lunedì 25 luglio 2016

Re Davide


 
Il Re è l'ultima carta da gioco nella scala numerica; è la tredicesima carta per i mazzi francesi e la decima per i mazzi di tipo italiano.
Nella tradizione anglosassone e francese le figure delle carte possiedono dei nomi: i monarchi rappresentati nelle carte francesi corrisponderebbero a:
Re di picche: Re Davide
Re di cuori: Alessandro Magno
Re di quadri: Giulio Cesare
Re di fiori: Carlo Magno
 
Re Davide
Profeta, santo, re d’Israele, valoroso guerriero, musicista e poeta. Venerato Davide è personaggio biblico dai mille volti. Certamente è tra le figure più note dell’Antico Testamento.
Nato a Betlemme di Efrata, l’ottavo dei figli di Jesse. Durante la guerra con i Filistei viene introdotto alla corte di Saul perché, grazie alla sua abilità con la cetra, possa con il canto e la musica sollevare la malinconia del re. In un primo tempo Saul si affeziona a Davide e lo assume al suo servizio come scudiero. Ammirazione e affetto che si tramutano ben presto in odio quando il re intravede in lui il successore al regno e perciò un avversario da eliminare.  L’episodio che lo ha reso celebre è quello dello scontro con Golia, il gigante filisteo che terrorizzava gli ebrei. Davide raccoglie la sfida, l’affronta e lo uccide  con la sua fionda. La popolarità scaturita da questa vittoria aumenta la gelosia di Saul e tra i due è guerra aperta. Dopo la morte del re, nel 1004 a.C.  viene unto sovrano della tribù di Giuda e di lì a poco estende la sua sovranità alle altre tribù. Davide regna su Israele quarant’anni. Sono anni segnati da molteplici azioni di guerra e da un’intensa attività religiosa e sociale: sconfigge le tribù limitrofe estendendo così il suo regno fino al fiume d’Egitto; trasporta l’Arca da Baala a Gerusalemme; organizza il culto – a lui vengono attributi i Salmi, componimenti poetici di lode a Dio – e progetta la costruzione del Tempio, opera che però non riuscirà a realizzare. Uomo senza macchia e senza peccato? Non è così. Gli si attribuiscono menzogne, finzioni, lo sterminio di tribù e villaggi, vendetta e propositi di uccisione di persone. L’ombra più scura, o per lo meno la più conosciuta, della sua vita è però quella dell’adulterio. Sposato infatti con Micol, si invaghisce di Bethsabea, la bella moglie di Uria l’Ittita, che  fa uccidere per poterne sposare la vedova. Di fronte alle parole di aspro rimprovero che Dio gli rivolge per bocca del profeta Natan, Davide si pente dei suoi peccati. Sono colpe che non ci impediscono di riconoscere in lui fede eroica in Dio, fiducia costante e incrollabile nella Sua provvidenza, amore profondo a Dio come ad un padre. Tante le sue virtù: il perdono dei suoi persecutori, l’amore e l’osservanza della legge scritta da Mosè, sia morale che liturgica, lo zelo per il culto e la gloria di Dio.

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