mercoledì 22 giugno 2016

non ce ne dimentichiamo


Il 22 giugno 1944, furono trucidati 40 martiri di Gubbio,
cittadini innocenti che pagarono con la vita un attentato organizzato dai Gap partigiani ai danni di due tenenti tedeschi. Ancora oggi qualcuno si chiede perché i Gap organizzarono quell’attentato inutile, nessuno si è mai assunto la responsabilità, nessuno ha mai voluto dare una risposta al perché di quell’attentato inutile. La storia come si sa la scrivono i vincitori, i Gap salirono sul carro e si schierarono tra le fila degli eroi, invece i 40 martiri di Gubbio finirono nel dimenticatoio senza le loro risposte. Dopo la liberazione di Roma, il 4 giugno, gli Alleati avanzavano verso Gubbio, proseguendo la liberazione dai tedeschi, già il 13 giugno avevano liberato Terni, il 16 giugno Foligno e il 20 giugno Perugia. I tedeschi si apprestavano alla ritirata verso la linea Gotica a nord. Poco prima dell’arrivo degli Alleati e della ritirata tedesca, entrarono in gioco i Gap, che pedinarono il tenente medico Kurt Staudacher e il sottotenente Hermann Pfeil, i due tedeschi furono raggiunti ad un bar, il primo fu ucciso e il secondo ferito. A quanto pare, a informare i tedeschi dell’uccisione del tenente, fu Ladislao Rossi, elemento ai vertici dell’antifascismo locale, che informò i nazisti che l’attentato fu opera di alcuni membri della resistenza locale. Come già era accaduto in altri luoghi, e come ben si sapeva, all’uccisione di un nazista tedesco seguiva sempre una rappresaglia. Ciò nonostante, l’inutile attentato fu organizzo, e la rappresaglia non tardò ad arrivare, a guidarla fu il generale Johann Karl Boelsen. Furono scelti 40 innocenti, portati dove oggi c’è ancora un Mausoleo che li ricorda, lì furono legati al muro e mitragliati, oggi sono ancora visibili le scariche sul muro. I corpi dei 40 martiri di Gubbio furono poi ricoperti da un po’ di terra, che bastò a seppellire la loro memoria.

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