venerdì 20 maggio 2016

Racconto di Marcello Argilli


 
I colori della pelle
Si racconta che nell'antichità più antica tutti gli uomini erano bianchi. I colori si erano divertiti a colorare ogni cosa: le montagne, le piante, gli animali, il cielo, ma si erano dimenticati di colorare proprio gli esseri più importanti
Che esistevano sulla Terra: gli uomini. Quando se ne accorsero, decisero subito di rimediare e si riunirono per stabilire a chi sarebbe spettato farlo. I concorrenti erano tanti.
"Spetta a me!" gridò il viola. "Sono il colore più distinto.
"Perché tu? Gli uomini saranno molto più belli verdi!" ribatté il verde.
"No, sono io, il celeste, il colore più adatto!".
Alla fine di una discussione burrascosa si passò ai voti e tre ottennero lo stesso numero di preferenze: il nero, il giallo e l'arancione.
I tre colori prescelti vennero a un accordo: il nero avrebbe colorato gli uomini che vivevano in America, il giallo quelli che vivevano in Asia, e l'arancione quelli che vivevano in America. Subito partirono per mettersi al lavoro.
Ma a causa dei violenti litigi era avvenuta un' altra dimenticanza: i colori si erano scordati degli uomini che vivevano in Europa.
Così gli europei restarono bianchi, e figuratevi la loro rabbia quando cominciarono a viaggiare e si accorsero che in Africa, in Asia, in America viveva gente con la pelle nera, gialla o arancio ne. Forse proprio per la vergogna che i colori si fossero dimenticati di loro, presero a guardare di malocchio, e addirittura disprezzare, chi aveva la pelle colorata.
Questo durò per vari secoli. Ai nostri giorni, però, le cose sono abbastanza cambiate.
Molti bianchi, infatti, considerano oggi la pelle dei negri addirittura più bella della loro, tanto è vero che d'estate, prendono il sole per ore e ore per diventare neri. Ma per quanto si sforzino, si vede subito che sono dei bianchi soltanto abbronzati.

M. Argilli

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