domenica 21 febbraio 2016

Storia del Ventglio 1

Il ventaglio è antichissimo: il suo uso si perde nella notte dei tempi quando l’uomo, per muovere l’aria o scacciare gli insetti, agitò inconsciamente la mano. L’evoluzione di questo prezioso oggetto fu determinata dagli scambi commerciali e culturali fra Oriente e Occidente. Il rinvenimento di numerosi reperti egiziani documenta l’impiego quotidiano del ventaglio fin dal 3200 a.C.:era rigido,non pieghevole; quelli a lungo manico erano portati da dignitari importanti e servivano per rinfrescare o proteggere il Faraone dagli insetti; erano anche utilizzati dai sacerdoti per la purificazione delle statue divine. Due ventagli che sono esposti al Museo de Il Cairo, in origine con quarantadue piume di struzzo di colore alternato bianco e marrone, appartennero a Tutankhamon: i  manici sono di avorio, oro e pietre dure. Alcune testimonianze archeologiche, quali vasi e statue di epoca greca e romana, documentano l’uso di ventagli rigidi a forma di foglia,che potevano essere realizzati con materiale vegetale o con piume. Dall’epoca etrusca sono invece giunti fino a noi i flabelli bronzei di Populonia, con decorazioni a sbalzo, databili dopo la metà del VII secolo a.C., considerati il simbolo di uno status sociale maschile e femminile. L’uso del FLABELLUM fu adottato anche dalla Chiesa cristiana nella liturgia. Grandi flabelli furono usati fino al pontificato di Giovanni XXIII (1963). L’Italia annovera tre preziosissimi flabelli, che testimoniano il loro utilizzo fino al tardo Medioevo. Il più antico è conservato nel tesoro della basilica di S.Giovanni a Monza:si tratta di un ventaglio a coccarda, con custodia, databile verso il 600 d.C., data che ne confermerebbe l’appartenenza alla Regina Teodolinda. Il secondo,(875 d.C. ca.),proveniente dall’Abbazia di Tournus, è conservato al MUSEO FIORENTINO del BARGELLO: anch’esso è a forma di coccarda (rotondo a 360°),in pergamena dipinta con soggetti di santi e decorazioni vegetali,e presenta un manico-astuccio in avorio e osso scolpiti meravigliosamente. L’ultimo si trova in Puglia ed è riferibile al XIII secolo.

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