2 agosto 1902 (Firenze)31 maggio 1994 (Torino)
Nata a Firenze, dove la madre,Luisa Coen, si era recata in visita da
parenti nell’estate del 1902. Il padre, Federigo Enriques, il quale
proveniva da una famiglia di ebrei sefarditi di Livorno, era giunto a
Bologna nel 1894, come professore incaricato dell’insegnamento di
geometria proiettiva e descrittiva nell’ateneo della città, poi
ordinario nella medesima materia dal 1900.Entrambi, Federigo e Luisa,
era intellettuali laici che avevano abbracciato la causa del cosiddetto
“libero pensiero”, sebbene con differenti sfumature. Adriana, che aveva
ereditato dai genitori l’amore per la logica e il ragionamento, ma
anche per la poesia e le altre espressione artistiche.Adriana si era
diplomata brillantemente nel 1920, iscrivendosi subito dopo
all’università al corso di matematica. Fu così che, quando nell’ottobre
del 1921 giunse a Bologna nientemeno che Albert Einstein, invitato da
Federigo per tenere tre conferenze aperte al pubblico sulla relatività,
Adriana, matricola di matematica, venne inviata dal padre ad accogliere
il famoso scienziato alla stazione ferroviaria. Nel luglio del 1922,
Adriana ottenne il congedo dall’ateneo bolognese per continuare gli
studi in quello di Roma, ove il padre si era trasferito sulla cattedra
di matematiche complementari. Nel 1930 sposò Ugo De Benedetti, ingegnere
e industriale; dal matrimonio ha avuto due figli: Andrea e Federigo.Le
leggi razziali con le quali il regime fascista nel 1938 privò tutti i
cittadini italiani di origine ebraica dei diritti politici e civili, si
abbatterono sulle famiglie Enriques e De Benedetti. Adriana perse tutti i
suoi incarichi pubblici; ridotta al silenzio i suoi libri furono tolti
dal commercio e dichiarati “opere non gradite in Italia”.Nel 1947
Entrata in qualità di azionista e consigliere culturale nella casa
editrice Zanichelli di Bologna, ha dato alle stampe sussidiari
soprattutto per le scuole elementari; ideato e diretto l’Annuario
enciclopedico; promosso collane e traduzioni di opere anche letterarie,
scrivendone lei stessa in collaborazione con il famoso italianista
Giovanni Getto. Si è spenta ultranovantenne a Torino nel 1994.
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