 
Se Marzo entra come un leone,
esce come un agnello.

 
Marzo asciutto gran per tutto.

Marzo secco villano ricco. 

*
Marzo molle  grano per le zolle. 


Neve Marzolina
dura dalla sera alla mattina 

*

Rivoluzione euro, addio vecchie lire.

 
Sono già passati ben 14 anni dal  1° marzo 2002
Dopo due mesi di circolazione parallela con l’euro (la moneta unica europea in vigore dall’1 gennaio 2002 anche in Italia) da oggi la lira non può più essere usata per i pagamenti. Fino al 29 febbraio 2012 la Banca d’Italia assicurerà tuttavia il cambio delle lire in euro.

Il grande Lucio Battisti


Buongiorno


Dormi, dormi



Dormi,dormi mia piccina,
sei la stella più bellina,
sei la stella più lucente,
anche se hai perso un dente.
*
Il dentino che è caduto,
nel bicchiere l'ho veduto
quando ti risveglierai,
più ricca già sarai.
*

Nel bicchiere col dentino
è apparso un soldino.
*
Corri a metterlo nel salvadanaio
e domani ne avrai già un paio,
tra qualche giorno altri tre,
e potrai sposare un re.
*

Perchè tu sei la mia regina
la più dolce la più bellina.
Dormi serena,tranquilla e beata
che ti veglia la tua mamma adorata.


ad Anisia da Nonna Cia

Ciao Fbbraio

  • A febbraio, il sole in ogni ombraio.
  • Chi vuol di vena un granajo lo semini di febbraio.
  • Chi vuol un bel pagliaio lo pianti di febbraio.
  • Febbraio corto e amaro.
  • Febbraio è il mese in cui le donne parlano poco.
  • Febbraio ferra l'acquaio.
  • Febbraio nevoso,estate gioiosa.
  • In febbraio la beccaccia fa il nido.
  • In febbraio la terra è in calore.
  • La pioggia di febbraio empie il granaio.
  • Se ci sono le mosche in febbraio, bisogna scaldarsi le orecchie a marzo.
  • Se febbraio non febbreggia,marzo campeggia.

Scusate se sono noisa ma a ma piace raccontare.2


 

Ebbene  rieccomi  a rompere!!!!
Marco come ho già detto dopo aver preso la maturità  in ragioneria nell'estate se nè andato ad Ibiza. (meta che ogni giovane desira provare). Ibiza  sembra chissà cosa, ma io che ci sono stata 3/4 volte è bellissima e normalissima anche per famiglie e bimbi piccoli. Acqua meravigliosa
appena esci dai paesi e lasciata un po selvaggia. Solo i giovani fanno vita notturna ed è lì lo sballo. La sera con mio marito andavamo a trovare Marco al lavoro, dove era la "Movida" ne abbiamo viste di tutti i colori, ma anche gente comune come noi. Prima di cominciare ad andare all'estero come tutti i giovani ci ha fatto vedere i "sorci verdi". Ne combinava di tutti i colori, incidenti con la macchina, marinava la scuola, mi tornava alle 6 la mattina la domenica, insomma come  tanti ragazzi e ragazze della sua età(non tutti naturalmente). Il primo anno che è andato ad Ibiza lavorando si è guadagnato i soldi per vivere là e basta. Nell'inverno ha lavorato con mio marito. Mio marito faceva il restauratore di facciate un po' artitiche, da noi si dice "Stucchinaio". Il secondo anno è ritornato nello stesso posto da maggio ad ottobre e siccome si era fatto benvolere  lo hanno riassunto volentieri, fino a che  dopo un paio di anni lo hanno fatto entrare nel gruppo. Sono 5 o 6 ragazzi  più grandi di Marco  Italiani in maggioranza  che gestiscono 3 o 4 bar, ad Ibiza e  anche in paesi vicini come San Antonio etc. Ragazzi che ho conosciuto e ospitato anche in casa mia devo dire molto bravi e seri. Marco stava fuori di uno dei bar  con un tavolino ed era responsabile di  due ragazzi/e che vendevano  i biglietti per le discoteche. All'inizio il lavoro gli piaceva  e  gli è servito anche per le lingue. Oramai lo spagnolo lo parla meglio dell'italiano poi ha approfondito inglese, un po' il tedesco che ha studiato a scuola, il francese lo mastica abbastanza avendo la moglie francese e il portoghese perchè è stato molte volte in Brasile. Sembra tutto bene ma in seguito vi racconterò come è cambiato dal giorno alla notte, anche se non mi potevo lamentare adesso è un'altra persona.

Alla prossima.

Curiosità sul 29 febb.

Come sempre, dato che ricorre solo una volta ogni quattro anni, il 29 febbraio è qualcosa di speciale. 

1. Difficili da educare

In Cina si pensa che i bambini nati in un anno bisestile diano più problemi e che, in genere, siano più difficili da educare. Ai Cinesi fa quindi comodo che la probabilità di nascere in un giorno intercalare sia soltanto di 1:1500. Ne consegue che in tutto il mondo sono appena 5 milioni le persone che festeggiano il proprio compleanno in questa data.

2. Una serie di figli... intercalari

Jade, la figlia di David e Louise Estes, è nata il 29 febbraio 2012 a Provo, nello Stato americano dello Utah. Suo fratello Remington era venuto al mondo il 29 febbraio 2008 e il più grande di tutti, Xavier, il 29 febbraio 2004. La piccola Jade era già cinque giorni in ritardo rispetto al termine previsto della gravidanza quando i medici hanno deciso di indurre il parto. Che aspettasse proprio il giorno intercalare?

3. Fatica sprecata

Nel 2000, un cittadino tedesco nato in un anno bisestile si è rivolto all'Organizzazione delle Nazioni Unite. La petizione da lui promossa per «introdurre in modo stabile il 29 febbraio», però, non ha avuto successo.

4. Proposta di matrimonio al femminile

Un tempo, in Gran Bretagna la tradizione voleva che la proposta di matrimonio fosse fatta fondamentalmente dall'uomo - ma non nei giorni intercalari. In questo caso, era roba da donne. La tradizione del «Leap Day» è così diffusa da dare vita ogni quattro anni nelle isole britanniche a una vera e propria campagna matrimoniale.

5. Una data di pubblicazione singolare

Dal 1980, il giornale satirico francese «Bougie du Sapeur» viene pubblicato solo una volta ogni quattro anni - quando il mese di febbraio è di 29 giorni. Per di più, in una tiratura di circa 200 esemplari.

6. Temperature a picco

Un proverbio meteorologico tedesco recita: «Anno bisesto, anno freddo». Sarà vero o è soltanto un antico detto? Staremo a vedere.

Preghiera



Padre delle Misericordie,
Tu che hai scelto la Beata Antonia,
come figlia, sorella e sposa
del Tuo Figlio Gesù Cristo
sulla via tracciata da Francesco e
Chiara d’ Assisi e l’hai colmata
dei doni del tuo Spirito
rendendola modello di povertà
e di vita evangelica per l’ardente
desiderio del Crocifisso povero,
concedi, per sua intercessione,
la semplicità, la purezza di vita
e la grazia che ti chiediamo
perché tutto di noi sia una lode
senza fine a Te che vivi e regni
nei secoli dei secoli.
Amen

29 febbraio Beata Antonia

Beata Antonia di Firenze 
 Badessa
  Firenze 1400 /29 febbraio 1472
 Etimologia: Antonia = nata prima, o che fa fronte ai suoi avversari, dal greco
Antonia nacque a Firenze nel 1400. Giovane vedova, con un figlio, si oppose alla famiglia che era favorevole ad un nuovo matrimonio. Vedeva, nelle avversità della vita, un disegno singolare del Signore. Erano gli anni in cui san Bernardino da Siena, con alcuni compagni, diffondeva in molte città italiane il movimento dell'Osservanza e il ritorno di un "francescanesimo" delle origini. La maggior parte delle prediche erano fatte in piazza, le chiese non riuscivano a contenere le folle che puntualmente accorrevano. Frate Bernardino predicò in Santa Croce a Firenze dall'8 marzo al 3 maggio 1425. Antonia, ascoltandolo, rispose sì, senza condizioni, alla chiamata di Dio. Aveva conosciuto l´esperienza della vita matrimoniale, era madre, ma il Signore dava una svolta alla sua vita. Quattro anni dopo, sistemate le questioni familiari, entrò tra le terziarie francescane fondate dalla b. Angiolina da Marsciano, anch'essa giovane vedova. Il convento fiorentino di sant'Onofrio era il quinto che veniva fondato. Poco dopo la sua professione Antonia fu mandata, per il suo carisma, nel monastero più antico dell'Ordine, sorto a Foligno nel 1397. La fondatrice la trasferì in seguito ad Assisi, a Todi, poi definitivamente a L´Aquila, per fondare una nuova comunità. Era il 2 febbraio 1433. Il convento aquilano, posto sotto la protezione di s. Elisabetta, la ebbe come guida per quattordici anni, durante i quali diede tutta se stessa perché la comunità crescesse secondo i precetti del Vangelo. Nel cuore di Antonia maturava però il desiderio di una vita maggiormente contemplativa. Motivo di pena fu, per diversi anni, la vita disordinata del figlio, che aveva sperperato il patrimonio, causando litigi tra i parenti. Al movimento dell'Osservanza aderirono diverse comunità di clarisse e a L´Aquila fu san Giovanni da Capestrano a guidare la riforma. Antonia fu tra le prime che vi aderì. Il santo trovò l'edificio per il monastero, presenziando alla solenne fondazione del 16 luglio 1447. Il corteo, partendo da Collemaggio, accompagnò Antonia, eletta badessa per volontà del Capestrano, e le tredici compagne al monastero dell'Eucaristia (o del Corpus Domini). Si cominciò nelle ristrettezze più assolute, mancava anche lo stretto necessario, e Antonia non esitò a farsi questuante. La povertà era vissuta con letizia evangelica, l'esempio della Madre era forte e materno e il clima sinceramente fraterno. I frutti furono abbondanti e molte giovani chiesero di vestire l'abito e di consacrarsi al Signore. Anche per il figlio di Antonia, Battista, s. Giovanni ebbe un ruolo determinante. Il giovane vestì il saio francescano nel convento di Campli, conducendo una vita esemplare. Trascorsi sette anni, Antonia finalmente ottenne di potersi dedicare esclusivamente alla contemplazione e al silenzio. "Taceva ma la sua fama gridava", come si disse di S. Chiara. Era modesta ed obbediente, in mensa e in coro stava all'ultimo posto, indossava le vesti più logore, lasciate dalle consorelle. Alcune monache la videro rapita in estasi, con una aureola luminosa sul capo. Negli ultimi anni ebbe una piaga alla gamba che tenne nascosta. La Beata morì alle 21 del 29 febbraio 1472, vegliata con amore dalle sorelle. Alcuni miracoli si verificarono prima ancora che venisse sepolta. Una monaca si distese al suo fianco e guarì da alcune piaghe. I magistrati della città vollero sostenere le spese del funerale. Quindici giorni dopo la sepoltura, le consorelle, volendo ancora vedere le sue sembianze, la disseppellirono, trovandola come se fosse appena morta. Si diffuse la voce in città e il vescovo Agnifili ordinò che fosse sepolta in un luogo distinto. Nel 1477 il vescovo Borgio, dopo una nuova ricognizione, constatato lo stato di perfetta conservazione del corpo di Madre Antonia e, soprattutto, ben conoscendone la fama di santità, ne autorizzò il culto che fu poi confermato il 28 luglio 1848. Le clarisse di Paganica, custodi del suo corpo, sono oggi fedeli testimoni del suo carisma.
 

29 febbraio

 


Il 29 febbraio  del 0045 a.C. debutta il calendario Giuliano con il 1° anno Bisestile
Il 29 febbraio (previsto solo negli anni bisestili) è il 60º giorno del calendario gregoriano, mancano 306 giorni alla fine dell'anno. Il calendario gregoriano si applica dal 1582, anno della sua introduzione. Benché sia teoricamente possibile estenderlo anche agli anni precedenti, normalmente per questi si usa il calendario giuliano. Perciò sono bisestili tutti gli anni divisibili per 4, compresi quelli secolari, dal 4 al 1580 dell'era volgare. Per gli anni precedenti l'era volgare, invece, non ha senso applicarlo, visto che Ottaviano Augusto regolò definitivamente l'applicazione degli anni bisestili nell'8 a.C. I Romani aggiungevano il giorno in più dopo il 24 febbraio, che essi chiamavano sexto die ante Kalendas Martias (sesto giorno prima delle Calende di marzo); il giorno aggiuntivo si chiamava bis sexto die (sesto giorno ripetuto) da cui l'aggettivo "bisestile". Oggi i giorni di febbraio vengono semplicemente numerati a partire da 1, per cui normalmente si considera che il giorno aggiunto sia il 29. Per correggere questo slittamento, agli anni "normali" di 365 giorni (ogni 4 anni) si intercalano gli anni "bisestili" di 366. In questo modo si può ottenere una durata media dell'anno pari a un numero non intero di giorni.
Nella tradizione popolare l'anno bisestile sarebbe foriero di sventure, secondo il detto anno bisesto, anno funesto.
Che si può esorcizzare così: i mali nella vita sono inevitabili, tanto vale pensare che avvengano, solo! O almeno! Una volta ogni tanto e non sempre!

domenica 28 febbraio 2016

Buongiorno a chi mi legge


a domani......


FEBBRAIO



Febbraio è sbarazzino.
Non ha i riposi del grande inverno,
ha le punzecchiature,
i dispetti
di primavera che nasce.
Dalla bora di febbraio
requie non aspettare.
Questo mese è un ragazzo
fastidioso,irritante,
che mette a soqquadro la casa,
rimuove il sangue, annuncia
il folle marzo
periglioso e mutante.


V.Cardarelli.

Vincenzo Cardarelli


nato Nazareno Caldarelli
(Corneto Tarquinia, 1º maggio 1887Roma, 18 giugno 1959)
è stato un poeta e scrittore italiano.
Vincenzo Cardarelli, nacque a Corneto Tarquinia (Viterbo), attuale Tarquinia, dove suo padre (Antonio Romagnoli), marchigiano d'origine, gestiva il buffet della stazione ferroviaria e qui trascorse la sua infanzia e la sua adolescenza. Figlio illegittimo compì studi irregolari, formò la propria cultura da autodidatta. All'età di diciassette anni fuggì di casa e approdò a Roma dove, per vivere, fece i più svariati mestieri, fra i quali il correttore di bozze presso il quotidiano Avanti!, del quale poi divenne redattore, ebbe inizio, nel 1906, la sua carriera giornalistica. Collaborò a Il Marzocco, La Voce, la rivista Lirica, Il Resto del Carlino e, dopo gli anni della Prima guerra mondiale che aveva trascorso tra la Toscana, il Veneto e la Lombardia, rientrò a Roma e insieme ad un gruppo di intellettuali fondò la rivista La Ronda. Fu direttore della Fiera letteraria, insieme al drammaturgo forlivese Diego Fabbri. La sua fama resta legata alle numerose poesie e prose autobiografiche di costume e di viaggio. Fu un conversatore brillante ed un letterato polemico e severo. La sua è una poesia descrittiva lineare, legata a ricordi passati di qualunque tipo, siano paesaggi animali persone e stati d'animo. Vincenzo Cardarelli è stato un uomo solo, ha vissuto nella solitudine quasi tutta la vita ed è morto a Roma nell'Ospedale Policlinico solo e povero. Riposa nel cimitero di Tarquinia di fronte alla Civita etrusca secondo la sua volontà espressa nel proprio testamento.

Beato Daniele Alessio Brottier 28 febbraio

  Sacerdote
 La Ferté-Saint-Cyr, Blois, Francia, 7 settembre 1876 - Parigi, 28 febbraio 1936
A volte il Signore rende così ardua la strada intrapresa da alcune anime, convinte di fare la Sua volontà, che esse sono costrette a lasciarla, nonostante la propria predisposizione e diventare poi un gigante in altri campi. Così è stata la vita del beato Daniele Alessio Brottier. Fin dall’infanzia rivelò una profonda pietà e una grande devozione alla Madonna; entrò in seminario nel 1890, passò felicemente le ordinazioni minori, facendo per un anno anche il servizio militare e fu consacrato sacerdote il 22 settembre 1899 a 23 anni. Inviato come professore nel Collegio ecclesiastico di Pontlevoy, sentì ben presto la sua particolare vocazione per la vita missionaria, perciò il 24 settembre 1902 entrò come novizio nella Congregazione dello Spirito Santo ad Orly presso Parigi, l’anno seguente emise i voti religiosi e partì quasi subito per il lontano Senegal, colonia francese. Poté restarci però solo tre anni circa, perché a causa di violenti e continui attacchi di emicrania che l’avevano colpito, fu costretto nel 1906 a ritornare in Francia. Rimessosi in salute, l’anno seguente volle di nuovo tornare in Senegal ma ancora una volta il male si ripresentò violento e dopo qualche tempo dovette ritornare definitivamente in Patria. Fondò in Francia l’Opera del “Souvenir Africain” con lo scopo di erigere la cattedrale a Dakar, capitale del Senegal. Da ex militare volle proporsi come cappellano dell’esercito durante la prima guerra mondiale e dal 1914 al 1917 si prodigò eroicamente nell’assistenza dei soldati sui campi cruenti di battaglie come Verdun, Fiandre, Lorena, incurante del pericolo. Dopo la guerra fondò l’Unione Nazionale Combattenti, fu direttore dell’Opera degli orfani apprendisti di Autenil per 12 anni e di cui ne incrementò il numero e l’efficienza, nel 1960 vi erano più di 2000 orfani e 20 istituti. Morì logorato dalle fatiche.
E’ stato beatificato il 25 novembre 1984 da papa Giovanni Paolo II.

Autore: Antonio Borrelli

Freddura


Qùal'è il primo piatto preferito da Gengis Khan?
Gli spaghetti alle mongole!!!!

Scusate se sono noisa ma a ma piace raccontare. 1


 
Non vi metto il buongiorno in spagnolo "tradotto" per fare la saputella, ma perchè mio figlio che avrà a maggio 42 anni vive da quando ne aveva 18 nei paesi spagnoli ,Fino a che nel 2010 si è stabilito in Guatemala. Se Dio o il destino o chi volete voi lo permetterà il 14 marzo io e mio marito andremo a trovarlo e torniamo il 30 marzo (come in un'altro post ho già detto).Mi piace raccontare la storia di mio figlio perchè si è fatto proprio da solo. Quì per fortuna ho una figlia che ha 5 anni meno di lui.
Marinella che ha 3 bambini di 9 , 7 , 3 anni, che come le nonne sanno sono una gioia. Devo dire anche che ho un genero meraviglioso, che lavora tanto ed è bravo e buono. Ha un ristorante alle pendici di Monte Morello ed è un ristorante caratterisico e famoso per i dintorni per la cucina caratteristica e perchè si mangia molto bene. Marco dopo la maturità di Ragioneria non ha cercato nemmeno un attimo il lavoro nell'estate è andato ad Ibiza alla ventura. Io non finirò mai di ringraziare il cell. anche se non ero una mamma assillante almeno sapevo che se succedeva qualcosa mi chiamava o in brutta ipotesi mi chiamavano e io ogni 2 3 giorni lo chiamavo. Mi riguardavo anche un po' perchè allora pagavamo tanto e pagava anche chi riceveva all'estero. Poi seguiterò il racconto , vi dico solo due cose , Marco si è sposato 1l 10/10/2010 (come una mia cara amica ) con una ragazza francese conosciuta in Guatemala dove tutti e due facevano un corso di Yoga e meditazione. Hanno una bambina Sofiah che a maggio farà 5 anni, Marco è nato il 1° maggio lei il 2 maggio e la mamma mi sembra il 14 tutti tori compresa mia figlia che è nata il 30 aprile.
Da piccolo marco non capiva perchè la sorella più piccola doveva avere il compleanno il giorno prima di lui eeeheheheh.
L'ultima cosa per adesso e per me un po' buffa. Una volta che ero ad Ibiza e domandavo di una ragazza che conoscevo , Marco mi disse è imbarazada e io candidamente (perchè metto soggezione?) lui rise a crepapelle mamma imbarazada in spagnolo è essere incinta.aahaahahha
ciao chi vuole seguire alla prossima.

sabato 27 febbraio 2016

Buona domenica A. Venditti


Buona Domenica

 
Vi auguro una Domenica 
ricca di emozioni e momenti meravigliosi
Passatela Super

Ninna nanna degli Gnomi


Dormi, dormi, dolce bambino
ci sono gli gnomi accanto al lettino,
sorvegliano il tuo sonno sereno,
dormi felice e sogna un bel treno.
Un treno pieno di dolci e balocchi,
su! presto dai! chiudi i tuoi occhi.
Quei tuoi occhioni chiari e belli,
pieni di luce, come gioielli.
Caro piccino, sei stanco davvero!
Ti canto la nanna dello gnomo nero.
Ti canto la nanna dello gnomo bianco
che tutti e due ti cullino tanto.
Dormi sereno e fa sogni belli,
pieni di gnomi con pennarelli
che colorino un mondo  felice.
Fai la nanna che è papà che lo dice!

Dedicata a Matteo da nonna Cia

L'Angelo e il bambino


 Quando sulla terra nasce un bambino
un angelo gli si mette vicino.
Il bimbo non avverte il compagno alato,
ma ne sente il cuore,
ne vede la nuvola del fiato.
Giocano insieme;
si lavano nello stesso catino;
ridono della stessa gioia;
piangono del medesimo spino.
E, quel ch'è mio è tuo,
quel ch'è tuo è mio,
mangiano nella stessa scodella
e insieme pregano Iddio.


Renzo Pezzani

FEBBRAIO


 
Febbraio, che freddo!!! Che neve!!
Meno male che sei il più breve.
Hai sfoggiato in tutti i tuoi giorni,
neve, gelo e anche malanni!
Certamente tu sei il più piccino,
per questo fai il birichino.
Son belli i monti imbiancati,
ma anche al mare i flutti hai innevati.
Logicamente ti sei divertito,
con le maschere allegria hai portato:
Diciamoci  pure un arrivederci,
anche se con la neve ci hai ricoperti....
 
Lucia 2011

Sant' Anna Line 27 febbraio

 


Martire
† Londra, Inghilterra, 27 febbraio 1601
Canonizzata il 25 ottobre 1970 da Papa Paolo VI.
Seconda figlia di Guglielmo (o Giovanni) Heigham e di Anna Alien, Anna nacque a Dunmow, nella contea di Essex. Convertitasi al cattolicesimo insieme col fratello Guglielmo, fu con questo disere­data e scacciata di casa dal padre, fiero calvinista, che inutilmente aveva anche tentato di farla apo­statare. Poco dopo Anna sposò Ruggero Line, anche egli cattolico convertito, che per la fede aveva subito la stessa sorte della moglie. Ma ben presto rimase sola e senza risorse perché il marito, arre­stato nel 1586, mentre stava ascoltando la s. Messa, e condannato all'ergastolo, mutato poi in esilio per­petuo, andò a stabilirsi nelle Fiandre, dove visse ancora otto anni poveramente, percependo una pic­cola pensione concessagli dal re di Spagna e di cui inviava parte alla moglie a Londra. Rimasta vedova nel 1594 e molto malandata in salute, Anna più che mai si trovò afflitta dal bisogno, dovendo fidare unicamente nella divina Provvi­denza per il suo sostentamento. Quando nel 1595 il gesuita Giovanni Gerard istituì in Londra una casa di ricovero per i sacerdoti che giungevano nuovi nella città, o che già vi eser­citavano il ministero, Anna fu chiamata a governarla ed amministrarla, mansioni queste che ella svolse giorno per giorno con l'affetto di una madre e la devozione di un'ancella, finché cadde in sospetto dei persecutori, specie dopo la fuga del Gerard dalle prigioni della Torre nel 1597. Costretta per questo a cambiare residenza, andò ad abitare in una casa molto appartata, dove nondimeno, per la delazione di un vicino, venne catturata il 2 febb. 1601 da un manipolo di armati e rinchiusa nelle prigioni di Newgate. Trascinata poco dopo in tribunale, dove fu necessario condurla su una sedia, talmente gravi erano le sue condizioni di salute, venne processata dal giudice Popham, sotto l'imputazione di aver dato rifugio ed assistenza ai preti missionari. Dichia­rata colpevole del reato ascrittole da una giuria com­piacente, fu condannata alla pena capitale, venendo giustiziata al Tyburn il 27 febb. 1601, insieme con il gesuita Ruggero Filcock, suo confessore ed amico, e col benedettino Marco Barkworth. Prima di porgere la testa al capestro, dichiarò ad alta voce rivolta alla folla circostante: « Sono stata condan­nata per aver concesso ospitalità ad un prete catto­lico; eppure sono cosi lontana dal pentirmene che vorrei di tutto cuore averne ospitato un migliaio, invece di uno solo ». Innalzata da Pio XI all'onore degli altari, il 15 dic. 1929 la beata Anna viene commemorata il 27 febbraio.

Autore:
Niccolò Del Re
 

Il 27 febbraio 1932

 
Il 27 febbraio 1932 nasce Elizabeth Taylor. L’attrice, scomparsa nel 2011 all'età di 79 anni al Cedars Sinai Medical Center di West Hollywood, era da tempo malata di cuore. Nel mese di luglio 2010, infatti, a causa di problemi alle coronarie, era stata costretta a un ricovero in una clinica di Los Angeles


Dona la tua Amicizia

http://www.maldamore.it/cuore%20nelle%20mani.jpg
Dona la tua amicizia a cuore aperto.
Poiché grande sarà la tua allegria
se avrai amici in ogni dove.

Web

Buon Sabato a tutti voi

venerdì 26 febbraio 2016

Angelo




Angelo celeste
che vivi nel cielo,
donami la tua veste
me ne farò un velo.
*
Mi coprirò d'azzurro
sperando che in quel velo
sia rimasto un sussurro
soave e leggero.
*
Che mi trasmetta armonie
che tu sapevi dare,
che mi sussurri poesie
belle da ascoltare.
*
Che strane le mie voglie,
impossibili lo so!
Tu vivi alle soglie
di un mondo che non so.
*
Lucia.

Madonnina

Santa Paola di S. Giuseppe di Calasanzio

Santa Paola di S. Giuseppe di Calasanzio
(Paola Montal y Fornes)

Fondatrice delle Figlie di Maria
Barcellona, Spagna, 11/10/1799-Montserrat, 26 febbraio 1889
La vita di Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio, feconda e profetica, quasi centenaria, si svolse in un contesto storico ampio (1799-1889), un periodo di crisi dell'agitato XIX secolo spagnolo, che si dibatteva tra i postulati dell'Antico Regime e le nuove correnti liberali, con ripercussioni socio-politiche, culturali e religiose assai note. Ad Arenys de Mar (Barcellona), visse la sua infanzia e la sua gioventù (1799-1829) lì nacque alla vita, l'11 ottobre del 1799, e nel pomeriggio di quello stesso giorno alla vita della grazia. Si formò in un ambiente familiare cristiano e molto semplice. Partecipò alla vita spirituale della parrocchia. Si distinse per il suo amore verso la Vergine Maria. Da quando aveva 10 anni conobbe la durezza del lavoro per aiutare sua madre, vedova con cinque figli dei quali era la maggiore. In questo periodo, per esperienza propria, constatò che le bambine, le giovani, le donne avevano scarse possibilità di accesso all'educazione, alla cultura... e si sentì chiamata da Dio a svolgere questo compito. Figueras (Gerona), fu la sua meta. Città di frontiera con la Francia. Accompagnata dalla sua fedelissima amica Inés Busquets, nel 1829, si trasferì nella capitale dell'Ampurdán per aprire la prima scuola femminile, con vasti programmi educativi che superavano abbondantemente il sistema pedagogico per bambini. Si trattava di una scuola nuova. A Figueras, iniziò, quindi, in modo esclusivo, il suo apostolato educativo con le bambine. Lì nacque un carisma nuovo nella Chiesa, un'Opera Apostolica orientata verso l'educazione integrale umana e cristiana delle bambine e delle giovani, verso l'educazione della donna, per salvare le famiglie e trasformare la società. Sabadell (Barcellona), fu la città dove avvenne il trapianto della sua opera educativa nelle Scuole Pie. Sappiamo che almeno a partire dal 1837, si sentì del tutto identificata con il carisma di San Giuseppe Calasanzio e volle vivere la spiritualità e le regole calasanziane. Spinta da questo fine, dopo la fondazione della seconda scuola nella sua città natale (Arenys de Mar, 1842) dove entrò in contatto diretto con i Padri Scolopi di Mataró, aprì una terza scuola a Sabadell nel 1846. E fu provvidenziale la presenza dei Padri Scolopi, nel collegio di Sabadell. Con il loro orientamento ed il loro aiuto, in breve tempo, riuscì ad ottenere la struttura canonica scolopica della sua nascente Congregazione. Il 2 febbraio del 1847, fece professione di Figlia di Maria Scolopia, insieme alle sue prime tre compagne, Inés Busquets, Felicia Clavell e Francisca de Domingo. Nel Capitolo generale, svoltosi a Sabadell, il 14 marzo del 1847, non fu eletta né superiora generale, né assistente generale. Nel periodo 1829-1859, svolse un'intensa attività, e fondò personalmente 7 scuole. Inoltre fu formatrice delle prime 130 Scolopie della Congregazione, che attraversava un periodo di grande attività di vita e di profetismo. Olesa de Montserrat (Barcellona), 1859: la sua ultima fondazione personale. Un piccolo e povero paese, ai piedi del Monastero della Vergine di Montserrat, per la quale sentì sempre una grande devozione. Fu la sua fondazione prediletta, in cui rimase fino alla morte (15 dicembre 1859-26 febbraio 1889). Furono 30 anni di grazia per le bambine e per le giovani olesane, che godettero della sua testimonianza cristiana e del suo magistero fecondo; per la città di Olesa di Montserrat, arricchita dall'esempio della sua vita totalmente dedicata e santa: "Le volevano bene tutti e la veneravano...."; e per la Congregazione Scolopica: un sì totale a Dio; la pedagogia scolopica in azione ed il vissuto delle virtù che devono caratterizzare l'educatrice scolopica; ed il tramonto di una via in Dio. Il tracciato della fisionomia spirituale di Madre Paula Montal comprende due sfaccettature: la sua partecipazione alla spiritualità calasanziana ed il suo particolare carisma educativo, orientato verso la formazione umana e cristiana integrale della donna. Alla sua morte, la Congregazione delle Figlie di Maria Religiose delle Scuole Pie, da lei fondata, era formata da 346 Scolopie che vivevano il carisma educativo scolopico, ereditato dalla loro Fondatrice, in 19 collegi, siti in tutta la geografia spagnola. Il processo canonico per la sua Beatificazione iniziò a Barcellona, il 3 maggio del 1957. Il Papa Giovanni Paolo II la beatificò a Roma il 18 aprile del 1993. Il miracolo per la sua Canonizzazione, compiuto nel settembre del 1993, a Blanquizal, un quartiere molto emarginato e violento di Medellín (Colombia), a favore della bambina di 8 anni Natalia García Mora, fu approvato da Papa Giovanni Paolo II il 1 luglio del 2000. Alla nostra società, lacerata da molte tensioni, e dove il tema dell'educazione integrale per tutti, la promozione della donna, la famiglia, la gioventù, sono temi spinosi ed attuali, spesso irrisolti, la nuova Santa dirige il messaggio della sua vita e della sua opera educativa, messaggio d'amore e di servizio. Il suo carisma nel XIX secolo, è stato annuncio di amore e speranza, specialmente per la donna, che scopre in lei la madre e la maestra della gioventù femminile. Ed oggi continua ad essere urgente e piena di attualità, come lo fu allora. L'opera educativa di Madre Paula Montal Fornés di San Giuseppe Calasanzio, continua oggi nella Chiesa, in particolare attraverso oltre 800 Religiose Scolopie, distribuite in 112 comunità, che educano circa 30.000 alunni in 19 nazioni dei quattro continenti, per la promozione della donna, in modo che "la civiltà dell'amore" diventi una realtà.

Il Saluto è Salutare

Il saluto... è usanza davvero molto antica. 
Quando un gruppo di cacciatori-raccoglitori del paleolitico incontravano, durante i loro spostamenti, un altro individuo non appartenente al loro Clan non potevano sapere se questi poteva avere intenzioni bellicose. Se si stava invadendo un territorio si mostravano i bastoni, le asce, si cercava di spaventare con urla e atteggiamenti minacciosi. Se invece non si cercavano guai semplicemente si manifestava l' intenzione pacifica mostrando le mani disarmate. Quella è l' origine, certo che da allora il "salutarsi" si è evoluto fino alle più recenti espressioni a volte anche bizzarre... Dare il 5 o altre ancora altre più complicate. Il salutare è prima di tutto, come ogni interazione sociale, una convenzione. Ci sono alcune cose che per convenzione culturale si devono o non si devono fare, chi non si attiene a questi schemi sociali viene considerato "incapace" di interagire con gli altri, e quindi infine malgiudicato. Inoltre il salutare ha una funzione ovviamente pratica. Salutando per prima cosa ci si identifica immediatamente come "amici" (inteso come soggetto non ostile) In secondo luogo il saluto è una forma di riconoscimento e presentazione. Salutando si riconosce la presenza dell'altro e si accetta di fatto di interagire con esso, inoltre vi è l'elemento "presentazione", eminentemente pratico, che consiste nel dare alcune informazioni di base su se stessi che danno modo agli altri di avere alcune linee di massima per interagire con noi. Si pensi a questo riguardo in primis al nome (dicendo io nostro nome diamo un'importante informazione al nostro interlocutore) ma anche ad esempio al tipo di saluto (stretta di mano, pacca sulla spalla, ecc) e al tono del nostro saluto (ciao, buongiorno ecc...), questi sono tutti elementi che permettono all'interlocutore di capire entro quali paletti vogliamo che la nostra interazione si svolga (amicale, formale ecc...) e anche di stabilire i ruoli (di parità o subordinazione) tra gli attori sociali. Se non saluti sei un maleducato perché non prendi in considerazione gli altri. Salutare è un modo per dire "vi ho visti e per me esistete"

Ps. Ho cercato la definizione saluto perchè io  saluto sempre e comunque quando incontro qualcuno, mentre oggigiorno è un atto in via di estinzione.
Ciao a tutti  Lucia ♥

Fatevi un sorrisetto piccolo, piccolo ☺


Sapete come firmava Giuda le sue lettere ????
Baci Giuda ☺

giovedì 25 febbraio 2016

Buongiorno a tutti

Dice l'alba innocente;
_Desto la vita, i sogni porto via.
Ho l'oro in bocca e in cuor la poesia.
Son la felicità fatta di niente.
 
R.Pezzani.

Dice la Luna.



Quando passa il sole, tutti sono desti e felici.
Quando passo io, gli uomini si chiudono
nelle loro case, i bambini dormono.
M'affaccio sorridente
e tutte le cose diventano zitte.
Illumino la terra buia e nessuno si serve della mia luce: nelle case  accendono le lucerne, il carrettiere prende la sua lanterna, i carbonai fanno fuochi di legna sulla montagna.
Eppure c'è qualcuno che m'aspetta: la madre degli orfanelli, piena di pensieri che non la lasciano dormire; il viandante che non conosce la strada; il pescatore che butta le reti prima che l'alba s'affacci sul mare.
Da un vecchio libro di scuola  di Renzo Pezzani 1947

Febbraio

 
 Se ridi, o Febbraio piccino,
col sole sia pure di un dì,
é un riso che dura pochino,
pochino, pochino così.
Appena quel tanto che basta
 a fare cantare le gronde
dell'acqua mutevole e casta
che lascia la neve che fonde.
Ma basta quel primo turchino,
quel pò d'intravista speranza
a dare una nuova fragranza
al cuore e al destino.

R.Pezzani

Due parole in un orecchio.

 

Chi vuol essere solo a godere
solo sarà quando deve soffrire.
Che pena è mai possedere
se il cuore non impara e a spartire !

Renzo Pezzani

Renzo Pezzani

 Renzo Pezzani


Parma  1898/ Castiglione Torinese 1951

Nacque a Parma nel 1898, si diplomò maestro ed insegnò finchè l’avvento  del  fascismo non lo indusse a lasciare la scuola per trasferirsi a Torino, nel  1926, a dirigere l’ufficio stampa  della  Società Editrice  Internazionale. Pezzani si inserì  nella  vita culturale torinese con la sua affascinante personalità e  la  sua  intraprendenza operativa. Presso la SEI Pezzani pubblicò opere di poesia e prosa, per ragazzi e per adulti. Compose opere di poesia come  Angeli verdi ( che anticipò di svariati lustri l’interesse per l’ecologia e le piante ) e  Il sogno  di un piccolo re; opere  in prosa come Credere, (che vinse il premio Pallanza), La casa  del padre e  Il   viatico   nella  tempesta.  La  vocazione  di  maestro indusse  Pezzani  a  scrivere due serie di cinque volumetti di  letture per bambini delle scuole elementari  Cose della vita e Focovivo che negli anni 1943/50 diventarono la  più diffusa  lettura  per  le  scuole  elementari. Nel  1943  con Giusto Gervasutti fondò la casa editrice Il Verdone. Pubblicò poche ma  valide  opere  tra  le  quali  Scalate  sulle Alpi, autobiografico del Gervasutti e una raccolta antologica di poesie piemontesi intitolata Parnas Piemonteis. Nel 1945 Pezzani fondò una nuova casa editrice Edizioni  Palatine che pubblicò alcuni suoi libri di poesie e un libro  di saggi critici  sulla  musica di  Ildebrando  Pizzetti. Le rendite di Focovivo  permisero  a  Pezzani  di  arredare riccamente una grande villa in via Santa Giulia  organizzandovi fastosi e mecenateschi  ricevimenti. Nello stesso periodo comprò un' imponente  villa  settecentesca a Castiglione Torinese dove si ritirava a scrivere. Nel 1948 però la situazione  economica  del  Pezzani precipitò. Fu costretto a vendere  la  villa  di  via  Santa  Giulia  per poi ritirarsi con la madre nella villa di Castiglione. Ben presto la salute peggiorò  e  minato  nel  fisico  morì il 14 luglio 1951 a Castiglione Torinese. Aveva  appena  terminato  la raccolta di poesie  Bellissimi  dolori, che  rappresenta  il  suo testamento spirituale. Benché Pezzani avesse sognato talvolta un ritorno  a  Parma (egli amava  la  sua  città soprattutto nel  ricordo e l’aveva  vissuta in poesia, con i suoi struggenti versi in dialetto parmigiano) fu Torino che gli diede fama e ricchezza, e Castiglione fu  il luogo che egli considerò  ideale per «fare poesia». Infatti molti dei suoi  versi  più belli e significativi nacquero nella villa sul colle di  Castiglione,il  luogo del suo tormentato esilio di poeta."

Beata Maria Ludovica (Antonina) De Angelis 25 febbraio

 


Missionaria 
Antonina De Angelis, questo il suo nome da laica, nacque il 24 ottobre 1880 a San Gregorio in provincia de L’Aquila; primogenita degli otto figli di Ludovico De Angelis e Santa Colaianni, umili e religiosi contadini, i quali seppero infondere nei numerosi figli, i principi del cristianesimo. Come primogenita Antonina fin da bambina aiutò la madre nell’accudire i suoi fratelli, divenendone così balia, maestra e modello, in pratica una seconda madre. Per questi impegni non riuscì a frequentare con assiduità la scuola, ciò nonostante imparò a leggere e scrivere recandosi a casa di una maestra; sia in famiglia sia in chiesa, imparò il catechismo che non smise mai d’insegnare; altro amore che portò sempre con sé, fu la dedizione ai lavori nei campi; già adolescente aiutava il padre nei lavori agricoli e nella vendita dei prodotti. Nel contempo cresceva robusta e carina e pretendenti al matrimonio non mancarono, anche se Antonina li rifiutò sistematicamente; nel suo animo c’era un’inquietudine, perché avvertiva il desiderio di farsi religiosa, la madre si opponeva perché suo desiderio era di vederla sposata e avere tanti nipoti. Antonina parlò di ciò con il parroco che la guidò e l’aiutò in tutto, tanto da farle conoscere le Suore della Misericordia, e le fornì anche la dote. Il 14 novembre del 1904 entrò come postulante nel noviziato delle Suore della Misericordia, fondate da s. Maria Giuseppa Rossello (1811-1880), nella Casa madre di Savona; nell’anno successivo, con il nome di Maria Ludovica fece la sua prima professione il 3 maggio 1905, ricevendo il mandato missionario. Il 14 novembre 1907 s’imbarcò a Genova per l’Argentina insieme a tanti emigranti, raggiunse Buenos Aires e si soffermò con le consorelle già in missione in quella città fin dopo il Natale, poi si trasferì a La Plata nel piccolo Ospedale de Ninos che consisteva a quel tempo in due sale in legno circondate da una recinzione di filo spinato. Venne assegnata in cucina e nella dispensa, ovviamente per la sua scarsa istruzione non poteva essere né infermiera né maestra; ma s’impegnò a gestire il suo compito in modo così perfetto che fu proposta come amministratrice, carica che mantenne fino ai suoi ultimi giorni. E l’amministrazione dell’Ospedale sarà il campo della sua santificazione, non un chiostro silenzioso, ma il contatto giornaliero con fornitori, nel controllo delle merci, nel disporre il cibo per i bambini ammalati, nel controllare le pulizie, nell’evitare sprechi, nell’incoraggiare il personale dell’Ospedale a svolgere i loro compiti con responsabilità e sollecitudine. In definitiva mettere in pratica, lei quasi analfabeta, le tre caratteristiche principali di ogni buon amministratore: Vedere, prevedere, provvedere. Madre Ludovica lottò per ampliare l’Ospedale, dotandolo di attrezzature moderne e di personale qualificato, stimolando il contributo di tanti benefattori. L’Ospedale per Bambini di La Plata su disposizione del Ministro della Sanità argentino è oggi intitolato “Superiora suor Maria Ludovica”. Fondò inoltre il sanatorio di Punta Magotes a Mar del Plata per assistere i bambini affetti da tubercolosi e dalle malattie respiratorie; desiderando che ai bambini non mancasse nulla, con l’aiuto della Provvidenza acquistò alcuni ettari di terreno a City Bell, costruendo una fattoria e istituendo un centro di produzione di prodotti freschi per i bambini, frutta, verdure, latte, farinacei; compreso un centro di spiritualità con chiesa e parrocchia, catechesi, missioni popolari. Si occupò dei bambini orfani e abbandonati, allevandoli e educandoli, trasformando l’ospedale in un focolare e in una scuola. Come molti santi, suor Ludovica sperimentò ‘la croce’ di Gesù nel corpo e nello spirito, afflitta da malattie, angosciata da incomprensioni e calunnie, fece fronte a ciò con il silenzio, il perdono e la preghiera. Soffrì per molti anni dei postumi di una malattia renale acuta, che nel 1935 le causò l’asportazione di un rene, ipertensione alta e edemi polmonari; l’insonnia l’accompagnò per buona parte della sua vita, occupava quelle ore notturne con la preghiera e con il cucire abiti liturgici per le varie cappelle, oppure girando per le sale di degenza a controllare i piccoli pazienti. All’inizio del 1962 si manifestò un tumore all’addome; accettò con profonda pace la volontà di Dio, dicendo spesso: “Dio lo vuole! Lui sa quello che fa! Sia fatta la Sua volontà!”. Il 25 febbraio 1962 morì a La Plata nell’Ospedale dei Bambini, circondata dall’affetto e dalla riconoscenza della popolazione. Il suo motto più incisivo fu: “Fare del bene a tutti, non importa a chi”; aveva guidato con energia e amore l’Ospedale per 54 anni. Papa Giovanni Paolo II l’ha beatificata il 3 ottobre 2004 in Piazza S. Pietro a Roma.

Autore:
Antonio Borrelli

Questo detto "credo" di averla inventata io


I nonni sono come i pompieri;
SEMPRE REPERIBILI

mercoledì 24 febbraio 2016

Cominciamo con un abbozzo di sorriso


Cosa dice lo chef al ragazzo che fa il cascamorto  con sua moglie ?


Non scherzare col "fuoco"!!

Buon giovedì

 
La costanza è il seme più amaro da seminare,
ma tuttavia è la raccolta della frutta più dolce.