giovedì 31 dicembre 2015

Sto arrivandoooooooooooo Buon 2016

Mario Lodi


 Mario Lodi (Piadena, 17 febbraio 1922)
è un pedagogista, scrittore e insegnante italiano, è il maestro che tutti avremmo voluto avere: pacato,  gentile, attento alle esigenze dei bambini, sempre paziente e disponibile. Un  maestro  che  si  esprime con  la  calma  e  la semplicità di chi è abituato  a  farsi  capire da tutti arrivando al cuore delle cose.  La  sua  cooperativa, la Casa delle arti  e  del  gioco, è  stata una delle promotrici della  celebre raccolta difirme "per il diritto dell'infanzia alla televisione". Lodi ha iniziato la sua attività di insegnante elementare nel 1940 ed è  andato in  pensione  dopo quasi 40 anni di attività.  E' anche  autore di  numerosi saggi  sulle  sue esperienze  pedagogiche, oltre che di numerosi  racconti per bambini  scritti  insieme  ai  suoi studenti.Nel 1977  ha ricevuto il Premio  Viareggio per Il paese sbagliato e nel 1989 il Premio Lego - nonchè la laurea honoris causa in pedagogia dall'Università di Bologna.Nonostante i suoi 87 anni, Lodi conserva la curiosità  di  un bambino. Per questo ha inaugurato due  siti  Internet, uno  a nome suo. Come un crociato, Lodi si batte da sempre per la tutela degli interessi dei bambini,compreso quello,scritto sulla Carta dei diritti del fanciullo approvata dall'Onu e dal Parlamento italiano, a esprimersi con l'arte. Cavaliere di Gran Croce Ordine al Merito della Repubblica Italiana—28 maggio 2003. Iniziativa  del  Presidente della Repubblica.Nel gennaio del 1989 riceve dall'Università di Bologna la Laurea honoris causa in Pedagogia.Nel novembre 1989 gli viene
assegnato il Premio Internazionale LEGO,che viene conferito a "personalità ed enti che abbiano dato un contributo eccezionale al miglioramento  della qualità di vita deibambini".   Nel marzo    2006 a    Mario Lodi viene assegnato il Premio Unicef  2005 Dalla parte dei bambini per aver dedicato tutta la  sua  vita ai  diritti dei  bambini e per aver realizzato la Casa delle Arti e del  Gioco attraverso la quale continua a promuovere e a valorizzare la formazione degli insegnanti e le  potenzialità  espressive dei bambini.Nel    maggio   2006  ha ricevuto  il  premio DIOMEDEA  della Biblioteca  provinciale di Foggia .

L'anno sta per finire


L'anno sta per finire.
Il nostro mondo ha fatto
un 'altro grande  giro intorno al sole.
Per fare un giro grande ci impiega un'anno.
Ognuno di noi ha girato intorno al sole,
per gli anni che ha.
*
 Una volta l'uomo era bambino,
il gatto una volta era micino;
*

 cresce il cucciolo e diventa cane,
i girini diventan rane.
*

 Un piccolo arbusto diventa una pianta,
un uovo diventa un uccello che canta.
*

Se tutte le cose crescon da sé,
perchè i miei vestiti non si allargano con me?


 *
Mario Lodi

martedì 29 dicembre 2015

Il tempo che fù

L'anno vecchio se ne và

L'anno vecchio se ne và,
e mai più ritornerà,
io gli ho dato un  bel sacchetto
di malanni e cose brutte
le amicizie andate a male 
i dolori e le tristezze
Egli ho detto porta via
questa è tutta roba mia.

Anno nuovo, avanti avanti,
porta pace  a tutti quanti,
porta  gioia ai nostri cari,
ai parenti ed agli amici
rendi tutti sani e felici,
d'esser buona ti prometto, 
anno nuovo benedetto. 

rivisitata dal web

domenica 27 dicembre 2015

Dicembre

La neve a fiocchi
fa più bello il Natale.
I poveri e i vecchi
col freddo stanno male.

Sei un mese di feste
di dolciumi e regali
ma in tutte le teste
ci vorrebero le ali.

Per aver la fantasia
a fare utili doni
aver tanta allegria
per esser più buoni.

Il bambino Gesù
che nasce col gelo
no lo pensiamo più
abbiam steso un velo.

A Natale pensiamo
a mangiare e bere
e ci dimentichiamo
tristezze e cose vere.

Lucia.

cartoline buon anno


27 dicembre (celebrazione mobile)

 
Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe
Nazareth, Palestina, I secolo
Il Natale ci ha già mostrato la Sacra Famiglia raccolta nella grotta di Betlemme, ma oggi siamo invitati a contemplarla nella casetta di Nazareth, dove Maria e Giuseppe sono intenti a far crescere, giorno dopo giorno, il fanciullo Gesù. Possiamo immaginarla facilmente (gli artisti l’hanno fatto spesso) in mille situazioni e atteggiamenti, mettendo in primo piano o la Vergine santa accanto al suo Bambino, o il buon san Giuseppe nella bottega di falegname dove il fanciullo impara anche il lavoro umano, giocando. Ma possiamo anche intuire l’avvenimento immenso che a Nazareth si compie: poter amare Dio e amare il prossimo con un unico indivisibile gesto! Per Maria e Giuseppe, infatti, il Bambino è assieme il loro Dio e il loro prossimo più caro. Fu dunque a Nazareth che gli atti più sacri (pregare, dialogare con Dio, ascoltare la sua Parola, entrare in comunione con Lui) coincisero con le normali espressioni colloquiali che ogni mamma e ogni papà rivolgono al loro bambino. Fu a Nazareth che gli «atti di culto dovuti a Dio» (quelli stessi che intanto venivano celebrati nel grandioso tempio di Gerusalemme) coincisero con le normali cure con cui Maria vestiva il Bambino Gesù, lo lavava, lo nutriva, assecondava i suoi giochi. Fu allora che cominciò la storia di tutte le famiglie cristiane, per le quali tutto (gli affetti, gli avvenimenti, la materia del vivere) può essere vissuto come sacramento: segno reale e anticipazione di un amore Infinito
Martirologio Romano: Festa della Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe, esempio santissimo per le famiglie cristiane che ne invocano il necessario aiuto.

sabato 26 dicembre 2015

Dicembre





 Dicembre

Che dire Dicembre ci hai dato allegria,
ma tanti innocenti son morti per via.

Non centrano le date, per le disgrazie,
Ma son state un pò troppe,
e non possian dirti grazie.

Ci dispiace ma  oramai
sei giunto alla fine,

Gennaio incalza e speriam sia sublime.
Certamente  Dicembre

non ce l'abbiamo con te
non ti portiam rancore, tu ci porti il RE.

Speriam  l'anno prossimo
quando ti ritroveremo

tu sia più clemente e festa noi faremo.
Addio Dicembre ne hai combinate

non essere orgogliso
di vittime ce ne sono state
direi proprio tante, ma che centri tù,

Sei il mese che fa nascere
il nostro GESU'


Lucia

26 dic. Santo Stefano


 
 Primo martire

† Gerusalemme, 33 o 34 ca
Autore: Antonio Borrelli
La celebrazione liturgica di S. Stefano è stata da sempre il 26 dicembre,subito dopo il Natale, perché nei giorni seguenti alla manifestazione del Figlio di Dio, furono posti i “comites Christi”, cioè i più vicini nel suo percorso terreno e primi a renderne testimonianza con il martirio. Così al 26 dicembre c’è s. Stefano primo martire della cristianità, segue al 27 s. Giovanni Evangelista, il prediletto da Gesù, autore del Vangelo dell’amore, poi il 28 i ss. Innocenti, bambini uccisi da Erode con la speranza di eliminare anche il Bambino di Betlemme; secoli addietro anche la celebrazione di s. Pietro e s. Paolo apostoli, capitava nella settimana dopo il Natale, venendo poi trasferita al 29 giugno.Del grande e veneratissimo martire s. Stefano, si ignora la provenienza, si suppone che fosse greco, in quel tempo Gerusalemme era un crocevia di tante popolazioni, con lingue, costumi e religioni diverse; il nome Stefano in greco ha il significato di “coronato”. Si è pensato anche che fosse un ebreo educato nella cultura ellenistica; certamente fu uno dei primi giudei a diventare cristiani e che prese a seguire gli Apostoli e visto la sua cultura, saggezza e fede genuina, divenne anche il primo dei diaconi di Gerusalemme.Gli Atti degli Apostoli, ai capitoli 6 e 7 narrano gli ultimi suoi giorni; qualche tempo dopo la Pentecoste, il numero dei discepoli andò sempre più aumentando e sorsero anche dei dissidi fra gli ebrei di lingua greca e quelli di lingua ebraica, perché secondo i primi, nell’assistenza quotidiana, le loro vedove venivano trascurate.Allora i dodici Apostoli, riunirono i discepoli dicendo loro che non era giusto che essi disperdessero il loro tempo nel “servizio delle mense”, trascurando così la predicazione della Parola di Dio e la preghiera, pertanto questo compito doveva essere affidato ad un gruppo di sette di loro, così gli Apostoli potevano dedicarsi di più alla preghiera e al ministero.La proposta fu accettata e vennero eletti, Stefano uomo pieno di fede e Spirito Santo, Filippo, Procoro, Nicanore, Timone, Parmenas, Nicola di Antiochia; a tutti, gli Apostoli imposero le mani; la Chiesa ha visto in questo atto l’istituzione del ministero diaconale. Nell’espletamento di questo compito, Stefano pieno di grazie e di fortezza, compiva grandi prodigi tra il popolo, non limitandosi al lavoro amministrativo ma attivo anche nella predicazione, soprattutto fra gli ebrei della diaspora, che passavano per la città santa di Gerusalemme e che egli convertiva alla fede in Gesù crocifisso e risorto.Nel 33 o 34 ca., gli ebrei ellenistici vedendo il gran numero di convertiti, sobillarono il popolo e accusarono Stefano di “pronunziare espressioni blasfeme contro Mosè e contro Dio”.Gli anziani e gli scribi lo catturarono trascinandolo davanti al Sinedrio e con falsi testimoni fu accusato: “Costui non cessa di proferire parole contro questo luogo sacro e contro la legge. Lo abbiamo udito dichiarare che Gesù il Nazareno, distruggerà questo luogo e cambierà le usanze che Mosè ci ha tramandato”.E alla domanda del Sommo Sacerdote “Le cose stanno proprio così?”, il diacono Stefano pronunziò un lungo discorso, il più lungo degli ‘Atti degli Apostoli’, in cui ripercorse la Sacra Scrittura dove si testimoniava che il Signore aveva preparato per mezzo dei patriarchi e profeti, l’avvento del Giusto, ma gli Ebrei avevano risposto sempre con durezza di cuore. Rivolto direttamente ai sacerdoti del Sinedrio concluse: “O gente testarda e pagana nel cuore e negli orecchi, voi sempre opponete resistenza allo Spirito Santo; come i vostri padri, così anche voi. Quale dei profeti i vostri padri non hanno perseguitato? Essi uccisero quelli che preannunciavano la venuta del Giusto, del quale voi ora siete divenuti traditori e uccisori; voi che avete ricevuto la Legge per mano degli angeli e non l’avete osservata”.Mentre l’odio e il rancore dei presenti aumentava contro di lui, Stefano ispirato dallo Spirito, alzò gli occhi al cielo e disse: “Ecco, io contemplo i cieli aperti e il Figlio dell’uomo, che sta alla destra di Dio”.Fu il colmo, elevando grida altissime e turandosi gli orecchi, i presenti si scagliarono su di lui e a strattoni lo trascinarono fuori dalle mura della città e presero a lapidarlo con pietre, i loro mantelli furono deposti ai piedi di un giovane di nome Saulo (il futuro Apostolo delle Genti, s. Paolo), che assisteva all’esecuzione.In realtà non fu un’esecuzione, in quanto il Sinedrio non aveva la facoltà di emettere condanne a morte, ma non fu in grado nemmeno di emettere una sentenza in quanto Stefano fu trascinato fuori dal furore del popolo, quindi si trattò di un linciaggio incontrollato.Mentre il giovane diacono protomartire crollava insanguinato sotto i colpi degli sfrenati aguzzini, pregava e diceva: “Signore Gesù, accogli il mio spirito”, “Signore non imputare loro questo peccato”. Gli Atti degli Apostoli dicono che persone pie lo seppellirono, non lasciandolo in preda alle bestie selvagge, com’era consuetudine allora; mentre nella città di Gerusalemme si scatenò una violenta persecuzione contro i cristiani, comandata da Saulo.Tra la nascente Chiesa e la sinagoga ebraica, il distacco si fece sempre più evidente fino alla definitiva separazione; la Sinagoga si chiudeva in se stessa per difendere e portare avanti i propri valori tradizionali; la Chiesa, sempre più inserita nel mondo greco-romano, si espandeva iniziando la straordinaria opera di inculturazione del Vangelo.Dopo la morte di Stefano, la storia delle sue reliquie entrò nella leggenda; il 3 dicembre 415 un sacerdote di nome Luciano di Kefar-Gamba, ebbe in sogno l’apparizione di un venerabile vecchio in abiti liturgici, con una lunga barba bianca e con in mano una bacchetta d’oro con la quale lo toccò chiamandolo tre volte per nome.Gli svelò che lui e i suoi compagni erano dispiaciuti perché sepolti senza onore, che volevano essere sistemati in un luogo più decoroso e dato un culto alle loro reliquie e certamente Dio avrebbe salvato il mondo destinato alla distruzione per i troppi peccati commessi dagli uomini.Il prete Luciano domandò chi fosse e il vecchio rispose di essere il dotto Gamaliele che istruì s. Paolo, i compagni erano il protomartire s. Stefano che lui aveva seppellito nel suo giardino, san Nicodemo suo discepolo, seppellito accanto a s. Stefano e s. Abiba suo figlio seppellito vicino a Nicodemo; anche lui si trovava seppellito nel giardino vicino ai tre santi, come da suo desiderio testamentario.Infine indicò il luogo della sepoltura collettiva; con l’accordo del vescovo di Gerusalemme, si iniziò lo scavo con il ritrovamento delle reliquie. La notizia destò stupore nel mondo cristiano, ormai in piena affermazione, dopo la libertà di culto sancita dall’imperatore Costantino un secolo prima.Da qui iniziò la diffusione delle reliquie di s. Stefano per il mondo conosciuto di allora, una piccola parte fu lasciata al prete Luciano, che a sua volta le regalò a vari amici, il resto fu traslato il 26 dicembre 415 nella chiesa di Sion a Gerusalemme.Molti miracoli avvennero con il solo toccarle, addirittura con la polvere della sua tomba; poi la maggior parte delle reliquie furono razziate dai crociati nel XIII secolo, cosicché ne arrivarono effettivamente parecchie in Europa, sebbene non si sia riusciti a identificarle dai tanti falsi proliferati nel tempo, a Venezia, Costantinopoli, Napoli, Besançon, Ancona, Ravenna, ma soprattutto a Roma, dove si pensi, nel XVIII secolo si veneravano il cranio nella Basilica di S. Paolo fuori le Mura, un braccio a S. Ivo alla Sapienza, un secondo braccio a S. Luigi dei Francesi, un terzo braccio a Santa Cecilia; inoltre quasi un corpo intero nella basilica di S. Loernzo fuori le Mura.La proliferazione delle reliquie, testimonia il grande culto tributato in tutta la cristianità al protomartire santo Stefano, già veneratissimo prima ancora del ritrovamento delle reliquie nel 415.Chiese, basiliche e cappelle in suo onore sorsero dappertutto, solo a Roma se ne contavano una trentina, delle quali la più celebre è quella di S. Stefano Rotondo al Celio, costruita nel V secolo da papa Simplicio.Ancora oggi in Italia vi sono ben 14 Comuni che portano il suo nome; nell’arte è stato sempre raffigurato indossando la ‘dalmatica’ la veste liturgica dei diaconi; suo attributo sono le pietre della lapidazione, per questo è invocato contro il mal di pietra, cioè i calcoli ed è il patrono dei tagliapietre e muratori.

Patronato:Diaconi, Fornaciai,  Mal di testa
Etimologia:  Stefano = corona, incoronato, dal greco
Emblema:  Palma, Pietre

venerdì 25 dicembre 2015

Acrostico di NATALE


N ato
A morevolmente
T ra
A ngeli
L audanti
E stelle
 

Lucia

E' arrivato il Bambinello


il Natale è amore!

Se hai nemici riconciliati:
il Natale è pace!
 Se hai peccati convertiti:
il Natale è amicizia con Dio!
Se hai amici cercali:
il Natale è comunione!
Se hai debiti pagali:
il Natale è giustizia!
Se hai poveri al tuo fianco aiutali:
il Natale è dono!
Se hai superbia interrala:
il Natale è umiltà!
Se sei nelle tenebre, cerca la luce:
il Natale è luce!
Se sei nell'errore rifletti:
il Natale è verità!
Se sei triste rallegrati:
il Natale è gioia!
Se hai odio dimenticalo:
il Natale è amore! 

Parrocchia virtuale di Don Alberione

giovedì 24 dicembre 2015

Arrivooooooooooo


Dal tronco nasce il ramo,

NATALE
Dal tronco nasce il ramo,
dal ramo nasce il fiore,
da Dio venne Maria,
da Lei Nostro Signore.
E’ Natale di gelo
e il bimbo non ha panni:
Maria si toglie il velo
che porta sui capelli.
Ha un velo come fascia,
nel presepe, il Messia
ed ha come sua culla
le braccia di Maria.

Filastrocca popolare

mercoledì 23 dicembre 2015

Papà Natale carica la sua slitta >3

Buon natale d'epoca

Caro Gesù

Caro Gesù, 
ti sto aspettando da tanto,
quando ti decidi a venire
nel mio paese?
La guerra dura da anni
ed è una cosa orribile.
Muoiono migliaia di bambini
e a nessuno interessa nulla.
Quando vieni però...
... procurati un elmetto,
perchè è molto pericoloso.
Ogni giorno che passa gli adulti
diventano più crudeli
e le sofferenze dei bambini
non si contano più.
Oggi un cecchino ha sparato
ad una
bambina che faceva
il bagno nel fiume.
Se decidi di venire avvertimi,
ti vengo incontro,
potresti inciampare tra le macerie.
Metti un segnoperchè ti possa riconoscere:
io non so se sei il Dio dei Kurdi
o dei Turchi oppure dei Musulmani.
Non so se sei il Dio dei Caschi blu.
Mettiti solo la divisa della pace,
forse gli altri capiranno
e non ti spareranno addosso.
Ti aspetto.Katarina

web

martedì 22 dicembre 2015

Cartolone Antiche

DURO INVERNO

 

L'inverno
duro
è arrivato
impercettibile
come vecchia lama
di rasoio in mano tremante
che lascia visi per doveri
a stento su vene fredde

Amore mio
è stata dura giocare
col rumore di parole
col silenzio
vedere i pensieri
farsi le smorfie
nello specchio del vuoto
dietro una lampada bugiarda
nello stomaco
di quattro mura

Come carte al cielo
di caramelle consumate
che ho donato per il plagio
tradito dagli angeli
i fiocchi di neve
ritornati
sogni bianchi sulla terra

Il melodioso canto
di uno scricciolo
e un filo di sole
la speranza
mi riparte il sangue
e stavolta andrà veloce
amore
non ti aspetterà
e il ricordo
nell'unica scia
di neve.


michael santhers

lunedì 21 dicembre 2015

Cartoline da collezione


Proverbio

Dicembre

Io son Dicembre che Dio vien dal cielo,
brucio davanti e dietro son gelo,
mangio capponi, capretti e agnelli
e sono il peggio dei miei fratelli.
Dell'anno porto la luce più breve,
porto la notte più buia e la neve;
ma San Nicola ammazza il maiale...
poi vien Lucia, San Tommaso e Natale..


Web

domenica 20 dicembre 2015

Buon Natale

L'angelo viola


Nella quarta e ultima settimana di Avvento,
appare in cielo un angelo con il mantello viola.
L'angelo viola passa su tutta la Terra tenendo
con il braccio sinistro una cetra d'oro.
Manca poco all'arrivo del Signore.
Il colore viola è formato dall'unione
del blu e del rosso,
quindi il suo mantello
rappresenta l'amore vero,
 quello profondo,
che nasce quando si sta in silenzio
 e si ascolta la voce del Signore dentro di noi.

sabato 19 dicembre 2015

Natale del tempo che fù


Proverbio

foto di Personaggi e cose dimenticate.


Al 1° di Dicembre Sant' Ansano;
il 4 Santa Barbara Beata;
il 6, San Niccolò che vien per via;
il 7 Sant' Ambrogio da Milano;
l' 8 la Concezione di Maria;
per il nove mi cheto;
il 10, la Madonna di Loreto;
il 12 convien che digiuniamo
perché il 13 c'è Santa Lucia;
il 21 San Tommè la chiesa canta;
il 25 viene la Pasqua Santa
e poi ci sono i Santi Innocentini;
alla fine di tutto, lesto, lesto,
se ne vien, salutando,
San Silvestro.
web.

venerdì 18 dicembre 2015

Maria

Maria lavava,
Giuseppe stendeva
il Bimbo piangeva
dal freddo che aveva.
"Sta zitto mio figlio
che adesso ti piglio,
del latte ti do;
La neve dal cielo,
cadeva giù ,
Maria col suo velo
copriva Gesù!

 La so fin da piccola 
e non sarà perfetta.
Lucia

giovedì 17 dicembre 2015

cartoline d'epoca

I nomi dei 12 mesi


 
Dice la Luna:io sono la vostra mamma.
Metterò ad ognuno di voi il nome giusto.
**
Il primo ...ti chiamerai Gennaio, da Giano.
Secondo i romani era il Dio che apriva le porte:
Ebbene tu sei il mese portinaio...apri l'Anno.
**
Il secondo ti chiamerai Febbraio,gli antichi
avevano un Dio che lavava e purificava tutto.
Si chiamava Febbraio
e tu sei il mese lavandaio, lavi con le tue pioggie
e purifichi con il tuo freddo.
**
Il terzo, ti chiamerai Marzo, dal Dio Marte.
Il Dio della guerra, tu sei un mese pieno di
combattimenti tra il vento, l'acqua e il sole.
**
Il quarto Aprile,vuol dire Aprire.
Tu sei il mese che apre le gemme e i fiori.
**
Il quinto Maggio,prendi il nome da Maia,
la Dea dell'abbondanza,tu sei il mese che
tutto germoglia.
**
Il sesto Giugno da Giunone, la Dea più bella
e più ricca.Tu sei il mese più ricco per il raccolto.
**
Il settimo è Luglio, il tuo nome deriva da
Giulio Cesare, grande condottiero.Tu sei il mese
che conduce tutto alla maturazione.
*
L'ottavo Agosto, il tuo nome viene
dall'imperatore Augusto, tu sei il mese
che imperi sul caldo.
**
Il nono Settembre, il tuo nome vuol dire
Settimo. Anticamente nel calendario romano
eri il settimo mese.
**
Il decimo Ottobbre, anche tu eri
l'ottavo mese.
**
L'undicesimo Novembre, tu eri il nono mese.
*
Il dodicesimo Dicembre eri il decimo.

Sapete figli miei anche io la Luna
credevano fossi una Dea. Mi raccomando sono
la vostra mamma e sono lontana, ma veglio su
di voi, controllo il vostro giro sulla terra...........Fatevi Onore!.


Piero Bargellini
 

mercoledì 16 dicembre 2015

Cartoline Natalizie

Dicembre




E' tempo di fermarsi.
Le luci delle case
si accendono molto presto:
è buio già alle quattro.

Le macchine veloci,
gli sguardi infreddoliti:
poca voglia di parlare,
molta fretta di arrivare.

Dicembre è già arrivato
col suo cappotto scuro,
il vento umido,gelido;
le nebbie; i silenzi.

Si pensa alle montagne:
la neve ormai è vicina.
Si pensa alle vacanze,
si ha voglia di evasione.

Dicembre è già arrivato,
è tempo di fermarsi
fermarsi ad ammirare
una luce ben nascosta.

Comincia il giorno otto,
ed è l'Immacolata:
un limpido bagliore,
una speranza è nata.

L'attesa è pregustata,
la luce in ogni cuore
si accende, se cercata;
è tempo di vero amore.

E Gesù,bussa alla porta:
presto ,corri ad aprire!
Accogli questa luce,
è tempo di gioire.


E.P.

martedì 15 dicembre 2015

Cartoline natalizie

"Dicembre nevoso, anno fruttuoso"



Vento, freddo, neve.
Ogni cosa sembra rabbrividire
sotto il soffio gelato del vento ,
sotto la carezza agghiacciante
del freddo.Tutto è muto.
Siamo fortunati noi che abbiamo
una casa,possiamo dire:
-Soffia pure vento freddo!
Scendi pure, neve ghiacciata.
Nelle nostre case c'è un bel tepore.
Non dimentichiamoci
di chi non è fortunato.
Apprezziamo quello che abbiamo.
E sentiamoci felici.

web

lunedì 14 dicembre 2015

Il negozio della verità.

Non potevo credere ai miei occhi quando lessi l'insegna del negazio: Il negozio della verità.
Curioso entrai e la commessa fu molto cortese; che tipo di verità vuole, parziale o totale?
La verità totale , ovviamente , niente falsità, nessuna razionalizzazione. Volevo la mia verità  pura e smplice e tutta quanta.
Allora la commessa mi indicò l'altro lato del negozio dove potevano soddisfarmi.
Il commesso che era lì mi guardò con commiserazione e indico il cartello dei prezzi," il prezzo è molto alto signore" e quat'è? domandai io deciso ad ottenere  la verità totale a tutti i costi.
Se prende questa, disse  dovrà pagarla perdendo il riposo per il resto della sua vita.
Uscii tristemente dal negozio. Avevo creduto di poter avere tutta la verità per un prezzo modesto. Non sono ancora pronto! Desidero pace e riposo. Ho ancora bisogno di ingannarmi un po' con le mie difese. Cerco ancora rifugio nelle mie convinzioni indiscusse.

A. de Mello.

domenica 13 dicembre 2015

13 dic. Santa Lucia Vergine e martire



Santa Lucia Vergine e martire
Le fonti sulla vita di S.Lucia sono la Passio latina ed il più antico Martyrion greco, detto Codice Papadopulo. S.Lucia nacque a Siracusa sul finire del III secolo da una nobile famiglia cristiana: rimasta orfana di padre sin da bambina, fu educata con dedizione dalla madre Eutichia, dalla quale apprese le verità del cristianesimo. Lucia, fanciulla bella, intelligente e virtuosa, meditava assiduamente le S.Scritture e si recava ai riti cristiani nelle catacombe di Siracusa: spinta dal suo amore per Gesù e dall’esempio delle prime vergini martiri, decise di consacrarsi a Dio con voto di perpetua verginità. La madre soffriva da molti anni di un flusso di sangue ritenuto incurabile dopo innumerevoli e costosi tentativi dei migliori medici. Lucia, che si prendeva cura di lei, un giorno le suggerì d’andare in pellegrinaggio a Catania presso il sepolcro della vergine e martire S.Agata per implorare il miracolo della guarigione. La madre acconsentì e vi si recarono insieme: lì, durante la Messa, fu letto l’episodio del Vangelo in cui un’emorroissa guarì toccando la veste di Gesù. Ispirata da quelle parole, Lucia disse alla madre: “Se credi in ciò che è stato appena proclamato, crederai anche che S.Agata, che ha patito per Cristo, abbia confidente accesso al Suo tribunale. Tocca con fede il suo sepolcro, se vuoi, e sarai guarita”. Allora Lucia ebbe in apparizione S.Agata che le disse: “Sorella mia Lucia, vergine devota a Dio, perché chiedi a me ciò che puoi tu stessa ottenere per tua madre? Ecco che ella è già guarita per la tua fede. Con la tua verginità tu hai costruito un santuario gradito a Dio, ed io ti dico che come grazie a me è sublimata la città di Catania, così per te avrà decoro dal Signore Gesù Cristo la città di Siracusa”. Dopo quella visione, Lucia esclamò alla madre: “Per l’intercessione della Sua Sposa Agata, Gesù ti ha guarita”, e sùbito Eutichia constatò di essere del tutto risanata. Lucia continuò: “A questo punto desidero che tu non mi parli più di sposo terreno, perché da tempo mi sono consacrata a Gesù. Piuttosto dammi quello che avevi pensato come mia dote perché possa distribuirlo ai poveri”. Eutichia: “Se non ti rincresce, farai dei beni miei e di tuo padre l’uso che vorrai dopo la mia morte”. Lucia: “La tua offerta non è la più gradita a Gesù. Dona adesso, a Lui nei poveri, ciò di cui dovrai forzatamente disfarti nella tomba”. Eutichia fu convinta, e da quel momento Lucia donò tutte le sue ricchezze ai poveri e si fece povera per Cristo. Ma un giovane innamorato di lei si vendicò del suo rifiuto alle nozze denunciandola come cristiana: vigeva la feroce persecuzione dell’imperatore Diocleziano. Lucia fu arrestata e condotta dinanzi al prefetto di Siracusa, di nome Pascasio, che le ordinò di sacrificare agli dèi. Ma Lucia disse: “Sacrificio puro presso Dio è curare chi soffre. Ho donato a Dio tutte le mie sostanze, e poiché ora non ho più nulla da offrire, offro in sacrificio me stessa”. Pascasio: “Di’ tali sciocchezze agli stolti come te. Io eseguo gli ordini degli imperatori”. Lucia: “Tu osservi i comandi degli imperatori ed io i comandamenti del mio Dio; tu temi gli imperatori ed io il mio Dio; tu vuoi piacere agli imperatori ed io al mio Dio; tu non disobbedisci agli imperatori ed io come potrei disobbedire al mio Dio? Fai ciò che vuoi: anch’io agirò secondo il mio cuore”. Pascasio: “Tu hai dissipato i tuoi beni con uomini dissoluti”. Lucia: “Io ho riposto al sicuro il mio patrimonio ed il mio corpo non ha conosciuto l’impurità”. Pascasio: “Tu sei la disonestà in persona”. Lucia: “La disonestà siete voi, di cui l’Apostolo dice: corrompete le anime degli uomini affinchè fornifichino contro Dio vivente e servano al diavolo ed ai suoi angeli che sono nella corruzione. Anteponendo i piaceri effimeri ai beni eterni, perdete l’eterna beatitudine”. Pascasio: “Queste parole cesseranno quando inizieranno i tormenti”. Lucia: “E’ impossibile far cessare le parole di Dio”. Pascasio: “Tu dunque sei Dio?”. Lucia: “Io sono serva del Dio eterno, che ha detto: quando sarete condotti davanti ai potenti non preoccupatevi di cosa dire perché non sarete voi a parlare ma lo Spirito Santo che è in voi”. Pascasio: “In te c’è lo Spirito Santo?”. Lucia: “L’Apostolo dice: coloro che vivono castamente sono tempio di Dio e lo Spirito Santo dimora in essi”. Pascasio: “Allora ti farò condurre in un luogo infame dove sarai costretta a vivere nel disonore, così lo Spirito Santo fuggirà da te”. Lucia: “Il corpo non viene deturpato se non dal consenso dell’anima: anche se tu mettessi nelle mie mani l’incenso per un sacrificio, Dio sa la mia intenzione. Egli scruta le coscienze ed aborrisce il violentatore della purezza. Se tu comandi che io subisca violenza contro la mia volontà, la mia castità meriterà una doppia corona”. Pascasio: “Se non mi obbedisci t’infliggerò crudelissime torture”. Lucia: “Tu non potrai mai convincermi a peccare: sono pronta ad ogni tortura”. Allora Pascasio ordinò di farla condurre in un postribolo perché le fosse fatta violenza, ma lo Spirito Santo la rese immobile: invano i soldati la spingevano cadendo sfiniti a terra, invano la trascinavano legata a mani e piedi o trainata da molti buoi. Pensandola una strega, Pascasio la fece cospargere d’urina ed i maghi iniziarono ad invocare gli dèi. Pascasio infuriato le disse: “Lucia, quali sono le tue arti magiche?”. Lucia: “Queste non sono arti magiche: è la potenza di Dio”. Pascasio: “Perché pur tirandoti a forza in mille non ti sei mossa?”. Lucia: “Anche se tu ne aggiungessi altre migliaia, si avvererebbe in me la Parola di Dio: cadranno mille alla tua sinistra e diecimila alla tua destra, ma nessuno potrà accostarsi a te”. Pascasio era disperato, e Lucia gli disse: “Misero Pascasio, perché ti affliggi, impallidisci, ti struggi? Hai avuto la prova che sono tempio di Dio: credi anche tu in Lui”. Pascasio allora le fece accendere attorno un rogo, ma le fiamme la lasciarono illesa. E Lucia: “Ho pregato il mio Signore Gesù Cristo affinchè questo fuoco non mi molestasse, perché dare ai credenti il coraggio del martirio ed i non credenti l’accecamento della loro superbia”. Gli amici di Pascasio, per farla tacere, le conficcarono un pugnale in gola. Ma prima di morire Lucia riuscì a dire questa profezia: “Vi annuncio che presto sarà data pace alla Chiesa di Dio. Diocleziano e Massimiano decadranno. E come la città di Catania venera come protettrice S.Agata, così anche voi onorerete me per grazia del Signore nostro Gesù Cristo osservando di cuore i Suoi comandamenti”. Poi s’inginocchiò, ricevette l’Eucarestia e spirò: era il 13 dicembre 304. Nello stesso luogo dove subì il martirio ebbe sepoltura e nel 313 fu edificato un santuario per accogliere il continuo flusso di pellegrini giunti per venerare le sue reliquie ottenendo numerose grazie per sua intercessione. Nel 1039 il suo corpo fu portato dal generale bizantino Giorgio Maniace a Costantinopoli e nella quarta crociata del 1204 dal doge Enrico Dandolo a Venezia, dove si venera tuttora. Il patrocinio di S.Lucia si è manifestato tante volte sia a Siracusa, salvata in più momenti della sua storia (carestie, terremoti, guerre), che in altre città, come Belpasso (presso Catania) e Brescia: per l’ennesima liberazione attribuita alla sua intercessione da una grave carestia, nel 1646 fu istituita a Siracusa una festa solenne in suo onore che si celebra tuttora la prima domenica di maggio, oltre a quella del 13 dicembre.
Patronato: Siracusa, ciechi, oculisti, elettricisti,
 contro le malattie degli occhi
Etimologia: Lucia = luminosa, splendente,

Emblema: Occhi su un piatto, Giglio,
Palma, Libro

L'angelo bianco. il 3° dell'Avvento

L'angelo bianco.
Nella terza settimana un angelo bianco
e luminoso discende sulla terra.
Tiene nella mano destra un raggio di sole.
Va verso gli uomini
che conservano in cuore l'amore
e li tocca con il suo raggio di luce.
Essi si sentono felici
perché nell'Inverno freddo e buio,
sono rischiarati ed illuminati.
Il sole brilla nei loro occhi,
avvolge le loro mani,
i loro piedi e tutto il corpo.
Anche i più poveri e gli umili sono così
trasformati
ed assomigliano agli angeli,
perché hanno l'amore nel cuore.
Soltanto coloro che hanno l'amore nel cuore
possono vedere l'angelo bianco…

Il bianco rappresenta il simbolo della luce
e brilla nel cuore di chi crede
.
 

sabato 12 dicembre 2015

Aneddoto

 
Una volta un Baro  disse ad un Saggio:" ieri sono stato scoperto  a barare e i miei compagni di gioco mi hanno picchiato e gettato dalla finestra. Che cosa mi consigli di fare?"
Il Saggio osservò seriamente l'uomo e disse:" Se fossi in te, d'ora in poi giocherei a piano terra".
La risposta sbalordì i discepoli del Saggio.
" Perchè non gli hai detto di smettere di barare?", 
gli domandarono.
"Perchè sapevo che non l'avrebbe fatto", fu la semplice e sagace risposta dell'uomo.

Ogni terapia va regolata sulla diagnosi.
Ogni risposta deve essere pertinente alla domanda.

A.de Mello.

venerdì 11 dicembre 2015

Significato del n° 12

 

Castellanos afferma che il n° 12 nella Bibbia ha un significato spirituale.
Gesù lo usò per scegliere i suoi Apostoli.
Questa scelta lo ha classificato come un numero di successo.

canto navajo

Il Pettegolezzo.

 Il pettegolezzo
Il Pettegolezzo.

Un discepolo confessò di avere la cattiva abitudine di ripetere i pettegolezzi.
Il maestro osservò maliziosamente:" Ripeterli non sarebbe  poi così male, se tu non li perfezionassi".

La maldicenza e i pettegolezzi sono come piume sparse al vento: è  facilissimo spargerle, ma è poi impossibile raccoglierle.

A.de Mello

giovedì 10 dicembre 2015

Guarda

 
Guarda gli alberi, guarda gli uccelli, guarda le nuvole, le stelle… e se hai occhi potrai vedere che l’esistenza intera è ricolma di gioia. Ogni cosa è felicità pura. Gli alberi sono felici senza alcun motivo; non diventeranno primi ministri o presidenti e non diventeranno ricchi – non hanno nemmeno un conto in banca! Guarda i fiori. È incredibile come siano felici i fiori – e senza alcuna ragione.
(Osho)
Questo è un altro aspetto rasserenante della natura: la sua immensa bellezza è lì per tutti. Nessuno può pensare di portarsi a casa un’alba o un tramonto.

Tiziano Terzani

mercoledì 9 dicembre 2015

E' il giorno dell' Arcangelo Raffaele

Il mercoledì
 

E' il giorno dell'Arcangelo Raffaele (colui che guarisce).
È l'angelo dell'amore sponsale e della salute. È, nella chiesa cattolica, come in quella ortodossa, il patrono di giovani, fidanzati, sposi, farmacisti, educatori, viandanti e profughi. Nell'iconografia cristiana i suoi simboli sono il pesce e il vaso dei medicamenti.
ll nome Raffaele (in ebraico רפאל) significa “Dio guarisce”, titolo esplicitato nell’episodio di Tobia ed Asmodeo.
Il libro di Tobia (uno dei libri sapienziali della Bibbia) narra le vicende del deportato ebreo di buon cuore Tobi – parliamo del 722 a.C. – vittima di alcune sfortune per le quali perderà anche la vista. Ormai stanco e sentendo l’approssimarsi della fine dei suoi giorni, comanda al figlio Tobia di recarsi presso un parente per riscuotere del denaro lasciato in deposito. Nel frattempo la figlia di questo parente, Sara, era tormentata da un demone (Asmodeo) che era solito uccidere tutti gli uomini con cui essa giaceva, causando non pochi disordini all’interno della famiglia e spingendo alla disperazione la giovane donna. Impietositosi per la situazione d’entrambi, Dio invia l’Arcangelo Raffaele in aiuto: egli si presenta a Tobia con il nome Azaria (JHWH aiuta), figlio di Anania (JHWH è benevolo), precisando d’essere una guida e di conoscere bene la strada.
Durante il cammino, in una sosta presso le rive del fiume Tigri, l’angelo in incognito sprona il giovane a catturare un pesce ed estrarne il cuore, il fegato ed il fiele per utilizzarli contro il demone e concquistare la ragazza che le era stata destinata in sposa: Sara. Scattato dunque l’amore tra i due viene celebrato il matrimono (ed il padre della sposa, per precauzione ed abitudine, scava una fossa per il novello marito): tuttavia, grazie alle indicazioni dell’Arcangelo Raffaele, nella prima notte di notte la coppia intona un canto al Signore bruciando gli organi del pesce, facendo così fuggire il demone Asmodeo.
Raffaele a questo punto intercetta lo spirito demoniaco in ritirata e lo incatena nel deserto. Gli sposi fanno infine ritorno a Ninive e, sempre grazie al consiglio angelico, tramite il fiele del pesce viene anche curata la cecità del padre Tobi. Dopo un discorso sapienziale rivolto all’anziano, tra lo spavento generale, Raffaele ascende di nuovo al Cielo.

martedì 8 dicembre 2015

8 dic. Immacolata Concezione

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria
 
L'Immacolata Concezione è un dogma cattolico, proclamato da papa Pio IX l'8 dicembre 1854 con la bolla Ineffabilis Deus, che sancisce come la Vergine Maria sia stata preservata immune dal peccato originale fin dal primo istante del suo concepimento. Da non confondere con il concepimento verginale di Maria.

lunedì 7 dicembre 2015

Sant' Ambrogio

 
Sant' Ambrogio
Vescovo e dottore della Chiesa 
Treviri, Germania, c.340 -Milano, 04/04/  397
Patronato: Apicoltori, Vescovi, Lombardia,
Milano e Vigevano

Etimologia: Ambrogio =immortale, dal greco
Emblema: Api, Bastone pastorale, Gabbiano
La memoria di Sant'Ambrogio è obbligatoria per tutta la Chiesa, secondo il nuovo Calendario, ed è particolarmente solenne a Milano, che in questo giorno onora il suo grande Vescovo e amatissimo Patrono. Ambrogio non era nato a Milano, ma a Treviri, nella Gallia, verso il 339. Era figlio di un funzionario romano in servizio al di là delle Alpi, e dopo la morte del padre la famiglia rientrò a Roma. Ambrogio studiò diritto e retorica, e intraprese la carriera giuridica.Si trovava a Milano, quando il Vescovo morì, e da buon funzionario imperiale, cercò che fossero evitati quei disordini spesso provocati dalle tumultuose elezioni ecclesiastiche. Parlò con senno e fermezza nelle adunanze dei fedeli, perché tutto fosse fatto secondo coscienza e nel rispetto della libertà. Fu in seguito a questi suoi giudiziosi discorsi che dall'assemblea si alzò un grido: " Ambrogio Vescovo! ".Ambrogio, che si trovava in quell'assemblea come funzionario imperiale, non era neppure battezzato, essendo soltanto catecumeno. Sorpreso e anche spaventato, proclamò dunque la sua indegnità; si professò peccatore, tentò perfino di fuggire. Tutto fu inutile.Ricevette così il Battesimo, e, subito dopo, la consacrazione episcopale. " Tolto dai tribunali e dall'amministrazione pubblica - dirà il nuovo Vescovo - per passare all'episcopato, ho dovuto cominciare a insegnare quello che non avevo mai imparato ". Si diede perciò alla lettura dei Libri sacri, poi studiò i Padri della Chiesa e i Dottori, tra i quali sarebbe stato incluso anche lui, insieme con un giovane retore che, dopo dieci anni, egli stesso avrebbe battezzato: Agostino da Tagaste. L'opera di Ambrogio fu così vasta, profonda e importante, che difficilmente può essere riassunta. Basti dire che fu considerato quasi un secondo Papa, in un'epoca nella quale certo non mancarono alla Chiesa grandi figure di Vescovi. Ma Sant'Ambrogio appariva più alto di tutti per la sua opera apostolica, benché fosse piccolo e delicato nel fisico quant'era grande nello spirito. Egli, che veniva dalla carriera dei dignitari imperiali, sostenne dinanzi all'Imperatore, non solo i diritti della Chiesa, ma l'autorità dei suoi pastori. " Sono i Vescovi che devono giudicare i laici, e non il contrario " diceva, e tra i laici metteva, per primo, l'imperatore.Un'altra massima dell'ex funzionario imperiale era questa: " L'Imperatore è nella Chiesa, non al disopra della Chiesa ". E le contingenze portarono Sant'Ambrogio ad applicare tale massima nei riguardi del grande e intollerante Imperatore Teodosio. Quando Teodosio, in seguito all'uccisione del comandante del presidio di Tessalonica, fece trucidare - almeno così si disse - 7000 abitanti innocenti, il Vescovo non solo gli rimproverò il massacro, ma gl'impose una pubblica penitenza. Teodosio cercò di resistere. Infine cedé. Nuovo David, fece penitenza dall'ottobre al Natale.L'iconografia ambrosiana si è compiaciuta di rappresentare Sant'Ambrogio che scaccia dalla soglia della cattedrale l'Imperatore pubblico peccatore: in realtà l'azione del Vescovo si svolse tramite lettere e intermediari, ma il gesto resta ugualmente significativo, per indicare che né corona né scettro esonerano l'uomo dalla legge morale, uguale per tutti, e di cui sono giudici autorevoli soltanto i ministri di Dio e i pastori di anime.
fonte: Archivio  Parrocchiale.