
Sacerdote
Carpi, Modena, 1 dicembre1530 - Lecce, 2 luglio 1616
Patronato: Lecce
Etimologia: Bernardino = ardito come orso, dal tedesco
Diventa patrono di una città addirittura da vivo. Mai vista una cosa
simile e con tanta solennità. Siamo a Lecce, nell’estate del 1616: il
padre gesuita Bernardino Realino sta morendo, 42 anni dopo esservi
arrivato. I reggitori del Municipio lo vanno allora a visitare “in
corpo”, ossia tutti insieme, in forma ufficiale. Gli fanno la
sbalorditiva richiesta di voler essere il protettore della città di
generazione in generazione, per sempre. Il moribondo acconsente,
tranquillo e lieto. D’altra parte è già amico, consigliere, soccorritore
dei cittadini – è già loro “patrono” – da più di quattro decenni. Anche
se non è leccese, e nemmeno pugliese. E’ emiliano, nato in una
famiglia illustre di Carpi, che per i suoi primi studi gli faceva venire
i maestri in casa, e poi l’ha mandato all’Accademia modenese, all’epoca
uno dei più illustri centri culturali d’Italia. Negli studi lo attira
tutto: la letteratura classica e successivamente a Bologna la filosofia, poi ancora la
medicina. Infine, all’età di 26 anni, si laurea in diritto civile e
canonico. Il dotto Bernardino si avvia per la strada dei “pubblici uffici”.
Comincia facendo il podestà a Felizzano Monferrato, poi va ad
Alessandria come “avvocato fiscale” (una sorta di procuratore della
Repubblica). Dopo altri incarichi in Piemonte, passa al servizio del
governo vicereale in Napoli, anch’essa città soggetta alla Spagna col
suo regno. Qui però la sua carriera s’interrompe. Bernardino
Realino frequenta i Gesuiti da poco giunti in città e poi decide di
essere uno di loro, abbandonando codici e carriera. Nel 1567 Bernardino è ordinato sacerdote e
diventa il maestro dei novizi gesuiti. Sette anni dopo, a Lecce, crea un
collegio al quale si dedicherà fino alla morte. Ma insieme si dedica
alla gente di Lecce, ricchi e poveri, istruiti e ignoranti, tutti
sbalorditi per la sua irriducibile pazienza nell’occuparsi di
situazioni, necessità, miserie, a cui s’ingegna di provvedere con un
dinamismo che ha del prodigioso: tant’è che gli si attribuiscono vari
miracoli già da vivo. Quando poi il male lo colpisce, è naturale per
la municipalità fare quel passo inaudito e bellissimo, chiedendo a un
morente aiuto e protezione anche oltre questa vita. E per Bernardino è
naturalissimo rispondere di sì, con le estreme forze. Fatta questa
promessa, si spegne a 86 anni. Papa Pio XII lo proclamerà santo nel
1947.
Autore: Domenico Agasso
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