
Vergine
Lourdes, 7 gennaio 1844 - Nevers, 16 aprile 1879
Patronato: Pastori
Etimologia: Bernardetta = ardita come orso, dal tedesco
Emblema: Giglio
Per tutta la vita santa Bernadette Soubirous
cercò di assomigliare il più possibile alla Vergine Immacolata, che lei
vide, ascoltò, amò. Fin dall’inizio delle apparizioni ella si trova
implicata in una situazione del tutto paradossale: lei, che non sa né
leggere, né scrivere e comprende soltanto il patois, si fa portavoce di
un avvenimento soprannaturale, che fa eco in tutto il mondo. Bernadette
che, dall’11 febbraio al 16 luglio 1858, aveva assistito a 18
apparizioni dell’Immacolata Concezione nella grotta di Massabielle,
riesce a sbaragliare tutti: subisce numerosi interrogatori ufficiali
perché è sospettata di impostura. Vogliono farla crollare, affinché cessi quell’incontrollato flusso di
persone alla grotta delle guarigioni… Ma sono tutti sconcertati dalla
sua limpidezza. Le sue risposte alla santa Giovanna d’Arco schivano
tutte le trappole: non si confonde mai e non si contraddice. Scriverà di
lei Monsignor Bertrand-Sévère Laurence, Vescovo di Tarbes, nella
Lettera pastorale del 18 gennaio 1862: «Chi non ammira, avvicinandola,
la semplicità, il candore, la modestia? Mentre tutti parlano delle
meraviglie che le sono state rivelate, solo lei mantiene il silenzio;
parla soltanto quando viene interrogata alle numerose domande, dà senza esitare, risposte nette, precise, pertinenti e
piene di convinzione. Sempre coerente, nei vari interrogatori a cui
è stata sottoposta, ha mantenuto tutte le volte la stessa versione,
senza togliere o aggiungere nulla». È semplice e mite, ma risoluta nella sua posizione e non è disposta a
patteggiare con nessuno, così come non rinuncia al suo Rosario da
quattro soldi: rifiuta a Monsignor Thibault, Vescovo di Montpellier, di
scambiarlo con uno in oro e benedetto dal Papa. Di fronte agli scettici
irriducibili si limita a dire: «Non sono stata incaricata di farvi
credere. Sono stata incaricata di riferire». Fin dai tempi delle
apparizioni esprime la volontà di farsi suora, senza che questo riguardi
i tre segreti che la Vergine le aveva confidato e che lei non ha mai
rivelato.
Dove avrebbe potuto, meglio che nella vita religiosa, mettere in pratica
quelle consegne di «preghiera» e di «penitenza per la conversione dei
peccatori» che aveva ricevuto? Diventa suora della Carità e
dell’Istruzione cristiana di Nevers. Fin dai tempi del noviziato
Bernadette è stata una presenza costante in infermeria, malata al punto
da essere ammessa a fare la professione in Articulo mortis, il 25
ottobre 1866. Nonostante le sue sofferenze, il rumore assordante, intorno a lei, non
cessa, anzi. Con frequenza incessante è chiamata in parlatorio per
incontri e domande. A suo avviso i circa cinquanta vescovi che sono
andati a trovarla avrebbero fatto meglio a «restare nelle loro diocesi».
Impara a leggere e a scrivere. Ha una buona mano per cucire e ricamare e
poi è bravissima ad animare i giochi dei bambini. Vivace, disapprova
ogni ipocrisia, ogni menzogna, ogni ingiustizia. Ha il carattere fiero,
serio, onesto della sua gente, per cui ogni promessa è sacra. Si è fatta
religiosa per nascondersi in Dio e invece, per obbedienza, deve essere
in prima linea perché è sulla bocca di tutti. Questo problema viene da
lei risolto nell’ottobre del 1873 ed è una specie di patto che si rifà
alle parole dell’Immacolata: «Mi recherò con gioia in parlatorio.
Dirò a Dio: sì, ci vado, a condizione che un’anima esca dal purgatorio o
che convertiate un peccatore». La Madonna a Lourdes lasciò il dono dell’acqua miracolosa. Non parlò,
però, dei malati fisici, bensì dei malati nell’anima e per essi
Bernadette diede la sua giovane vita. Il peccato è il principale nemico
dell’uomo, quello che corrompe e allontana da Dio sia spiritualmente che
fisicamente. La salma incorrotta della bellissima santa Bernadette
Soubirous è ancora lì, nella cappella del convento di Saint-Gildard, a
testimoniare che la guarigione dell’anima è più importante della
guarigione del corpo.
Autore: Cristina Siccardi
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