venerdì 29 aprile 2016

Caterina de' Medici

 
Caterina Maria Romula di Lorenzo de' Medici,
(Firenze, 13 aprile 1519 – Castello di Blois, 5 gennaio 1589),
fu regina consorte di Francia, dal 1547 al 1559, come sposa di Enrico II di Francia, e reggente. Nota, dal 1559, come la regina madre, ebbe una grande e duratura influenza nella vita politica dello Stato. Unica figlia di Lorenzo II de' Medici  duca d'Urbino, e di Madeleine de la Tour d'Auvergne, morti entrambi nell'anno della sua nascita, portava nelle sue vene sangue francese e italiano. Sposa di Enrico II, fu madre di Francesco II, Carlo IX, e di Enrico III. Il suo bisnonno paterno era Lorenzo il Magnifico e il papa Leone X, quindi, era suo prozio. Prima regina, poi reggente di Francia, Caterina de' Medici è una figura emblematica del XVI secolo. Il suo nome è legato alle guerre di religione che si combatterono in Francia negli anni del suo regno. Una sorta di leggenda nera che la perseguita da tempo immemorabile ne ha fatto una persona austera, vendicativa, attaccata al potere e persino malvagia, pronta a qualunque espediente pur di raggiungere i suoi scopi, secondo i dettami de Il Principe, opera che Machiavelli aveva dedicato al padre. Caterina  viene piuttosto considerata una delle maggiori sovrane di Francia, sostenitrice della tolleranza civile, che pur compiendo diversi errori di valutazione, tentò di seguire una politica di conciliazione con l'aiuto dei propri consiglieri, animata in primo luogo dal desiderio di assicurare la continuazione della dinastia Valois. Il suo ruolo nel massacro della notte di San Bartolomeo, tuttavia, contribuisce ancora oggi a farne un personaggio controverso. Sembra che il nome Caterina le sia stato dato in memoria di Caterina Sforza, la madre di Giovanni dalle Bande Nere, il quale aveva sposato Maria Salviati, riunendo così i due rami della famiglia Medici. Maria omaggiava la Vergine e Romula le era stato assegnato in onore del patrono di Fiesole. La madre morì pochi giorni dopo la sua nascita. Il padre, anch'esso malato da tempo, molto probabilmente di sifilide, la seguì in maggio. Le fortune dei Medici sembravano infatti bruscamente terminate con la morte precoce dell'erede designato, che aveva lasciato dietro di sè solo un'infante dopo un matrimonio assai ben progettato. Tuttavia si rialzeranno da lì a breve, secondo il motto di famiglia dai tempi di Lorenzo il Magnifico: le temps revient, "la primavera ritorna". Caterina venne cresciuta da sua nonna Alfonsina Orsini, poi venne posta sotto la tutela delle vecchie zie di famiglia. In particolare i cugini Strozzi ricoprirono le veci di fratelli nella sua infanzia. Unica erede della fortuna dei Medici, prese il titolo di duchessa d'Urbino, che le valse il nome di "duchessina" da parte dei fiorentini. Beneficiò della protezione dello zio papa Leone X, poi soprattutto  quello di Clemente VII, uno dei suoi cugini, eletto papa nel 1523. Nel 1529 fu presa in ostaggio dai fiorentini (aveva otto anni) e subì l'assedio di Firenze da parte delle truppe pontificie. Resterà per tutta la vita marchiata da questa crudeltà politica. Passò una parte della sua infanzia in un convento di religiose come ostaggio prima di raggiungere suo zio ed i suoi cugini a Roma. A Roma ricevette un'educazione molto curata e dimostrò ottime doti intellettive, che si sposava con quello più tardi dimostrato per l'astrologia. Fu coinvolta nelle trame tra il papa e Francesco I di Francia, che mirava a riacquisire in Italia l'influenza persa nella disfatta di Pavia anche tramite un matrimonio tra Caterina e il suo secondogenito Enrico, duca di Orleans, di pari età. La ricca dote di Caterina avrebbe contribuito oltretutto a colmare il debito delle finanze francesi.Il matrimonio tra Caterina ed Enrico d'Orleans ebbe luogo il 28 ottobre 1533 e venne seguito da festeggiamenti grandiosi. Le nozze furono consumate la notte stessa, con grande felicità del re di Francia e del pontefice, che vedevano in questo modo suggellati i loro reciproci accordi politici. L'alleanza con il papa di fatto non ebbe mai valore a causa della morte di quest'ultimo, sopraggiunta l'anno successivo. Nei primi tempi del matrimonio Caterina non occupava che un piccolo spazio a Corte. Ma il 10 agosto 1536 il primogenito di Francesco I, Francesco di Francia, morì. Caterina divenne Delfina e duchessa titolare di Bretagna e prese gradatamente il proprio posto nella Corte. Ma Caterina ed Enrico non avevano ancora eredi. Su Caterina incombeva dal 1538 la minaccia di un ripudio, ma ricevette l'appoggio inatteso di Diana di Poitiers, della propria cugina e di quella di Enrico. È in quest'epoca che Caterina scelse il proprio emblema: la sciarpa d'Iris (l'arcobaleno). Temette sempre più di essere ripudiata. Alla fine partorì nel gennaio 1544 un erede: Francesco, il futuro Francesco II di Francia. Avrà dieci figli, dei quali sette sopravvivranno oltre l'infanzia. Quando Francesco I morì, nel marzo del 1547, Enrico d'Orléans divenne Enrico II e Caterina regina di Francia. Accadde allora una completa ridistribuzione delle carte. All'inizio, Caterina competeva con Diana di Poitiers, ma questa ben presto ricevette tutti gli onori: fu insignita del titolo di duchessa del Valentinois. Caterina riunì attorno a sé una corte sempre più italiana. Il 10 giugno 1549 Caterina fu ufficialmente consacrata regina di Francia nella basilica di Saint-Denis. A partire dal 1552, Enrico II riprese i combattimenti a est del regno.Durante questo periodo, Caterina fu nominata reggente e controllava l'approvvigionamento e i rinforzi delle armate. Poco dopo, venne inviata dal re al parlamento di Parigi a chiedere denaro per proseguire la campagna d'Italia. La situazione fu ristabilita nel 1558 e la pace firmata nel 1559. Questo trattato tuttavia fece perdere i fondamentali possedimenti italiani della Francia e Caterina ne divenne furiosa. Il 10 luglio 1559 Enrico II morì in seguito ad una ferita all'occhio, ricevuta durante un torneo cavalleresco. Caterina, per manifestare il proprio dolore, decise che non si vestirà che di nero in segno di lutto. Cambiò quindi il suo emblema: la lancia spezzata con il motto «Da qui le mie lacrime, da qui il mio dolore». A Enrico II successe il figlio primogenito, Francesco II, ancora quindicenne. La prima preoccupazione di Caterina era la salute di suo figlio. Francesco II soffriva di una malformazione congenita. La morte di Francesco II, nel dicembre 1560, la ferì profondamente, ma le permise anche di prendere in mano le redini del potere. Carlo Massimiliano non aveva che dieci anni nel 1560. Salì sul trono con il nome di Carlo IX. Il re Francesco non era ancora morto che Caterina si era già portata avanti: negoziava ormai con Antonio di Borbone, principe di sangue, per determinare chi tra loro due avrebbe tenuto la reggenza. L'emergere di Caterina de'Medici e di Michel de l'Hopital sulla scena politica fece sì che vi fosse una progressiva riduzione della pressione sui riformati. Il 17 gennaio 1562 Caterina de'Medici promulgò l'Editto di gennaio, che costituì una vera rivoluzione poiché rimise in causa il legame sacro tra l'unità religiosa e la continuità dell'organizzazione politica. La prima guerra di religione cominciò nel 1562 con la strage di Wassy, ad opera dei Guisa. La morte e l'imprigionamento dei principali capi della guerra permisero a Caterina di riportare la pace nel regno. Prendendo le distanze dai Guisa, la regina fiorentina accordò infine agli ugonotti la pace di Amboise nel marzo del 1563. L'editto prevedeva già una certa libertà di culto nelle case signorili e nelle città. Nell'agosto 1563 Carlo IX divenne maggiorenne. Caterina abbandonò la reggenza, ma Carlo IX le riconfermò immediatamente tutti i poteri già posseduti. Il mese di marzo segnò anche l'inizio del "grande viaggio attraverso la Francia" di Carlo IX, voluto e organizzato da Caterina. Il viaggio regale durò 28 mesi, fino al 1566. Ad ogni tappa il re si mostravva alle città insieme con la regina madre. Il 30 maggio 1574, Carlo IX morì di tubercolosi, lasciandole la reggenza del regno fino al ritorno in Francia dell'erede Enrico. Il duca d'Angiò, terzo figlio di Caterina, successe a suo fratello sotto il nome di Enrico III, dopo essere tornato in Francia dalla Polonia, di cui era stato eletto re. Enrico era il figlio preferito di Caterina e senza dubbio il più intelligente dei tre. Caterina lo lasciò governare da solo. Nonostante avesse ormai quasi raggiunto i sessant'anni, non esitò mai a pagare di tasca propria il prezzo dell'impopolarità della corona francese. Caterina de' Medici è divenuta agli occhi dei contemporanei una figura fuori dal comune che impone rispetto. Qualche giorno dopo l'assassinio del duca Enrico di Guisa al castello di Blois, nel dicembre 1588, del cui piano il re non l'aveva informata, Caterina si ammalò. Morì circondata dall'amore dei propri cari, ma completamente abbattuta per la rovina della sua famiglia e della sua politica. Poiché la Basilica di Saint-Denis era nelle mani dei congiurati, non poté esservi sepolta. Le sue spoglie rimasero a Blois ed entrarono a Saint-Denis solo ventidue anni più tardi.

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