martedì 23 febbraio 2016

Boris Pasternak


Nacque a Mosca nel 1890 da una famiglia di intellettuali di origine ebrea, odessiti: il padre Leonid era pittore di fama e amico di Tolstoj, la madre Rozalija Kaufman concertista. Studiò composizione al conservatorio  e  filologia all' università  di  Mosca. Nel 1921 i suoi genitori lasciano la Russia. Boris Pasternak seguì a Marburgo le lezioni  del   filosofo   neokantiano  Cohen.  Si laurea poi all'università di Mosca. Partecipa   al  clima  intellettuale   fervido  degli anni immpediatamente seguenti alla rivoluzione.  Poi, gli  anni  dello  stalinismo e della guerra. Aderì alla ri voluzione russa, cercando  di  essere sempre  leale con il regime pur senza  nascondere le atrocità commesse. Prese posizione  contro  le terribili  condizioni  dei  contadini  collettivizzati, intercesse presso Bucharin  per salvare  Osip  Mandel'stam  che  aveva  scritto un'ode  contro  Stalin, mantenne contatti con esuli e internati  Mostrando un coraggio eccezionale  negli  anni delle purghe stali niste (un solo compromesso imputabile fu la traduzione dal georgiano di due odi in onore di Stalin; la firma in calce a un appello di scrittori che chiedevano la condanna  a morte  degli imputati al primo processo di Mosca sembra fu apposta contro la sua volontà), mentre  molti suoi amici  subivano  il  carcere  o il  suicidio, come l'amata Marina Cvetaeva. Nel 1958 è costretto dal regime a rinunciare al nobel che  polemicamente  e in senso antisovietico  gli occidentali gli  avevano assegnato (con  questa motivazione: "Per le sue importanti  conquiste nella poesia lirica contemporanea e nel campo della tradizione epica  della grande Russia."): « l'abbandono  della   Russia  sarebbe la mia morte », scrisse  nel  novembre 1958 sulla «Pravda ». Visse gli  ultimi anni rigidamente controllato  dal regime. Morì a Peredelkino [Mosca] nel 1960.

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